Nella G.U. del 4
aprile u.s. sono stati pubblicati i decreti di approvazione dei criteri
ambientali minimi (CAM) per:
-
Servizio di
gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde (D.M. 10
marzo 2020 – Allegato 1);
-
Servizio di
ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari (D.M. 10
marzo 2020 – Allegato 2).
I due nuovi decreti si inseriscono nell’ambito delle
azioni previste dal Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della pubblica amministrazione (approvato con decreto
interministeriale 11 aprile 2008) e del Codice degli appalti (in particolare,
articolo 34 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50).
Nel riportare, di seguito, la sintesi dei nuovi
provvedimenti, sembra utile fornire anche alcune indicazioni di inquadramento
nell’ambito della disciplina vigente.
1. IL PIANO DI AZIONE NAZIONALE SUL GREEN PUBLIC
PROCUREMENT (GPP) ED I CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM)
La Commissione
Europea, nella Comunicazione (COM (2003) 302) sulla Politica Integrata dei
Prodotti – Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale, ha sollecitato
gli Stati membri a dotarsi di piani d’azione accessibili al pubblico per
l'integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici. Con il decreto
interministeriale 11 aprile 2008, accogliendo l’indicazione comunitaria ed in
ottemperanza a quanto disposto con la legge finanziaria del 2007 (comma 1126,
articolo 1, della legge 296 del 2006), è stato adottato il Piano d'azione
per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica
amministrazione (cd. PAN GPP).
Il Piano, già aggiornato
con Decreto 10 aprile 2013, è in corso di ulteriore revisione.
Il Piano d’Azione
Nazionale ha l’obiettivo di promuovere la diffusione dello strumento del green
public procurement presso gli enti pubblici, definendo, per prodotti,
servizi e lavori identificati come prioritari (per gli impatti ambientali ed i
volumi di spesa), indicazioni metodologiche per la costruzione di processi di
acquisto “sostenibili” e di criteri ambientali da inserire nei capitolati di
gara.
In tale prospettiva,
quindi, il Piano d’Azione Nazionale GPP delinea la strategia per la diffusione
degli appalti verdi e rinvia a successivi decreti del Ministero dell’Ambiente la
determinazione di criteri ambientali minimi da inserire nelle procedure
d’acquisto, sopra e sotto la soglia di rilievo comunitario, relativi alle
categorie merceologiche individuate dalla Legge Finanziaria per il 2007 e
coerenti con quelle individuate dal Piano medesimo.
Secondo
l’impostazione europea e nazionale, quindi, il Green Public Procurement (GPP
o Acquisti sostenibili della Pubblica Amministrazione) è “l’approccio in
base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in
tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di
tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo
ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni
che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di
vita”.
Il GPP, quindi, inserendo
considerazioni di carattere ambientale all’interno dei processi di acquisto
delle Pubbliche Amministrazioni, svolge la funzione di orientarne le scelte su
beni, servizi e lavori con minori impatti ambientali e può avere un ruolo significativo
sia per la creazione di un mercato e di una cultura più attenti all’ambiente,
sia per la promozione dell’innovazione tecnologica.
In tale contesto, i
Criteri Ambientali Minimi (CAM) - che sulla base di quanto previsto dal piano
sono di volta in volta adottati con decreto ministeriale - sono i requisiti
ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto e sono
finalizzati ad individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio
migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della
disponibilità di mercato. La loro applicazione sistematica ed omogenea ha lo
scopo di produrre, tra l’altro, un effetto leva sul mercato, inducendo gli
operatori economici ad adeguarsi alle richieste della Pubblica
amministrazione.
In Italia, l’efficacia
dei CAM è stata assicurata, in un primo momento, dall’art. 18 della legge n.221
del 2015 (che ne ha stabilito l’obbligatoria applicazione per alcune categorie
di forniture e affidamenti) e, successivamente, dall’art. 34 del Codice degli
appalti (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, Codice dei contratti
pubblici) che ne ha resa obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le
stazioni appaltanti. L’articolo 34 citato dispone, in particolare, che le
stazioni appaltanti debbano contribuire al conseguimento degli obiettivi
ambientali previsti dal Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso
l'inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle
specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri
ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare.
