Circolari

Circ. n. 4 - 2022 UE

Percorso di transizione per l’ecosistema "economia sociale e di prossimità"

La Commissione Europea ha presentato il 14 novembre il Percorso di transizione per l'Ecosistema "economia sociale e di prossimità" annunciato come uno dei 14 ecosistemi della nuova Strategia Industriale Europea pubblicata a maggio 2021. Tale ecosistema rappresenta il 6,54% del valore aggiunto dell'UE (791 miliardi di euro). Le entità dell'economia sociale danno lavoro a 13,6 milioni di persone, pari al 6,3% della forza lavoro dell'UE, e mobilitano l'equivalente di 5,5 milioni di lavoratori a tempo pieno in entità quali cooperative e associazioni. Sebbene l'economia sociale sia sviluppata in modo disomogeneo negli Stati membri dell'UE, il suo contributo al PIL nazionale può raggiungere il 10% in alcuni Stati membri.

Il percorso di transizione mira a consentire agli attori dell'ecosistema di realizzare la doppia transizione, verde e digitale, promuovendo al contempo un'economia più sostenibile, equa e resiliente nell'UE ed è il risultato di una consultazione pubblica della Commissione Europea alla quale l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha partecipato lo scorso febbraio.

 

  • Il report propone una serie di 30 azioni in 14 aree diverse inserite nel percorso della transizione verde e della transizione digitale.
     
  • Per quanto riguarda il processo di transizione verde sono previste azioni volte a migliorare il coordinamento tra le autorità pubbliche competenti nell'elaborazione delle politiche ambientali e climatiche, tenendo conto del potenziale e delle specificità delle entità dell'economia sociale. Si incentiva il riconoscimento dei modelli di business associativi, partecipativi e cooperativi a livello nazionale per migliorare la visibilità e l'offerta di loro prodotti e servizi anche attraverso politiche di acquisto sostenibile delle aziende (buy social) che potrebbero dare impulso a nuove partnership commerciali.
     
    La Commissione intente creare incentivi finanziari e normative di supporto per i modelli di business dell'economia sociale verde e circolare e sottolinea l'importanza del sostegno ai workers buy-out e alle società di proprietà dei dipendenti, dato il ruolo che questi modelli svolgono nell'allineare gli interessi dell'azienda con quelli dei dipendenti, delle comunità e più in generale dell'ambiente. Si invitano gli Stati membri a lavorare su schemi di sostegno per progetti pilota di aziende di proprietà dei dipendenti, nonché a sviluppare incentivi finanziari per incoraggiare gli investitori (ad esempio, banche di sviluppo, cooperative di credito) a fornire capitale di buy-out a queste entità.
     
    La Commissione intende incentivare le istituzioni di finanza sociale (ad esempio le cooperative bancarie, le società di investimento etico e d’impatto) e di microfinanza ad aumentare gli investimenti locali per i progetti di transizione verde con una dimensione sociale.
    Per quanto riguarda gli appalti pubblici si chiede di fare un uso più strategico degli appalti per creare incentivi, in particolare integrando criteri sociali e ambientali nelle gare d'appalto pubblicate al fine di aprire nuovi mercati potenziali per le entità dell'economia sociale attraverso l'incontro tra imprese, l'assistenza tecnica, l'orientamento e la diffusione delle migliori pratiche che consentirebbero questa fertilizzazione incrociata.
     
    Un aspetto fondamentale per la transizione dell'ecosistema è l'efficienza energetica, le lacune negli investimenti sono infatti stimate in 192 miliardi di euro all'anno e sono state aggravate dalla pandemia. Il documento fa riferimento alla necessità di potenziare le comunità energetiche, come evidenziato nel piano REPower dell’UE, e di fornire assistenza tecnica e amministrativa per lo sviluppo di tali iniziative in tutta l'UE al fine di affrontare gli ostacoli rimanenti nei quadri giuridici nazionali, insieme alla struttura dei mercati dell'elettricità, che impediscono la diffusione delle comunità e delle cooperative energetiche negli Stati membri dell'UE.  La Commissione intende sviluppare progetti di costruzione, ristrutturazione e rigenerazione sostenibili nelle infrastrutture sociali (ad esempio, alloggi a prezzi accessibili) e rafforzare la capacità delle imprese dell'economia sociale di rendere più ecologiche le loro infrastrutture, operazioni e processi attraverso incentivi fiscali o supporto tecnico. Inoltre, si prevede di mappare i bisogni e stimolare le imprese pionieristiche dell'economia sociale in settori come la mobilità, il tessile, l'alimentare, le energie rinnovabili, l'economia circolare e i servizi di trasporto e rafforzare la loro capacità di diffondere le migliori pratiche e creare opportunità di networking.
     
    La Commissione intende infine raccogliere informazioni sulle competenze verdi, promuovere la certificazione delle competenze, sviluppare programmi di studio specifici che anticipino le esigenze di competenze verdi e programmi di formazione per l'economia sociale.
     
  • Per quanto riguarda il processo di transizione digitale la Commissione intende intervenire su nuovi modelli di business come quello dell’economia delle piattaforme e a questo proposito fa riferimento all’importanza di sostenere lo sviluppo (scala, finanziamenti e accesso al mercato) di piattaforme basate sull'economia sociale, come le cooperative di piattaforme in quanto perseguono un impatto positivo sulle condizioni di lavoro, una distribuzione più equa dei redditi, praticano i diritti sindacali e mutualizzano i costi. A questo proposito si intende sviluppare partnership con i principali fornitori di servizi di piattaforme online per aumentare la visibilità e le vendite di prodotti o servizi offerti dall'economia sociale.
     
    Sul fronte della condivisione e gestione dei dati la Commissione intende sostenere le imprese dell'economia sociale affinché siano conformi ai requisiti legali sulla gestione dei dati (ad esempio, il GDPR) e beneficino di nuove possibilità come le "cooperative di dati" per i servizi di condivisione degli Open Data e l'"altruismo dei dati", come previsto nel Data Governance Act. Inoltre, intende collegare gli attori dell'economia sociale con gli spazi dati comuni europei per consentire lo sviluppo di modelli di business basati sui dati nell'economia sociale, ad esempio attraverso la rete EDIH (European Digital Innovation Hubs) e le piattaforme di condivisione dati nazionali e locali Business to Government.
     
    La Commissione intende sostenere l'innovazione sociale digitale e l'imprenditorialità Tech for Good al fine di portare soluzioni in una varietà di campi come la salute, l'assistenza e i servizi sociali, l'istruzione, gli alloggi, l'ecologia e la governance pubblica; sviluppare comunità multidisciplinari di innovatori sociali, per facilitare la trasferibilità e la diffusione di Tech for Good. Si prevede di aumentare l'accesso e l'interazione dell'economia sociale con le strutture di supporto tecnologico (ad esempio federazioni tecnologiche, hub di innovazione digitale, campus, incubatori, cluster, alleanze industriali) per consentire l'imprenditorialità tecnologica sociale.
     
    Sul fronte delle competenze la Commissione intende promuovere programmi di studio e certificazioni specifiche per l'economia sociale. Aderire al Patto dell'UE per le competenze e in particolare alla Stakeholder Skills Partnership per l'economia sociale e di prossimità, firmando la sua Dichiarazione e impegnandosi attivamente per gli impegni sulle competenze digitali.

 

Per maggiori informazioni potete consultare il Documento della Commissione Europea al seguente link:

https://ec.europa.eu/docsroom/documents/52015