Sul fronte del lavoro e delle relazioni industriali, la crisi energetica, la carenza di materie prime, la spirale inflattiva e la guerra in Ucraina a livello internazionale, ma anche la fine della legislatura e il varo di un nuovo esecutivo, hanno determinato uno scenario pieno di criticità, incertezze e cambiamenti che ha rallentato i percorsi in atto comprese, con alcune eccezioni, le dinamiche contrattuali che, a fine 2021, si presentavano invece positive e in pieno rilancio.
In un simile contesto, il nostro sistema si è adoperato per tutelare il lavoro dignitoso in cooperativa agendo su più fronti:
Coerente posizionamento sui dossier all’ordine del giorno:
In materia di produttività e welfare contrattuale, è stato sollecitato e ottenuto il dimezzamento dell’aliquota separata dal 10 al 5 per cento, da applicarsi a partire dal 2023 ai premi di risultato e ai ristorni distribuiti ai soci. È stato difeso l’orientamento/investimento sulla buona e vera contrattazione collettiva – quella leader, cioè sottoscritta dalle parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Da questo strumento dipendono trattamenti più equi e dignitosi (rispetto alla mera applicazione di un salario minimo), come riconosce la stessa direttiva comunitaria appena approvata e che tutela il nostro schema di riferimento.
Impegno nell’assistenza e nella prossimità alle imprese e ai lavoratori:
È stato garantito un costante impegno nell’assistenza e nella prossimità alle imprese e ai lavoratori per rendere operativi provvedimenti (“sostegni” e “ristori”) finalizzati ad arginare, seppur in parte, l’impatto della crisi energetica, della guerra in Ucraina e della conseguente inflazione nonché la delicata fase d’uscita dall’emergenza COVID-19. Ad esempio, è stato favorito un chiarimento da parte dell’INPS sulla legittima fruibilità dell’una tantum di 200 euro anche da parte delle persone svantaggiate occupate nelle cooperative sociali di tipo B (che diversamente, per come formulata la norma, potevano paradossalmente rischiare di non poterne beneficiare)
Tutela per i nostri lavoratori e soci-lavoratori tramite l’utilizzo di protezioni adeguate:
L’azione svolta è testimoniata sia dalla condivisione di un nuovo accordo nazionale, datato 30 giugno 2022, per il contrasto e il contenimento della diffusione del COVID-19 negli ambienti di lavoro (il precedente protocollo era rimasto valido nei primi sei mesi) sia dall’aver registrato novità in termini di tutele per alcuni nostri settori.
Ad esempio, l’introduzione di nuovi istituti in favore dei lavoratori occupati nel settore spettacolo oppure il superamento sul fronte INAIL dei premi speciali unitari finora previsti in favore dei facchini riuniti in cooperative e dei soci di cooperative di pesca, con l’applicazione nei loro confronti, a partire dal 2023, del regime assicurativo ordinario.
Attenta azione di vigilanza sulla corretta applicazione della disciplina cooperativa in contrasto ad utilizzi impropri e abusi della normativa:
Un esempio, è la posizione assunta dall’INPS rispetto all’esatta individuazione dell’obbligo contributivo in capo alle cooperative in caso di deliberazione di un piano di crisi aziendale ai sensi dell’art. 6, comma 1, della legge n. 142/2001 che può comportare anche la riduzione dei trattamenti economici dei soci lavoratori al di sotto dei minimi contrattuali.
Con il messaggio n. 2350 dell’8 giugno 2022, l’Istituto non ha recepito le indicazioni già fornite su questa materia dal Ministero adel Lavoro con l’Interpello n. 48/2009, emanato a suo tempo a fronte di una specifica istanza da parte di Confcooperative, confermando pertanto la regola per cui per il periodo di durata del piano di crisi aziendale l’obbligazione contributiva nei confronti di un socio lavoratore va quantificata sulla base di un imponibile corrispondente alle somme effettivamente corrisposte ai lavoratori, nel rispetto tuttavia del minimale contributivo giornaliero di cui all’art. 1, comma 2, della legge n. 389/1889.
Rinnovo di alcuni CCNL cooperativi:
Nonostante lo scenario di incertezza gravante sulle imprese e l’aggravio di costi per loro generati soprattutto, ma non solo, sul fronte energetico, sono state concluse alcune importanti trattative sindacali che hanno portato al rinnovo dei seguenti CCNL cooperativi: edilizia, BCC, servizi ambientali e lavoratori non imbarcati della pesca.
Si tratta di rinnovi realizzati nella consapevolezza di salvaguardare principi di sostenibilità per le imprese cooperative, per non compromettere la loro capacità di resilienza nel medio/lungo periodo, ai quali va aggiunta la stipula, a dicembre, del Protocollo straordinario riconducibile al CCNL della distribuzione cooperativa, dal contenuto esclusivamente economico, che persegue la duplice finalità di garantire un iniziale seppur parziale recupero del potere di acquisto per i lavoratori occupati in queste cooperative e di riattivare un percorso di buone relazioni sindacali a fronte di un contratto nazionale scaduto da diverso tempo.