Con specifico riferimento
all'acquisto di prodotti e servizi nei settori della ristorazione collettiva e
fornitura di derrate alimentari, è richiesto anche il rispetto di quanto
specificamente previsto all'articolo 144 del codice che dispone che per i servizi
di ristorazione la valutazione dell'offerta tecnica, in fase di aggiudicazione
di un appalto, deve tenere conto, in particolare, degli aspetti relativi a
fattori quali:
-
la qualità dei
generi alimentari con particolare riferimento a quella di prodotti biologici,
tipici e tradizionali, di quelli a denominazione protetta, nonché di quelli
provenienti da sistemi di filiera corta e da operatori dell'agricoltura sociale;
-
la qualità della
formazione degli operatori;
-
il rispetto delle
disposizioni ambientali in materia di green economy;
-
il rispetto dei
criteri ambientali minimi pertinenti di cui all'articolo 34 del codice degli
appalti (cit).
I criteri ambientali
minimi sono quindi tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei
documenti di gara per l'applicazione del criterio dell'offerta economicamente
più vantaggiosa.
Ad oggi, sono stati
adottati CAM per 17 categorie di forniture ed affidamenti (cfr. paragrafo 4).
2. CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER IL SERVIZIO DI GESTIONE DEL VERDE PUBBLICO E LA FORNITURA DI PRODOTTI PER LA
CURA DEL VERDE
Il nuovo decreto 10
marzo 2020 (Allegato 1) procede alla revisione del decreto 13 dicembre 2013 (con
cui sono stati adottati i Criteri ambientali minimi per il servizio di
gestione del verde pubblico e per l'acquisto di ammendanti, piante ornamentali
e impianti di irrigazione) al fine di adeguare la disciplina all'evoluzione
della normativa intervenuta sulla protezione del capitale naturale e sul valore
dei servizi ecosistemici ed in considerazione della necessità di adottare un
approccio sistemico, affrontando la gestione del verde pubblico nell'ambito di
una visione strategica del ruolo che lo stesso può avere per l'ambiente urbano
e per la collettività.
In tale prospettiva,
il decreto definisce i criteri ambientali minimi per i seguenti servizi e
forniture:
A) servizio di progettazione
di nuova area verde o riqualificazione di un’area già esistente
Il servizio comprende:
-
selezione delle
specie vegetali adeguate alle caratteristiche pedoclimatiche regionali;
-
soluzioni di
impianti che riducano il consumo delle risorse e l'emissione di CO2
e di arredo urbano che soddisfi criteri di sostenibilità;
-
individuazione
delle migliori pratiche ambientali per la gestione del cantiere e
programmazione e pianificazione delle attività di manutenzione post
realizzazione dell'area verde;
B) servizio di gestione e
manutenzione del verde pubblico
Il servizio comprende:
-
integrazione e
aggiornamento del censimento del verde con informazioni e dati relativi al
patrimonio arboreo oggetto dell'appalto;
-
elaborazione di
un piano di manutenzione e gestione delle aree verdi oggetto di gara mirato a
soddisfare le reali esigenze di intervento sul territorio e a condurre in modo
sistematico ed organico le attività previste dal servizio;
-
valorizzazione
del patrimonio verde attraverso l'adozione di tecniche, pratiche e prodotti
efficaci e sostenibili per l'esecuzione di attività di manutenzione e cura del
verde;
-
attuazione di
iniziative di coinvolgimento e partecipazione della cittadinanza.
C) fornitura di prodotti per
la gestione del verde (materiale
florovivaistico, prodotti fertilizzanti e impianti di irrigazione):
La fornitura comprende:
-
specie vegetali
appartenenti alla flora italiana, coerenti con le caratteristiche ecologiche
del sito d'impianto, di stato e qualità tali da garantirne l'attecchimento e la
sopravvivenza, coltivate con tecniche di difesa fitosanitaria integrata e con
impianti d'irrigazione dotati di sistemi atti a ridurre i consumi idrici;
-
prodotti
fertilizzanti contenenti sostanze naturali e ammendanti compostati misti o
verdi conformi al decreto legislativo n. 75/2010;
-
impianti di
irrigazione a ridotto consumo idrico.
