Circolari

Circ. n. 5/2020

Conclusioni Consiglio europeo straordinario, 17-21 luglio 2020

Come ampiamente riportato dagli organi di stampa, dopo quattro giorni di intensi negoziati, i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’Unione europea hanno trovato l’accordo sullo strumento Next Generation EU, l’insieme di misure per fare fronte ai danni causati dalla pandemia da Covid-19. Tali risorse si aggiungeranno al più ampio bilancio pluriennale dell’UE, il cosiddetto Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (QFP), oggetto anch’esso dell’accordo raggiunto dal Consiglio europeo.

Vista la tradizionale complessità dei negoziati, la Commissione presentò la prima proposta di QFP nel maggio 2018 per poi modificarla parzialmente con l’insediamento del nuovo Collegio guidato da Ursula von der Leyen entrato in funzione a fine 2019. Next Generation EU è stato invece presentato negli ultimi mesi in seguito allo scoppio della pandemia. Considerate le sinergie tra i due documenti e tra gli interventi da essi previsti, si è deciso di discuterli e approvarli congiuntamente.

Next Generation EU

È l’insieme dei programmi e degli strumenti finanziari pensati per aiutare le economie più colpite dalla pandemia. Costituisce un’importante innovazione per l’Unione europea, visto che per la prima volta quest’ultima emetterà direttamente strumenti di debito per finanziare tali misure. Non a caso, come è ben noto, alcuni Stati erano fortemente contrari a tale innovazione. Il compromesso sta nella creazione di questa forma di finanziamento che sarà temporanea e limitata solamente al periodo post-pandemia.

Nel complesso saranno disponibili 750 miliardi di euro, 360 sotto forma di prestiti e 390 sotto forma di trasferimenti diretti. L’ammontare riservato a ogni Paese – in linea con quanto riportato dalla stampa in questi giorni – sarà in realtà definito esattamente in base a indicatori macroeconomici e al tasso di disoccupazione di ogni singolo Paese. Le misure saranno suddivise nei seguenti programmi:

 

 

Dispositivo per la ripresa e la resilienza

672,5 miliardi di euro

di cui prestiti

360 miliardi di euro

di cui sovvenzioni

312,5 miliardi di euro

REACT-EU

47,5 miliardi di euro

Orizzonte Europa (aggiuntivi rispetto a quanto già previsto)

5 miliardi euro

InvestEU

5,6 miliardi di euro

Sviluppo rurale (aggiuntivi rispetto a quanto già previsto)

7,5miliardi di euro

Fondo per una transizione giusta

10 miliardi di euro

RescEU

1,9 miliardi di euro

 

Dispositivo per la ripresa e la resilienza

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (il cosiddetto Recovery Fund) costituisce la vera e principale novità e funzionerà nel modo seguente. Tutti gli interventi dovranno essere preventivamente inclusi in piani coordinati e coerenti. Tali Piani nazionali per la resilienza, preparati da ogni Stato e presentati alla Commissione europea, dovranno definire il programma di riforme e investimenti dello Stato membro interessato per il periodo 2021-2023. I piani saranno riesaminati e adattati, ove necessario, nel 2022 per tenere conto della ripartizione definitiva dei fondi per il 2023. Il 70% delle sovvenzioni erogate dal dispositivo dovrà essere impegnato negli anni 2021 e 2022. Il restante 30% dovrà essere interamente impegnato entro la fine del 2023.

Venendo all’attuazione, si trovano i paletti oggetto dell’intenso negoziato al Consiglio europeo. Innanzitutto, i piani per la ripresa e la resilienza saranno valutati dalla Commissione entro due mesi dalla presentazione. Nella valutazione il punteggio più alto dovrà essere ottenuto per quanto riguarda i criteri della coerenza con le raccomandazioni specifiche per Paese, nonché del rafforzamento del potenziale di crescita, della creazione di posti di lavoro e della resilienza sociale ed economica dello Stato membro. Anche l'effettivo contributo alla transizione verde e digitale rappresenterà una condizione preliminare ai fini di una valutazione positiva.

