«Nelle nostre imprese ogni 10 persone occupate, 6 sono donne. Le cooperative negli anni si sono dimostrate essere il settore imprenditoriale che più di altri ha moltiplicato le opportunità di trovare occupazione e fare impresa per le donne, in un paese avaro di opportunità, dalla mobilità paludata, dove l’occupazione femminile è stata flagellata dagli effetti del Covid. Basti pensare a un dato su tutti, i 99.000 posti di lavoro persi a dicembre dalle donne su 101.000 complessivi come emerso dal report mensile dell’Istat». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.
«Un periodo senza precedenti di cui sentiremo le conseguenze a lungo, che ha impattato prevalentemente su giovani e donne. Non solo sull’occupazione, ma anche sull’imprenditorialità femminile molto attiva negli ultimi anni, la cui rincorsa si è arrestata, o per chiusura attività o per rinuncia ad aprirne una per l’incertezza del momento e del futuro», segnala Anna Manca presidente della Commissione dirigenti cooperatrici e vicepresidente di Confcooperative.
«La cooperazione, ad alto tasso di occupazione femminile, ha tenuto più di altre forme d’impresa. Alla fase di resistenza e reazione, occorre ora contrapporre la propositività. Auspichiamo – aggiunge Anna Manca – che le risorse del Recovery consentano di attuare riforme portatrici di quel cambiamento di cui il nostro Paese ha urgente bisogno, proiettandoci concretamente al futuro, per responsabilità intergenerazionale. C’è bisogno del protagonismo dei giovani e delle donne per accogliere le sfide che ci attendono. Le parole chiave restano coesione, eliminazione delle differenze e delle diseguaglianze, a cominciare da quelle di genere, che col Covid si sono acuite».
«La pandemia ha tolto i veli ad alcune fragilità che già esistevano: pensiamo alla sanità, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla mancanza di infrastrutture sociali, all’inadeguatezza della scuola e alla povertà educativa e alle conseguenze che tutto ciò ha avuto in primis sulla vita lavorativa e personale delle donne. Quello appena trascorso – continua la – continua la vicepresidente di Confcooperative Anna Manca – è stato un anno particolarmente impegnativo per noi donne lavoratrici e imprenditrici che rappresentano il 70% della forza lavoro impegnata in prima linea nei servizi socio-sanitari, socio assistenziali e servizi ausiliari, così come le occupate nelle cooperative impegnate in servizi educativi, scolastici e di produzione lavoro coinvolte dall’incertezza del momento. Più del 50% della forza lavoro nelle cooperative della cultura, del turismo e dello sport: i settori più colpiti. Presenti anche nel settore primario, agricoltura e pesca, dove la forza lavoro femminile è presente, attiva e determinante».
«Questo nuovo contesto ci ha chiesto e ci chiede ancora un’assunzione di responsabilità, ciascuno per il proprio ruolo, a partire proprio dalle donne che hanno lottato in prima linea per affrontare le conseguenze di questa profonda crisi. Non si tratta solo di democrazia paritaria, ma di portare la nostra società, l’economia, la cultura, a essere più ricche, più complete, più aderenti alla realtà, all’altezza delle sfide che ci attendono. Ora, insieme, ci dobbiamo attivare per affrontare il futuro – conclude Anna Manca – non solo in chiave riparatoria ma generativa, e su questo siamo chiamate a dare il nostro contributo, a cominciare dal nostro ruolo di dirigenti cooperatrici, nelle nostre imprese profondamente radicate nelle nostre comunità».