Circolari

Circ. n. 45/2020

COMUNICAZIONE ISTAT 2020 SUI TASSI DI INFLAZIONE PROGRAMMATA IPCA al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati.

Come noto, l’ISTAT elabora da diversi anni l’indice inflattivo IPCA in oggetto che rappresenta L’INDICATORE CUI FARE RIFERIMENTO PER IL RINNOVO DEI CCNL.

Infatti, anche nell’Accordo interconfederale di riforma degli assetti contrattuali cooperativi siglato tra Centrali Cooperative e CGIL, CISL e UIL il 12 dicembre 2018(1) si continua a far riferimento a questo parametro, sottolineando però alcune specifiche modalità da utilizzare in sede di rinnovo contrattuale qui richiamate:

§  aumento dei minimi tabellari da negoziare secondo le regole condivise nel singolo settore e in funzione, ma non esclusivamente, degli scostamenti registrati nel tempo dall’IPCA al netto degli energetici importati, evitando quindi che con esso si identifichino in modo automatico e meccanico, le dinamiche complessive e gli andamenti specifici di ogni settore. Ogni CCNL, infatti, potrà modificare i valori minimi tabellari anche in ragione di altri fattori quali processi di trasformazione o di innovazione organizzativa;

§  nessun meccanismo automatico di verifica dell’andamento di tale indice una volta decorsa la vigenza contrattuale.

Ciò detto, l’ISTAT con la comunicazione (allegata) certifica:

§  l’inflazione reale dell’anno 2019;

§  la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2020-2023;

§  la registrazione degli scostamenti tra inflazione reale e inflazione programmata per gli anni passati (2016-2019).

Nella tabella che segue abbiamo evidenziato i nuovi tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti riferite a maggio 2019.

 

IPCA al netto energetici importati (variazione %)

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2022

Inflazione programmata

0,5

1,1

0,9

0,9

0,4 (1,0)

0,7 (1,1)

1,0 (1,1)

1,3

Inflazione reale

0,1

0,9

0,8

0,7

 

 

 

 

Scostamento

-0,4

-0,2

-0,1

-0,2

 

 

 

 

 

Dai dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:

§  uno scostamento negativo dell’inflazione reale del 2019 rispetto alla programmata pari ad un -0,2% (si è verificato uno 0,7 a fronte dello 0,9 previsto un anno fa);

§  un indicatore previsionale per il 2020 significativamente ridotto - più che dimezzato – rispetto a quello previsto dalla stima dell’anno scorso (0,4% in luogo dell’1,0%);

§  un indicatore previsionale per il 2021 altrettanto ridotto, -0,4%, rispetto alla stima dell’anno scorso (0,7% a fronte dell’1,1% previsto a maggio 2019);

§  un indicatore previsionale per il 2022 di poco inferiore (-0,1%) rispetto alla stima dell’anno scorso (1,0% a fronte dell’1,1% previsto a maggio 2019);

§  una nuova proiezione sull’inflazione programmata per il 2023 pari all’1,3% (naturalmente non c’è alcun dato di previsione con cui confrontarlo).

Sintetizzando, rispetto alle stime dell’inflazione dell’anno scorso nel periodo 2019-2022 riscontriamo una differenza negativa oltremodo significativa pari a 1,3%, forse lo scostamento più rilevante registrato in occasione delle periodiche comunicazioni annuali sull’IPCA, a testimonianza di come l’ISTAT, complice la crisi generata da COVID-19, intravede per il futuro una dinamica inflattiva in forte calo rispetto alle previsioni elaborate prima del manifestarsi del virus.

A riguardo, l’ISTAT mette bene in evidenza come la previsione sia stata effettuata sulla base delle informazioni disponibili al 5 giugno 2020 e coerentemente con il nuovo modello macroeconomico sviluppato dall’Istituto proprio per analizzare le nuove prospettive dell’economia italiana.

Infine, come ampiamente anticipato in premessa, ribadiamo che questi valori rappresentino un punto di riferimento cui rapportarsi in modo non automatico, stante la necessità che la dinamica retributiva legata ai rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche generali e specifiche del mercato del lavoro.



(1) Nostra circolare n. 30 del 14 dicembre 2018 – prot. n. 5137