Circolari

Circ. n. 9/2020

Gestione dei fanghi di depurazione per la prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2

mercoledì 24 marzo 2021

data 3 aprile il Gruppo di Lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità ISS Ambiente – Rifiuti COVID-19 ha pubblicato le Indicazioni ad interim sulla gestione dei fanghi di depurazione per la prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2 (Allegato 1).

Il documento - che è indirizzato ai gestori del servizio idrico integrato, inclusi gli operatori degli impianti di depurazione ed alle autorità ambientali e sanitarie che operano sul territorio nazionale - descrive le modalità operative per la gestione dei fanghi di depurazione e fornisce  le opportune raccomandazioni finalizzate a garantire la sicurezza della gestione dei fanghi stessi (recupero, trattamento, smaltimento o riutilizzo) per la prevenzione della diffusione del Coronavirus (SARS-CoV-2) e della trasmissione dell’infezione (COVID-19).

Lo scenario di rischio risulta riferito al possibile rilascio da soggetti con COVID-19 di escreti liquidi e solidi infetti che, trasferiti alla fognatura attraverso gli scarichi idrici di ambienti domestici e produttivi, sono collettati con le acque reflue oggetto di trattamento in impianti di depurazione, con la conseguente produzione, come materiali di risulta, di fanghi che potrebbero causare esposizione professionale o generale a SARS-CoV-2, in funzione delle diverse destinazioni d’uso.

Nel documento è precisato, quindi, come l’origine delle acque reflue potenzialmente infette sia riferita solo ad ambienti domestici e luoghi di lavoro, in quanto tutti gli scarichi provenienti da complessi ospedalieri, case di cura, ambulatori, laboratori di analisi mediche e simili, con particolare riferimento ad ospedali specializzati per malattie infettive ed ai reparti infettivi degli ospedali sono soggetti ad un obbligo di disinfezione prima dell’immissione in fognatura.

In generale, il rischio di esposizione umana a microrganismi patogeni (batteri, virus e parassiti), veicolati con le acque reflue ed associato alla depurazione ed al trattamento dei fanghi viene stimato sulla base di criteri e controlli che regolano, in particolare, il compostaggio, il recupero energetico o l’utilizzo dei fanghi trattati in agricoltura. L’ISS sottolinea come, però, in letteratura, d’altra parte, non si riscontrino linee guida riferite a valutazioni di rischio specifiche per il virus SARS-CoV-2 in relazione alla produzione e gestione fanghi di depurazione, citando solo la nota informativa recentemente diffusa dall’OMS sui rischi da coronavirus nelle acque, incluse le acque reflue di cui i fanghi costituiscono i materiali di risulta (Water, sanitation, hygiene and waste management for COVID-19-Interim guidance 19 March 2020- Allegato 2).

Nel rinviare alla lettura del documento ISS per l’analisi di dettaglio relativa alla possibile persistenza del virus nelle matrici idriche e nelle acque reflue ed alle modalità di trasmissione per via fecale-orale a seguito del rilascio del virus nelle acque di scarico, si riportano, di seguito, le conclusioni e le raccomandazioni indicate dall’Istituto con riguardo alle diverse possibili modalità di trattamento e destinazioni di uso dei fanghi.

  • Impianti di compostaggio, digestione anaerobica

I tempi e le temperature di trattamento fanno ritenere irrilevante il rischio di trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2. 

  • Incenerimento o disidratazione termica

Le condizioni e temperature di trattamento fanno ritenere irrilevante il rischio di trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2.

  • Smaltimento in discarica

La collocazione in discarica va effettuata nel rigoroso rispetto delle norme di buona tecnica e di igiene e sanità pubblica all’interno degli impianti e in tutte le fasi di conferimento e utilizzo dei fanghi. In particolare:

  • la raccolta dei fanghi presso gli impianti di depurazione deve avvenire con mezzi meccanici idonei e nel rispetto delle condizioni igieniche per gli addetti a tali operazioni e per l’ambiente, evitando la formazione di aerosol e polveri;

  • il trasporto dei fanghi deve essere effettuato con mezzi idonei ad evitare ogni dispersione durante il trasferimento ed a garantire la massima sicurezza da punto di vista igienico sanitario.

  • Riutilizzo in agricoltura (spandimento o produzione di ammendanti e correttivi)

I fanghi devono essere applicati in linea con le buone pratiche agricole.

Per procedere a tale pratica deve essere assicurato:

  • il trattamento di stabilizzazione con calce, acido solforico, ammoniaca, soda o una combinazione di questi,

  • la digestione anaerobica (mesofila e termofila) o aerobica (mesofila e termofila),

  • la disidratazione termica,

  • l’idrolisi termica con temperatura superiore a 100°C per almeno 20 minuti,

  • la pastorizzazione del fango liquido per un minimo di 30 minuti a 70°C o comunque deve essere garantito un tempo minimo di ritenzione (comprensivo di tempi di trattamenti e stoccaggio) del fango prima dell’utilizzo in funzione delle temperature di trattamento e stoccaggio, in accordo alla formula riportata nell’allegato, assicurando che i fanghi da riutilizzare non siano integrati o miscelati con fanghi trattati che non assicurino le condizioni di ritenzione in impianto.

Possono inoltre considerarsi igienizzati fanghi che provengano da impianti di depurazione operanti a ossidazione prolungata in assenza di trattamento primario con tempi di permanenza del refluo nella vasca di ossidazione di almeno 24 ore e tempi di permanenza dei fanghi di almeno 15 giorni e concentrazione di solidi volatili nei fanghi di supero inferiore al 60% dei solidi totali. Le condizioni sopra definite risultano conservative anche in considerazione della scarsa plausibilità di rilascio di aerosol, potenziale via di trasmissione di COVID-19, dai fanghi nelle condizioni di utilizzo ordinario sia rispetto a esposizione professionale che generale.