Nel rinviare alla
lettura dell’allegato del DM per i dettagli dei criteri definiti per ogni
tipologia di servizio o fornitura, si segnala come il decreto sottolinei
che, al fine di garantire l'approccio strategico
di medio-lungo periodo, è essenziale che le stazioni appaltanti (in particolare
le amministrazioni comunali), siano in possesso ed applichino concretamente
strumenti di gestione del verde pubblico come il censimento del verde, il piano
del verde, il regolamento del verde pubblico e privato ed il bilancio arboreo
che rappresentano la base per una corretta gestione sostenibile del verde
urbano. Sotto tale profilo, il decreto evidenzia come il censimento del verde,
in particolare, rappresenti lo strumento fondamentale per la corretta
pianificazione di nuove aree verdi, per la programmazione del servizio di
manutenzione del verde, per la progettazione degli interventi di
riqualificazione del patrimonio esistente e per la stima degli investimenti
economici necessari al mantenimento e potenziamento della funzionalità del
patrimonio verde.
Il decreto richiede
espressamente quindi, che l'amministrazione, qualora non ne sia ancora dotata,
prima di procedere all'affidamento del servizio di gestione e manutenzione, debba
prevedere la realizzazione di un censimento in modo da partire dalla
valutazione del patrimonio pubblico esistente, del contesto e delle risorse
presenti sul territorio e proseguire, poi, con la redazione del «Piano del
verde», come strumento integrativo della pianificazione urbanistica generale, in
modo da stabilire, in base alle priorità determinate dalle esigenze del
territorio, gli obiettivi previsti in termini di miglioramento dei servizi
ecosistemici, interventi di sviluppo e
valorizzazione del verde urbano e periurbano a lungo termine, risorse
economiche da impegnare e modalità di monitoraggio degli obiettivi raggiunti e
di coinvolgimento delle comunità locali.
3. CRITERI AMBIENTALI
MINIMI PER IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE COLLETTIVA
E FORNITURA DI DERRATE ALIMENTARI
Con il nuovo decreto
del 10 marzo 2020 (Allegato 2) il Ministero dell’ambiente ha adottato i Criteri
ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva
e fornitura di derrate alimentari.
Il nuovo decreto -
che si inserisce nell’ambito delle azioni previste dal Piano d'azione per la
sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione
- procede alla revisione del decreto 25 luglio 2011, con il quale sono stati adottati
i «Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e
per la fornitura di derrate alimentari», al fine di:
-
adeguare la
disciplina alla normativa intervenuta negli ultimi anni in particolare sui
requisiti di qualità dei prodotti alimentari e dei materiali in uso nella
ristorazione collettiva;
-
perseguire con maggiore
efficacia gli obiettivi di riduzione degli sprechi e della produzione di
rifiuti;
-
premiare modelli
produttivi e distributivi a basso impatto ambientale;
-
assicurare una sana alimentazione anche attraverso
modalità più incisive di verifica sulla corretta esecuzione dei servizi e delle
forniture.
I criteri ambientali (definiti in
allegato 1) si applicano ai seguenti servizi e forniture:
A) servizio di ristorazione collettiva
-
ristorazione
scolastica;
-
ristorazione per
gli uffici, le università e le caserme;
-
ristorazione per
le strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive.
