Il Ministero dello
sviluppo economico ha recentemente pubblicato le “Linee guida per la strategia nazionale sull’idrogeno” (in Allegato
1), finalizzate all’individuazione dei settori nei quali questo vettore
energetico può dimostrarsi competitivo entro breve tempo, ma anche alla
verifica delle aree d’intervento ritenute più idonee al suo sviluppo.
Il documento
pubblicato costituisce un’introduzione finalizzata ad inquadrare la discussione
che porterà a una dettagliata Strategia Italiana per l’Idrogeno, pubblicata
all’inizio del prossimo anno. A tal fine, è stata avviata una apposita
consultazione sul documento delle linee guida, che si concluderà il prossimo 21 dicembre. Per tutti i soggetti
interessati, è possibile partecipare inviando specifiche osservazioni
all’indirizzo e-mail consultazione.idrogeno@mise.gov.it.
Più nel dettaglio, l’obiettivo
del documento oggetto della consultazione è quello di esporre la visione del
Governo italiano sul ruolo che l’idrogeno può occupare nel percorso nazionale
di decarbonizzazione, in conformità al Piano Nazionale Integrato per l’Energia
e il Clima (PNIEC), alla più ampia agenda ambientale dell’Unione Europea ed
alla Strategia per l’Idrogeno dell’UE pubblicata di recente, nell’ambito della
Strategia a Lungo Termine per una completa decarbonizzazione nel 2050 (la cui
pubblicazione è attesa mei prossimi mesi).
Si stima che l’idrogeno
possa coprire quasi un quarto di tutta la domanda energetica nazionale entro il
2050, trovando segmenti di domanda particolarmente interessanti
nel trasporto, nel riscaldamento degli edifici oltre ad
alcune applicazioni industriali.
Il PNIEC, come noto, delinea
il ruolo dell’idrogeno nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione
ed identifica il potenziale impiego dell’idrogeno in diversi settori
energetici: il settore dei trasporti, ad esempio, con camion e treni a celle a
combustibile (con un obiettivo di penetrazione di carburanti rinnovabili nei
trasporti pari all’1%), e la gestione dell’overgeneration elettrica, con
applicazioni di stoccaggio basate sull’idrogeno.
In tale contesto, è
previsto lo sviluppo di un quadro normativo nazionale per l’impiego
dell’idrogeno lungo tutta la catena del valore, con particolare attenzione alla
sicurezza e alle responsabilità collegate. Inoltre, dovrebbe essere intrapresa
la creazione di un programma nazionale di ricerca e sviluppo per occuparsi
delle aree prioritarie come lo sviluppo di elettrolizzatori e della tecnologia
a celle a combustibile.
Nel rinviare alla
lettura del documento in allegato, in cui sono delineate le varie possibili
applicazioni, sembra utile richiamare alcuni elementi di interesse, legati, in
particolare alla individuazione delle fonti di finanziamento necessarie al fine
di avviare l’economia dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio in Italia e
soddisfare l’obiettivo di domanda di penetrazione (cfr. capitolo VII). Al
riguardo, si stima che saranno necessari fino a 10 miliardi di euro di
investimenti tra il 2020 e il 2030 (a cui vanno aggiunti gli investimenti per
la diffusione delle rinnovabili).
Occorre infatti
considerare che, ad oggi, l’idrogeno a basse emissioni di carbonio ha un costo
di produzione molto più alto rispetto alle tecnologie ad alte emissioni in uso.
Per questi motivi, sia a livello europeo che nazionale è maturata la
consapevolezza della necessità di sostenere lo sviluppo del settore con
finanziamenti pubblici.
Una delle risorse più
importanti viene individuata nel Next Generation EU, prevendendo che le
applicazioni dell’idrogeno potrebbero trovare spazio in questi fondi insieme ad
altre tecnologie di decarbonizzazione, grazie al contributo concreto che
l’idrogeno può fornire sia agli obiettivi di riduzione delle emissioni, sia
allo stimolo dell’innovazione.
Ulteriori risorse
potranno essere concesse dal Innovation Fund e dal Piano Operativo Nazionale
(PON) 2021-2027, per poi essere assegnate a livello locale coinvolgendo gli
organi regionali competenti. Infine, le risorse dell’IPCEI (Important Projects
of Common European Interest) potranno essere altrettanto utilizzate per
supportare lo sviluppo industriale su larga scala dei progetti di idrogeno
verde.
In Italia risultano
già individuate alcune fonti nazionali per il periodo 2020-2021 che potrebbero
essere investite in progetti riguardanti l’idrogeno verde, tra cui il Fondo
crescita sostenibile (FRI). Si prevede anche che nei prossimi anni, tra il 2022
e il 2033, siano messi a disposizione ulteriori fondi (Ricerca Sistema
Elettrico Nazionale, Fondo CleanTech, e Fondo Sviluppo e Coesione).