Confcooperative - Bilancio di SostenibilitÀ 2023

Ambiente

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SDG 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

Può un’e-mail distruggere il Pianeta?

Questa provocazione parte da una riflessione sul nostro comune utilizzo del digitale, uno strumento potente ma intangibile e come tale sfuggente al normale controllo dei nostri sensi di utente.

Una semplice mail: quando digitiamo, il nostro PC consuma energia; quando premiamo il tasto INVIA, il messaggio viene trasferito attraverso la rete, che a sua volta consuma energia. Verrà poi parcheggiato in qualche sistema cloud gestito da data center, i quali consumano energia. Spesso non pensiamo a tutti questi passaggi, vale quindi la pena chiedersi, quanto inquina un’e-mail?

La risposta tecnica è 19g di Co2. Ma a cosa corrispondono? Otto messaggi di posta elettronica emettono tanta Co2 quanto quella prodotta da un’auto che percorre 1 km. Ad esempio, un’azienda con 100 dipendenti, che inviano in media 33 messaggi di posta al giorno, produce all’incirca 13,6 tonnellate di Co2, equivalenti a 13 viaggi andata e ritorno Parigi-New York. Si stima che in Italia vengano inviate ogni giorno più di 64 milioni di e-mail: se tutti noi smettessimo di mandare una semplice e-mail con su scritto “grazie” risparmieremmo più di 16.433 tonnellate di Co2 all’anno, l’equivalente di 3.334 macchine a diesel che vagano per le nostre strade in un anno.

Con il nostro smartphone siamo ancora meno attenti. In Italia abbiamo più device mobili (circa 80 milioni) che persone (circa 60 milioni). Il solo ricaricare lo smartphone ha un impatto tutt’altro che indifferente: con l’energia elettrica utilizzata si potrebbero riscaldare più di 80mila case. Passando un’ora sui social o postando una foto si consumano circa 501 g di Co2 all’anno che, se moltiplicati per tutti gli utenti, corrispondono al consumo di un’auto che percorre 5,8 miliardi di km quasi pari alla distanza tra la Terra e Plutone.

Nelle imprese la situazione non è diversa: le emissioni generate dalla componente tecnologica sono pari a quelle di un Paese come il Regno Unito. Infatti, a dispetto di quanto si pensa, i device aziendali inquinano quasi il doppio rispetto ai data center. 

Le imprese ancora faticano ad adottare soluzioni efficaci come il cloud: un sistema server locale di una piccola impresa consuma 300kwh, l’equivalente energetico di 100 appartamenti, il cloud invece consuma 30 volte in meno. Anche spegnere la telecamera durante una call porterebbe alla diminuzione del 95% dei gas serra emessi.

Negli ultimi vent’anni, la digitalizzazione è stata l’acceleratore dei principali processi economici: le opportunità e le sfide che le tecnologie 4.0 pongono al raggiungimento degli SDGs, individuano due aspetti chiave nella relazione tra la rivoluzione digitale e la sostenibilità: gli impatti ambientali delle nuove tecnologie e la sostenibilità come driver di sviluppo e di mercato. L’impatto dirompente della digitalizzazione può essere sfruttato per accelerare la transizione verso una maggiore sostenibilità e non diventare un ulteriore fattore di rischio per l’emergenza climatica che stiamo vivendo. Pensiamoci di più quando vogliamo inviare un semplice “grazie” per e-mail, dobbiamo essere un po' maleducati, facciamolo per il Pianeta!

SDG 7: Energia pulita e accessibile

Al servizio dell’ambiente

Nato per dare supporto alle Federazioni di settore, alle strutture territoriali e alle cooperative, il Servizio Ambiente ed Energia si occupa delle materie dell’ambiente e dell’energia sotto il profilo giuridico e tecnico, offrendo anche orientamento alle imprese verso la transizione ecologica ed energetica.

L’intervento parte già nella fase di predisposizione delle nuove norme mediante la presentazione di proposte ed emendamenti, la partecipazione agli incontri istituzionali, la definizione dei posizionamenti e dei documenti di lavori e la partecipazione alle audizioni parlamentari.

Inoltre, vengono organizzate attività di formazione e divulgazione sui temi ambientali ed energetici e sulle novità normative e curati i rapporti nell’ambito di reti di collegamento a livello scientifico, tecnico e istituzionale - Fondazione green economy, Italy for Climate, Consorzi per la raccolta e gestione dei rifiuti, Transizione ecologica e solidale - TES, ICESP, Tavolo delle PMI per l’ambiente, Osservatorio ARERA, GSE, Conferenza episcopale italiana-coordinamento settimane sociali Taranto,  Italian forum of Energy Communities - IFEC, ecc..

Le questioni sul tavolo sono state diverse e a diversa intensità. In ambito energia, è stato protagonista il caro prezzi ma anche le fonti rinnovabili, le comunità energetiche, il superbonus, l’economia circolare - rifiuti e sottoprodotti, il registro elettronico di tracciabilità dei rifiuti (RENTRI), bandi e riforme PNRR, tassonomia della finanza sostenibile e principio DNSH (do not significant harm), emission trading, bonifiche, inquinamento atmosferico, mobilità sostenibile, ecc. Tutti temi che hanno richiesto attività di monitoraggio e aggiornamento normativo, definizione di documenti politici di posizionamento e di pareri su questioni critiche, partecipazione ad audizioni e consultazioni oltre ad una intensa attività di informazione-divulgazione, mediante la predisposizione di 75 circolari informative e diversi dossier di sintesi (predisposto un vademecum sulle comunità energetiche per la promozione del modello cooperativo), circa 30 incontri su diverse tematiche e oltre 40 seminari di posizionamento.

SDG 7: Energia pulita e accessibile SDG 17: Partnership per gli obiettivi

Palazzo responsabile

Ripresa l’attenzione verso la riduzione del consumo di plastica usa e getta e verso l’utilizzo più efficace delle risorse comuni.

L’approvvigionamento di energia continua a derivare da fonti rinnovabili (Cuore Verde di Power Energia)