«Lo sblocca cantieri è la ragione per cui ho deciso di lasciare in anticipo l’Anac. È una schifezza, una delle peggiori leggi mai prodotte». Così senza mezzi termini Raffaele Cantone ex numero uno di Anac intervenendo al Palazzo della Cooperazione alla presentazione del libro sugli appalti pubblici di Michele Corradino dell’Anac che ha evidenziato, a proposito di appalti come «Sentenze, direttive, linee guida, regolamenti, codice degli appalti rappresentino una selva di norme che porta all'incertezza normativa. Lo sblocca cantieri, entrato in vigore dall’oggi al domani, ha comportando notevoli problemi e complicato le cose».
Su Cantone parole di elogio da parte del presidente Gardini che ha detto «Con il presidente Cantone abbiamo avuto modo di confrontarci più volte in momenti molto delicati per ribadire da che parte sta davvero la cooperazione sana, quella vera. In una selva normativa così complicata è molto prezioso il contributo del libro di Michele Corradino».
Ai lavori è intervenuta Paola De Micheli, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti «Abbiamo assistito a una corposa stratificazione normativa in breve tempo che genera, senza dubbio, un'incertezza troppo elevata. Dobbiamo andare avanti con qualificazione stazione appaltanti. Molte opere sono bloccate per ragioni politiche non tecniche, priorità a quelle di medie dimensioni. Stiamo lavorando per dare certezze, il livello di incertezza è troppo elevato. Ora siamo pronti a sbloccare 15 miliardi per le infrastrutture ferroviarie».
«No alla statalizzazione dei servizi, nelle scuole rischiamo 5.000 esuberi e 11.000 sottopagati. Il futuro degli appalti passa attraverso il public procurement. Vogliamo un mercato con regole certe e stazioni appaltanti qualificate» così Massimo Stronati presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi.
Vito Domenico Sciancalepore di Confcooperative Fedagripesca, che ha collaborato al piano editoriale del libro, nel chiudere i lavori ha sottolineato che «I contratti pubblici sono una leva di politica economica fondamentale, capaci di traghettare verso uno sviluppo sostenibile, ma serve una PA qualificata e che occorre certezza del diritto e maggiore dialogo tra stazioni appaltanti e imprese».
«C’è un problema di arretratezza culturale nel nostro sistema giuridico – ha puntualizzato Marcello Clarich, docente di diritto Amministrativo Università La Sapienza – rispetto al diritto Europeo, incapace di implementare una sana discrezionalità nella gestione dei contratti pubblici e, per questo, accondiscendente verso una regolazione di dettaglio, automatica e sovente inefficiente nell’assunzione delle decisioni pubbliche».
«La Corte dei Conti può svolgere un ruolo decisivo nel superare lo sciopero della firma del funzionario onesto. Sarebbe sufficiente potenziare la funzione di controllo preventivo di legittimità, estendendola alla materia dei contratti pubblici, ha concluso Massimiliano Atelli, procuratore regionale Corte dei conti Valle d’Aosta – prevedendo una “esimente” rispetto alla colpa grave».