Poi, la valutazione dei piani dovrà essere approvata dal Consiglio, a maggioranza qualificata su proposta della Commissione. La valutazione positiva delle richieste di pagamento sarà subordinata al soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali. Il conseguimento di tali target sarà valutato dal Comitato economico e finanziario, che riunisce i rappresentanti dei Ministeri dell’Economia dei singoli Stati.

Da ultimo, è da notare il cosiddetto freno d’emergenza in forza del quale qualora, in via eccezionale, uno o più Stati membri riterranno che vi siano gravi scostamenti dal soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali, potranno chiedere che il presidente del Consiglio europeo rinvii la questione al successivo Consiglio europeo. In tal caso, benché la decisione finale avverrà a maggioranza qualificata, sarà comunque necessario attendere l’esame da parte del Consiglio europeo, che potrà prendere fino a tre mesi.

 

REACT-EU

Fornirà un supplemento per il sostegno alla coesione agli Stati membri. Sarà distribuito secondo una nuova chiave di ripartizione che tiene conto dell'impatto della crisi. Ciò garantirà che non vi siano interruzioni nei finanziamenti. Sosterrà i lavoratori e le PMI, i sistemi sanitari e le transizioni verdi e digitali e sarà disponibile in tutti i settori dell’economia. Così come previsto per il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, anche REACT-EU potrà finanziare retroattivamente le azioni intraprese dal 1° febbraio 2020 in poi, purché perseguano gli obiettivi dei rispettivi programmi.

 

Orizzonte Europa

È il programma pensato per potenziare e ampliare l'eccellenza scientifica e d'innovazione dell'Unione europea. Un insieme unico di norme garantirà l'efficienza e l'efficacia della futura politica di ricerca europea, che offrirà anche migliori possibilità di partecipazione ai programmi da parte delle PMI e delle nuove imprese. Saranno promossi collegamenti migliori tra gli istituti di ricerca e innovazione in tutta Europa al fine di rafforzare la collaborazione nel settore della ricerca in tutta l'Unione. Sarà rivolta particolare attenzione al coordinamento delle attività finanziate mediante Orizzonte Europa con quelle finanziate nell'ambito di altri programmi dell'Unione, compresa la politica di coesione. In questo contesto saranno necessarie importanti sinergie tra Orizzonte Europa e i fondi strutturali ai fini della "condivisione dell'eccellenza", potenziando in tal modo la capacità di R&I regionale e l'attitudine di tutte le regioni a sviluppare poli di eccellenza.

La dotazione finanziaria per il periodo 2021-2027 sarà pari a 75,9 miliardi di euro.

 

InvestEU

Il Fondo InvestEU funge da meccanismo unico di sostegno agli investimenti dell'UE per l'azione interna e sostituisce tutti gli strumenti finanziari esistenti. Il suo obiettivo generale è sostenere gli obiettivi delle politiche dell'Unione attraverso la mobilitazione di investimenti pubblici e privati nell'ambito dell'UE che rispettano il criterio di addizionalità, rimediando in tal modo ai fallimenti del mercato e alle situazioni subottimali in termini di investimenti che ostacolano il conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di sostenibilità, competitività e crescita inclusiva. Disposizioni chiare nell'ambito dei relativi atti di base stabiliranno le varie interazioni finanziarie tra i programmi di spesa applicabili e il Fondo InvestEU.

 

