Circolari

Circ. n. 41/2021

COMUNICAZIONE ISTAT 2021 SUI TASSI DI INFLAZIONE PROGRAMMATA IPCA al netto della dinamica dei prezzidei beni energetici importati.

Come noto, l’ISTAT elabora da diversi anni l’indice inflattivo IPCA in oggetto che rappresenta L’INDICATORE CUI FARE RIFERIMENTO PER IL RINNOVO DEI CCNL.

Infatti, anche nell’Accordo interconfederale di riforma degli assetti contrattuali cooperativi siglato tra Centrali Cooperative e CGIL, CISL e UIL il 12 dicembre 2018(1) si continua a far riferimento a questo parametro, sottolineando però alcune specifiche modalità da utilizzare in sede di rinnovo contrattuale qui richiamate:

  • aumento dei minimi tabellari da negoziare secondo le regole condivise nel singolo settore e in funzione, ma non esclusivamente, degli scostamenti registrati nel tempo dall’IPCA al netto degli energetici importati evitando quindi che con esso si identifichino in modo automatico e meccanico le dinamiche complessive e gli andamenti specifici di ogni settore.

    Ogni CCNL, infatti, potrà modificare i valori minimi tabellari anche in ragione di altri fattori quali, ad esempio, i processi di trasformazione o di innovazione organizzativa;

  • al momento non utilizziamo nessun meccanismo automatico di verifica dell’andamento di tale indice una volta decorsa la vigenza contrattuale.

Ciò detto, l’ISTAT con la comunicazione (allegata) certifica:

  • l’inflazione reale dell’anno 2020 e il suo scostamento da quella programmata precedentemente;

  • la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2021-2024;

Nella tabella che segue abbiamo evidenziato i nuovi tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti riferite a giugno 2020.

 

IPCA al netto energetici importati (variazione %)

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

Inflazione programmata

1,1

0,9

0,9

0,4

0,5 (0,7)

1,0 (1,0)

1,2 (1,1)

1,2

Inflazione realizzata

0,9

0,8

0,7

0,5

 

 

 

 

Scostamento

-0,2

-0,1

-0,2

0,1

 

 

 

 

 

Dai dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:

  • uno leggero scostamento dell’inflazione reale del 2020 rispetto alla programmata pari ad un + 0,1% (si è verificato uno 0,5 a fronte dello 0,4 previsto un anno fa);

  • un indicatore previsionale per il 2021 ridotto rispetto a quello previsto dalla stima dell’anno scorso (0,5% in luogo dello 0,7%);

  • un indicatore previsionale per il 2022 in linea con la stima dell’anno scorso (identico valore pari a 1%);

  • un indicatore previsionale per il 2023 di poco superiore (+0,1%) rispetto alla stima dell’anno scorso (1,2% a fronte dell’1,1% previsto a giugno 2020);

  • una nuova proiezione sull’inflazione programmata per il 2024 pari all’1,2% (naturalmente non c’è alcun dato di previsione con cui confrontarlo).

Sintetizzando, rispetto alle stime dell’inflazione dell’anno scorso nel periodo 2020-2023 riscontriamo complessivamente un saldo pari a 0 con leggere differenze in alcuni anni che si compensano sostanzialmente tra loro, un fenomeno piuttosto raro negli ultimi anni di comunicazioni ISTAT per questo specifico indicatore, ma prevedibile alla luce della pandemia subita.

Infine, come ampiamente anticipato in premessa, ribadiamo che questi valori rappresentino un punto di riferimento cui rapportarsi in modo non automatico, stante la necessità che la dinamica retributiva legata ai rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche generali e del mercato del lavoro.

Come di consueto, per qualunque ulteriore chiarimento il Servizio Sindacale Giuslavoristico resta a disposizione.




(1) Nostra circolare n. 30 del 14 dicembre 2018 – prot. n. 5137