La nozione di
ristorazione collettiva include:
-
l'acquisto di
alimenti e bevande;
-
la preparazione
dei pasti con le derrate alimentari acquistate;
-
il trasporto e la
somministrazione dei pasti;
-
la pulizia della
sala mensa, dei locali del centro cottura e delle attrezzature e delle stoviglie
utilizzate;
-
la gestione
delle eccedenze alimentari derivanti
dalla preparazione e
dalla somministrazione dei pasti
B) derrate
alimentari
La nozione di derrate alimentari include:
Nel rinviare alla lettura dell’allegato
del DM per il dettaglio dei criteri definiti per le diverse tipologie di servizi
e forniture, pare utile segnalare come il documento miri ad affrontare i diversi
aspetti ambientali lungo il ciclo
di vita dei
servizi di ristorazione collettiva, dalla produzione
delle derrate, alla loro distribuzione, al loro
confezionamento, alla preparazione dei
pasti, allo smaltimento dei rifiuti generati, proponendo soluzioni
migliorative dal punto di vista ambientale lungo tutto il processo.
In estrema sintesi, i CAM proposti:
A) Sostengono
modelli produttivi agricoli e di allevamento migliori sotto il profilo
ambientale (ad esempio, modello biologico e da difesa integrata) al
fine di non compromettere la fertilità dei suoli, di diminuire i consumi
energetici e la dipendenza dalle fonti fossili, di assicurare la tutela
ambientale e di ottenere materie prime più salubri per la somministrazione. Con
specifico riferimento alle percentuali richieste di prodotti biologici, nel
decreto viene chiarito che, prudenzialmente, in considerazione del fatto
che i prodotti biologici vengono per lo più
assorbiti dai mercati privati nazionali ed
esteri, è stata stabilita una
quota di prodotti biologici complessivamente inferiore rispetto a quanto
previsto dai precedenti CAM adottati con decreto ministeriale del 25 luglio
del 2011 (che prevedevano il 40%
in peso di prodotti biologici ed un ulteriore 20% in peso di ortofrutta da
lotta integrata, indistintamente per tutti i compirti del servizio di
ristorazione collettiva istituzionale).
Così, se per gli
utenti in età pediatrica ed adolescenziale è stata fissata la soglia di almeno
il 50% di prodotti biologici, nel settore sanitario ed assistenziale viene
rimessa alla stazione appaltante la scelta delle quote minime di biologico da
somministrare agli adulti.
B) Salvaguardano la biodiversità delle specie
ittiche, da un lato imponendo
la somministrazione di specie pescate in mare meno sovra sfruttate ed a
rischio, dall'altro lato non ponendo particolari restrizioni alla
somministrazione di pesce da allevamento.
C) Promuovono una dieta con minore consumo di
proteine animali, laddove tecnicamente
possibile (es. nelle mense per uffici, università e caserme).
D) Affrontano la questione delle eccedenze
alimentari con criteri più incisivi rispetto ai CAM previgenti.
E) Mirano alla prevenzione dei rifiuti e di altri
impatti lungo il ciclo di vita del servizio, attraverso la previsione dell'uso delle stoviglie
riutilizzabili e ove possibile, attraverso la riduzione del ricorso a prodotti
prelavorati e di quinta gamma, alle monodosi ed ai prodotti con imballaggi non
riciclabili.
F) Mirano alla riduzione dei consumi energetici e delle
emissioni di gas climalteranti,
in modo più incisivo rispetto ai CAM previgenti, privilegiando servizi meno
«industrializzati», attraverso il criterio premiante della filiera corta ed
imponendo l'efficienza energetica nel caso di acquisto di nuove attrezzature per
i centri di cottura interni.
G) Mirano a sostenere economie locali e piccoli
produttori, per quanto
tecnicamente possibile, definendo criteri premianti dedicati contestualmente al
KM 0 ed alla filiera corta. Tale
previsione è finalizzata alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti ed
al contenimento del consumo di energia da fonti fossili determinati dal trasporto.
H) Affrontano con maggior rigore l'aspetto delle verifiche
di conformità prevedendo
metodi di verifica più efficaci e, in particolare, un flusso informativo tra
l'aggiudicatario e la stazione appaltante sui prodotti che verranno
somministrati di volta in volta, che consente un controllo più efficiente su
base campionaria delle fatture d'acquisto e dei documenti di trasporto delle
materie prime.