Fondo per una transizione giusta

Per affrontare le conseguenze sociali ed economiche dell'obiettivo di realizzare la neutralità climatica dell'UE entro il 2050 sarà creato un meccanismo per una transizione giusta, comprendente un Fondo per una transizione giusta. Secondo la proposta della Commissione europea, gli interventi ammissibili sarebbero: investimenti produttivi nelle PMI, tra cui le start-up, finalizzati alla diversificazione e alla riconversione economica; investimenti nella creazione di nuove imprese, anche mediante incubatori di imprese e servizi di consulenza; investimenti in attività di ricerca e innovazione e promozione del trasferimento di tecnologie avanzate; investimenti nella messa in opera di tecnologia e infrastrutture per l'energia pulita a prezzi accessibili, nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, nell'efficienza energetica e nell'energia rinnovabile; investimenti nella digitalizzazione e nella connettività digitale; investimenti nella bonifica e decontaminazione di siti, progetti di ripristino e conversione ad altri usi di terreni; investimenti per il potenziamento dell'economia circolare, anche mediante la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, l'uso efficiente delle risorse, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio; miglioramento delle competenze e riqualificazione professionale dei lavoratori; assistenza nella ricerca di lavoro; inclusione attiva delle persone in cerca di lavoro; assistenza tecnica.

 

Nuove entrate

Per quanto sottaciuto, l’aspetto delle nuove entrate previste è altrettanto rilevante per una valutazione complessiva dell’impatto netto delle risorse messe a disposizione da Next Generation EU. Infatti, bisogna ricordare che l’UE ricorrerà a prestiti obbligazionari per ottenere le risorse necessarie e dovrà poi finanziare il rimborso di tali prestiti.

Nei prossimi anni, quindi, l'Unione lavorerà a una riforma del sistema delle risorse proprie e ne introdurrà di nuove. Le risorse proprie sono le entrate direttamente incassate dall’UE.

Come primo passo, sarà introdotta e applicata a decorrere dal 1° gennaio 2021 una nuova risorsa propria composta da una quota di entrate provenienti da un contributo nazionale calcolato in base al peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, con un'aliquota di prelievo di 0,80 euro per chilogrammo.

Come risorse proprie supplementari, nel primo semestre del 2021 la Commissione presenterà proposte relative a un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e a un prelievo sul digitale, ai fini della loro introduzione al più tardi entro il 1° gennaio 2023.

Inoltre, la Commissione è invitata a presentare una proposta riveduta sull'ETS (tassazione dei gas a effetto serra), eventualmente estendendola al trasporto aereo e marittimo. Infine, l'Unione lavorerà all'introduzione di altre risorse proprie, che potrebbero comprendere un'imposta sulle transazioni finanziarie.

           

QFP – Bilancio pluriennale 2021-2027

            Come detto, il Consiglio europeo ha anche trovato un accordo sul QFP 2021-2027. Pur essendo attuato su base annuale, il bilancio dell’UE è però definito nelle linee generali e negli importi su base settennale. Quello approvato per i prossimi sette anni prevede un ammontare totale pari a 1.074 miliardi di euro, pari a circa l'1,04% del prodotto nazionale lordo dell'UE.           Tale ammontare è leggermente superiore al QFP 2014-2020 (equivalente a circa l'1%), ma inferiore a quanto il Parlamento europeo ha più volte richiesto al fine di dotare l'Unione di sufficienti risorse. La stessa Commissione aveva proposto di arrivare all'1,11%, ma ha poi dovuto fare i conti con le richieste di alcuni Stati membri che - a prescindere dai fondi per la ripresa - erano e sono sempre stati contrari a un aumento del bilancio dell'UE, che è in parte finanziato da contributi nazionali.

            In generale, pur con cambiamenti rilevanti rispetto alla programmazione attuale e la cui portata definitiva è ancora oggetto di negoziato, le principali voci del QFP restano la politica di coesione e i fondi strutturali (capitolo Coesione, resilienza e valori) e la politica agricola comune (capitolo Risorse naturali e ambiente) che rappresentano, ognuna, circa il 30% del totale. 

            I capitoli di spesa sono i seguenti:

1. Mercato unico, innovazione e agenda digitale

132,8 miliardi di euro

2. Coesione, resilienza e valori

377,8 miliardi di euro

3. Risorse naturali e ambiente

356,4 miliardi di euro

4. Migrazione e gestione delle frontiere

22,7 miliardi di euro

5. Sicurezza e difesa

13,2 miliardi euro

6. Vicinato e resto del mondo

98,4 miliardi di euro

7. Pubblica amministrazione europea

73,1 miliardi di euro