UN PROTOCOLLO PER "SALVARE LA VISTA"
«È un fiore all’occhiello per la ricerca genetica nel nostro Paese oltre che grande motivo di orgoglio e di riconoscimento del lavoro che svolgiamo da anni». Così Matteo Bertelli presidente della cooperativa MAGI-Euregi commenta il protocollo di collaborazione siglato oggi a Roma con Paul A. Sieving, director del National Eye Institute (NEI) il polo di avanguardia mondiale nello studio e nella ricerca delle malattie genetiche della retina associato al National Institutes of Health(NIH) di Bethesda, nel Maryland, Stati Uniti.
«Sono soddisfatto di questo accordo con MAGI-Euregio, perché lavoriamo per un obiettivo comune: sviluppare e diffondere la ricerca e la cura delle malattie della retina attraverso la genetica. Vogliamo che ricercatori e medici lavorino con i pazienti per ampliare le nostre conoscenze in un’ottica di collaborazione, e questo è un esempio di medicina che guarda al futuro» ha dichiarato Paul A. Sieving.
«Un protocollo di durata triennale che pone la nostra cooperativa sociosanitaria di Bolzano come unica referente in Europa del National Eye Institute (NEI). Finora protocolli come questi sono stati siglati solo con laboratori negli Usa o in Canada – ha aggiunto Bertelli –. La MAGI-Euregio è il primo progetto di ricerca “transfrontaliero” frutto di una verifica approfondita. Di una formazione continua che fa della cooperativa di Bolzano il presidio europeo del centro statunitense e si occuperà dell’indagine genetica dei pazienti che saranno presi in carico da tutta Europa. Una diagnosi precoce delle malattie genetiche è fondamentale per evitare la cecità».
La MAGI-Euregio è tra le pochissime in Europa (e per alcune patologie l'unica in Italia) a disporre di un laboratorio per la diagnosi di malattie genetiche rare ad alta specializzazione nel settore.
«Sono molto orgoglioso di questo accordo: un riconoscimento importante per MAGI- Euregio, che rappresenta un’eccellenza in Italia e nel mondo sia dal punto di vista cooperativo sia sanitario» ha commentato il presidente di FederazioneSanità - Confcooperative, Giuseppe Milanese.
SHARING ECONOMY: CONFCOOPERATIVE INVESTE SUI BENI COMUNI. SIGLATO IL PROTOCOLLO D'INTESA CON LA CONSULTA NAZIONALE DELLA PROPRIETÀ COLLETTIVA CHE INTERESSA 1,1 MILIONI DI ETTARI
Promuovere nuove cooperative, consorzi e imprese soociali per fornire servizi alle comunità proprietarie di beni collettivi; sostenere il disegno di legge sui beni collettivi; facilitare l'accesso al credito e sostenere progetti di integrazione tra cooperative e dominii collettivi per tutelarne il patrimonio. Sono questi, in sintesi, i punti del protocollo d'intesa siglato questa mattina al Palazzo della Cooperazione tra Confcooperative e la Consulta nazionale della proprietà collettiva che sono forme alternative alla piena proprietà privata, interessano generalmente aree di pubblica utilità.
«Le proprietà collettive, così come le cooperative – sottolinea Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – sono un'istituzione antica che merita di essere riattualizzata alla luce dei cambiamenti che la nostra economia sta vivendo. Privare pochi di una rendita per garantire l'accesso a molti a beni di pubblica utilità, ha permesso a intere comunità di affrancarsi da condizioni di povertà favorendone la crescita economica e sociale. Con questa intesa Confcooperative intende sostenere e dare nuovo impulso nella convinzione che dalla valorizzazione delle proprietà collettive ne possano derivare benefici diffusi».
«I dominii collettivi riguardano oltre 1,1 milioni di ettari nel nostro Paese, sono il riconoscimento di ciò che esisteva molto prima dello Stato Unitario – ha aggiunto Michele Filippini, presidente della Consulta – e rappresentano uno strumento indispensabile di sviluppo territoriale. Assolvono a una funzione imprescindibile di tutela ambientale e di equa redistribuzione della ricchezza e di utilizzo delle risorse naturali».
VI RAPPORTO CONGIUNTURALE ALLEANZA COOPERATIVE
«Il peggio è alle spalle, la ripresa è a un passo, ora serve uno scatto di reni per oltrepassare il guado. Critici i tempi di pagamento della PA e la liquidità. Tiene l'occupazione trainata dalle cooperative sociali»
Le cooperative sono pronte a fare di più nella consapevolezza che i tassi di crescita dell'economia degli anni pre-crisi per molto tempo ancora resteranno solo un ricordo. E intanto si preparano a cogliere le opportunità generalmente offerte dagli ultimi mesi dell’anno. É improntato a un cauto ottimismo il sentiment delle cooperative dell’Alleanza delle Cooperative rilevato dai centri studi delle tre centrali cooperative aderenti nel VI rapporto congiunturale relativo al secondo quadrimestre del 2015.
Liquiditá critica: Resta critica anche per il secondo quadrimestre la gestione della liquiditá, se il 36% delle cooperative intervistate la definisce buona il giudizio di poco meno della metà, il 49%, non va oltre la mediocrità mentre per il restante 15% é addirittura peggiorata.
Debiti PA la situazione non migliora: Sono stabili e quindi non buoni nonostante le rassicurazioni del governo di una risoluzione dei tempi di pagamento della Pa. Per 7 cooperative su 10 non ci sono state variazioni, il 15% ha registrato dei peggioramenti, mentre solo il 15% é riuscita ad avere tempi più brevi rispetto ai quattro mesi precedenti. Le cose non vanno meglio se a pagare sono i privati. In questo caso solo il 6% delle cooperative é riuscita farsi saldare più velocemente le fatture, mentre le imprese che hanno segnalato un allungamento dei tempi sfiora il 20%.
Lavoro, cooperative fucina di occupazione: Sul fronte occupazionale la cooperazione conferma la maggiore propensione rispetto alle alte imprese nel consolidare e creare nuovi di lavoro. In particolare sono state 7 su 10 quelle che hanno mantenuto stabili i livelli occupazionali e 2 su 10 quelle che li hanno aumentati. Una performance a cui hanno contribuito in modo determinante le cooperative sociali.
Domanda invariata e prezzi stabili: A pesare è ancora il livello della domanda invariata per 7 cooperative su 10, mentre si equivalgono quelle che hanno registrato un miglioramento e quelle che, invece, hanno rilevato un passo indietro. Perde un pò di slancio anche la domanda estera, stabile per il 64% delle cooperative ma in calo per il 22%. Prezzi stabili per l’84% delle imprese, l’11% per rimanere sul mercato li ha ridotti mentre solo il 6% è riuscito a ritoccare i listini al rialzo.
Competitività e dimensioni: La posizione competitiva delle cooperative nel secondo quadrimestre é rimasta inalterata per 8 su 10, mentre, rispetto al primo quadrimestre é cresciuta dall'8,5 al 9,5%, la percentuale delle cooperative che hanno riportato un peggioramento. Le dimensioni delle cooperative rappresentano lo spartiacque tra quelle che hanno visto crescere il fatturato (in misura maggiore le grandi e medie cooperative) e quelle invece che lo hanno tenuto stabile o che hanno subito una battuta di arresto. Il volume di affari è rimasto invariato per il 51%, è cresciuto per il 24% è sceso per il 25%.