Circolari

Circ. n. 48/2015

OSSERVATORI PROVINCIALI DELLACOOPERAZIONE. - Attività di ricognizione criticità sul territorio.- Nota DG per l’Attività Ispettiva del 14 settembre 2015.

Come noto, all’inizio di quest’anno, abbiamo provveduto a sollecitare il Ministero del Lavoro perché si desse nuovo impulso all’attività degli Osservatori permanenti della Cooperazione istituiti sulla base del Protocollo del 2007 (1).

Ciò si è tradotto in primo luogo nell’emanazione da parte della DG per l’Attività Ispettiva di una serie di indicazioni al territorio, tese a rimarcare il ruolo e l’importanza degli Osservatori, riproponendo istruzioni puntuali circa il loro corretto funzionamento soprattutto in relazione all’attività di orientamento della funzione ispettiva.

A distanza di qualche mese, su specifica sollecitazione del Ministero all’interno delle periodiche riunioni di coordinamento con le Centrali Cooperative e le OOSS, è nata l’esigenza di procedere ad una ricognizione puntuale delle criticità operative che si trovano ad affrontare i nostri rappresentanti all’interno degli Osservatori provinciali e regionali.

Lobiettivo è quello di rilevare i problemi che, a livello locale, pregiudicano o alterano l’operato degli Osservatori e di trasferirli direttamente al Ministero che si è impegnato ad intervenire in modo mirato.

Pertanto, è indispensabile che ogni territorio in cui l’Osservatorio provinciale e/o regionale riscontri delle criticità le riassuma (solo se ci sono) in una breve nota da far pervenire ENTRO IL 31 OTTOBRE 2015 p.v. attraverso i consueti canali di comunicazione (servsindacale@confcooperative.it).

A titolo di esempio, le criticità potrebbero riguardare l’effettiva convocazione o meno dell’Osservatorio, il reale svolgimento o meno delle riunioni nonché la loro cadenza, i soggetti partecipanti o quelli sistematicamente assenti, gli strumenti operativi di cui (non) ci si è dotati  - es. regolamento, elenco cooperative attive sul territorio, protocolli di intesa con altre amministrazioni, etc. - i risultati raggiunti o meno dall’Osservatorio, soprattutto rispetto alla corretta applicazione dei CCNL – distinguendo se possibile tra imprese aderenti alle centrali che compongono l’Alleanza delle Cooperative e le altre imprese cooperative.

Sarà importante offrire le motivazioni precise per cui si è venuta a creare la situazione corrente, come sintetizzata attraverso la declinazione dei punti precedenti.

Si tratta di un passaggio rilevante, strettamente correlato alle altre azioni da tempo messe in campo per contrastare il proliferare di CCNL pirata e le false cooperative, e, come detto, per consentire al Ministero del Lavoro di cercare di rimuovere tali criticità.

Cogliamo l’occasione per segnalare che, pochi giorni fa, la DG per l’attività ispettiva con una nota che si allega alla presente ha ricordato ai Direttori delle DIL/DTL le istruzioni già impartite in precedenza ribadendone la validità e la cogenza.

In particolare, con la nota ministeriale del 14 settembre u.s. si ribadisce che

“l’attività di verifica debba essere orientata per il 70% al controllo delle cooperative non iscritte ad alcuna associazione di categoria e per il restante 30% alle cooperative associate, con priorità su quelle mai verificate, o non verificate negli ultimi tre anni”.

Ad integrazione di questa indicazione, anticipiamo sin d’ora che nell’ultima riunione di coordinamento e monitoraggio degli Osservatori tenutasi a livello nazionale, si è convenuto sull’opportunità - in quanto maggiormente rispondente alla finalità che si vuole perseguire - di distinguere tra cooperative che applicano un CCNL stipulato dalle parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale e cooperative che ne applicano uno diverso.

Ciò alla luce di quanto disposto dall’art. 7, comma 4 della legge 31/08, nonché della recente sentenza della Consulta n. 51/2015 che ha confermato la perfetta legittimità costituzionale di tale norma. (2)

Resterà comunque ferma la ripartizione 70/30 %, per cui il Ministero del Lavoro procederà prossimamente ad un aggiornamento delle sue istruzioni sottolineando che l’attività di verifica debba essere orientata per il 70% al controllo delle cooperative che non applicano CCNL stipulati dalle parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale (cioè, come più volte chiarito dal Ministero, da AGCI-CONFCOOPERATIVE-LEGACOOP e CGIL-CISL-UIL) e per il restante 30% alle cooperative che li applicano.

Nel ringraziare anticipatamente per la Vostra collaborazione, rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.










(1) Nostra circolare n. 12, del 12 marzo 2015 – prot. n. 1194

 (2) Nostra circolare n. 21, del 30 aprile 2015 – prot. n. 2115