Come noto, all’inizio di quest’anno, abbiamo
provveduto a sollecitare il Ministero del Lavoro perché si desse nuovo impulso
all’attività degli Osservatori permanenti della Cooperazione istituiti sulla
base del Protocollo del 2007 (1).
Ciò si è tradotto in primo luogo
nell’emanazione da parte della DG per l’Attività Ispettiva di una serie di
indicazioni al territorio, tese a rimarcare il ruolo e l’importanza degli
Osservatori, riproponendo istruzioni puntuali circa il loro corretto
funzionamento soprattutto in relazione all’attività di orientamento della
funzione ispettiva.
A distanza di qualche mese, su specifica
sollecitazione del Ministero all’interno delle periodiche riunioni di
coordinamento con le Centrali Cooperative e le OOSS, è nata l’esigenza di procedere ad una ricognizione
puntuale delle criticità operative che si trovano ad affrontare i nostri rappresentanti
all’interno degli Osservatori provinciali e regionali.
L’obiettivo è quello di rilevare i problemi che, a livello locale,
pregiudicano o alterano l’operato degli Osservatori e di trasferirli direttamente
al Ministero che si è impegnato ad intervenire in modo mirato.
Pertanto, è indispensabile che ogni territorio in cui l’Osservatorio
provinciale e/o regionale riscontri delle criticità le riassuma (solo se ci
sono) in una breve nota da far pervenire ENTRO IL 31 OTTOBRE 2015 p.v. attraverso
i consueti canali di comunicazione (servsindacale@confcooperative.it).
A titolo di esempio, le criticità
potrebbero riguardare l’effettiva
convocazione o meno dell’Osservatorio, il reale svolgimento o meno delle riunioni nonché la loro cadenza, i soggetti partecipanti o quelli sistematicamente
assenti, gli strumenti operativi di
cui (non) ci si è dotati - es.
regolamento, elenco cooperative attive sul territorio, protocolli di intesa con
altre amministrazioni, etc. - i risultati
raggiunti o meno dall’Osservatorio, soprattutto
rispetto alla corretta applicazione dei CCNL – distinguendo se possibile
tra imprese aderenti alle centrali che compongono l’Alleanza delle Cooperative
e le altre imprese cooperative.
Sarà importante offrire le motivazioni precise per cui si è venuta
a creare la situazione corrente, come sintetizzata attraverso la declinazione
dei punti precedenti.
Si tratta di un passaggio rilevante, strettamente correlato alle altre azioni da tempo
messe in campo per contrastare il proliferare di CCNL pirata e le false
cooperative, e, come detto, per consentire al Ministero del Lavoro di cercare
di rimuovere tali criticità.
Cogliamo l’occasione per segnalare che, pochi
giorni fa, la DG per l’attività ispettiva con una nota che si allega alla
presente ha ricordato ai Direttori delle DIL/DTL le istruzioni già impartite in precedenza ribadendone la validità e la
cogenza.
In
particolare, con la nota ministeriale
del 14 settembre u.s. si ribadisce che
“l’attività di verifica debba essere
orientata per il 70% al controllo delle cooperative non iscritte ad alcuna
associazione di categoria e per il restante 30% alle cooperative associate, con
priorità su quelle mai verificate, o non verificate negli ultimi tre anni”.
Ad
integrazione di questa indicazione,
anticipiamo sin d’ora che nell’ultima riunione di coordinamento e monitoraggio
degli Osservatori tenutasi a livello nazionale, si è convenuto sull’opportunità
- in quanto maggiormente rispondente
alla finalità che si vuole perseguire - di distinguere tra cooperative che applicano un CCNL stipulato dalle parti
sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale e cooperative
che ne applicano uno diverso.
Ciò alla luce di quanto disposto dall’art. 7,
comma 4 della legge 31/08, nonché della recente sentenza della Consulta n. 51/2015 che ha confermato la perfetta
legittimità costituzionale di tale norma. (2)
Resterà comunque ferma la ripartizione 70/30
%, per cui il Ministero del Lavoro procederà
prossimamente ad un aggiornamento delle sue istruzioni sottolineando che l’attività
di verifica debba essere orientata per il 70% al controllo delle cooperative
che non applicano CCNL stipulati dalle parti sociali comparativamente più
rappresentative a livello nazionale (cioè, come più volte chiarito dal Ministero, da AGCI-CONFCOOPERATIVE-LEGACOOP
e CGIL-CISL-UIL) e per il restante 30%
alle cooperative che li applicano.
Nel ringraziare anticipatamente per la Vostra
collaborazione, rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.
(1)
Nostra circolare n. 12, del 12 marzo 2015 – prot. n. 1194
(2) Nostra
circolare n. 21, del 30 aprile 2015 – prot. n. 2115