I) Prevedono azioni di comunicazione sulla
qualificazione ambientale dei prodotti offerti per migliorare
cultura e conoscenza.
4. I CAM ATTUALMENTE IN
VIGORE (fonte: Ministero dell’ambiente)
Ad oggi, sono stati
adottati CAM per le seguenti 17 categorie di forniture ed affidamenti:
Fornitura e servizio di noleggio di arredi per interni
(approvato con DM 11 gennaio 2017, in G.U. n. 23 del
28 gennaio 2017)
• Decreto
correttivo (DM 3 luglio 2019, in G.U. n. 167 del 18 luglio 2019)
Acquisto di articoli per l’arredo urbano
(approvato con DM 5 febbraio 2015, in G.U. n. 50 del 2
marzo 2015)
Forniture di ausili per l’incontinenza
(approvato con DM 24 dicembre 2015, in G.U. n. 16 del
21 gennaio 2016)
Forniture di calzature da lavoro non DPI e DPI,
articoli e accessori in pelle
(approvato con DM 17 maggio 2018, in G.U. n. 125 del
31 maggio 2018)
Acquisto di carta per copia e carta grafica
(approvato con DM 4 aprile 2013, in G.U. n. 102 del 3
maggio 2013)
Forniture di cartucce toner e cartucce a getto di
inchiostro e per l’affidamento del servizio integrato di raccolta di cartucce
esauste, preparazione per il riutilizzo e fornitura di cartucce di toner e a
getto di inchiostro
(approvato con DM 17 ottobre 2019, in G.U. n. 261 del
7 novembre 2019)
Affidamento di servizi di progettazione e lavori per
la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici
(approvato con DM 11 ottobre 2017, in G.U. Serie
Generale n. 259 del 6 novembre 2017)
Acquisizione di sorgenti luminose per illuminazione
pubblica, l’acquisizione di apparecchi per illuminazione pubblica,
l’affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione
pubblica
(approvato con DM 27 settembre 2017, in G.U. n 244 del
18 ottobre 2017)
Servizio di illuminazione pubblica
(approvato con DM 28 marzo 2018, in GU n. 98 del 28
aprile 2018)
Affidamento servizi energetici per gli edifici, servizio
di illuminazione e forza motrice, servizio di riscaldamento/raffrescamento
(approvato con DM 7 marzo 2012, in G.U. n.74 del 28
marzo 2012)
Affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura
di prodotti per l’igiene
(approvato con DM 24 maggio 2012, in G.U. n. 142 del
20 giugno 2012)
Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti
urbani
(approvato con DM 13 febbraio 2014, in G.U. n. 58
dell’11 marzo 2014)
Servizio di ristorazione collettiva e fornitura di
derrate alimentari
(approvato con DM 10
marzo 2020, in G.U. n.90 del 4 aprile 2020)
Affidamento del servizio di sanificazione per le
strutture sanitarie e per la fornitura di prodotti detergenti
(approvato con DM 18 ottobre 2016, in G.U. n. 262 del
9 novembre 2016)
Affidamento del servizio di stampa gestita,
affidamento del servizio di noleggio di stampanti e di apparecchiature
multifunzione per ufficio e acquisto o il leasing di stampanti e di apparecchiature
multifunzione per ufficio
(approvato con DM 17 ottobre 2019, in G.U. n. 261 del
7 novembre 2019)
Forniture di prodotti tessili
(approvato con DM 11 gennaio 2017, in G.U. n. 23 del
28 gennaio 2017)
Acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su
strada
(approvato con DM 8 maggio 2012, in G.U. n. 129 del 5
giugno 2012)
• Decreto correttivo (DM 30 novembre 2012, in G.U. n.
290 del 13 dicembre 2012)
Servizio di gestione del verde pubblico e fornitura
prodotti per la cura del verde
(approvato con DM 10 marzo 2020, in G.U. n.90 del 4
aprile 2020)
Per qualsiasi
chiarimento o informazione è possibile rivolgersi a Maria Adele Prosperoni (ambiente@confcooperative.it), responsabile
del Servizio.