Servizi e qualità della vita, le disparità territoriali
La qualità della vita nei territori italiani passa attraverso i servizi sociali, ma il Paese sconta un problema strutturale: la scarsa attrattività e riconoscimento dei lavori di cura. È questo il nodo centrale emerso dal panel "Bambini, giovani, anziani: la qualità della vita nei territori" del Festival dell'Economia di Trento, dove Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, ha posto l'accento su una questione che attraversa l'intero sistema del welfare italiano.
«A fare una grande differenza tra i diversi territori sono i servizi. Gli indici sono alti dove i servizi ci sono» ha spiegato Granata, tracciando un quadro sulle disparità territoriali che caratterizzano il nostro Paese. Una fotografia che evidenzia come la presenza o l’assenza di servizi sociali determini non solo la qualità della vita dei cittadini, ma anche l’attrattività e la competitività dei territori stessi.
Attrattività del lavoro di cura e il sistema di valori
«Qualcuno deve offrire questi servizi – ha sottolineato il presidente di Federsolidarietà –. Il problema è che viviamo in un Paese in cui i lavori sociali, di cura, sono poco riconosciuti. E non sono di certo attrattivi per i giovani. Il tema è la scala dei valori, a cosa decidiamo di dare importanza».
La questione si inquadra in un contesto demografico che vede l'Italia alle prese con l'invecchiamento della popolazione e la crescente domanda di servizi di assistenza, mentre dall’altra parte si registra una scarsa propensione delle nuove generazioni verso le professioni del sociale. Un paradosso che riflette le priorità di una società che sembra aver perso di vista l’importanza del lavoro di cura.
«Il tema è la scala dei valori, a cosa decidiamo di dare importanza» .