Circolari

Circ. n. 29/2016

Decreto Interministeriale del 26 maggio 2016 “Avvio del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) su tutto il territorio nazionale”.(G.U. n. 166 del 18 luglio 2016)

Con il decreto in oggetto il Ministero del Lavoro, di concerto con il MEF, avvia l’estensione su tutto il territorio nazionale del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), strumento di contrasto alla povertà, fino ad oggi sperimentato solo in 12 città metropolitane.

Il prossimo avvio del SIA su tutto il territorio nazionale rappresenta un ulteriore passaggio in vista dell’attuazione di quel Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale così come previsto dall’ultima legge di stabilità(1).

Cogliamo peraltro l’occasione per evidenziare che proprio alcuni giorni fa è stato approvato in prima lettura alla Camera il relativo disegno di legge di matrice governativa con il quale, sempre ai sensi della legge n. 208/2015 (art. 1 – commi 386-391), si dovrà presto procedere ad un riordino della normativa in materia di trattamenti, indennità, integrazioni di reddito e assegni di natura assistenziale, con l’introduzione di un’unica misura nazionale di contrasto alla povertà e la razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti.

L’estensione del SIA è sostenuta da una disponibilità di risorse per il 2016 pari a 750 milioni ripartiti su base regionale come da tabella 1 allegata, impiegando sia i 380 milioni stanziati nella legge di stabilità 2016 sia i fondi dedicati a precedenti sperimentazioni e ancora non utilizzati.

Beneficiari dello strumento (art. 4) sono i cittadini italiani/comunitari o loro familiari, residenti in Italia o comunque in possesso di permesso di soggiorno permanente, il cui nucleo familiare abbia in linea generale un ISEE inferiore a 3 mila euro e almeno 1 dei seguenti requisiti:

  • presenza di un componente minorenne;

  • presenza di un soggetto disabile (a prescindere dalla sua età);

  • presenza di una donna in gravidanza.

Gli aventi diritto ricevono un contributo bimestrale per un importo mensile compreso tra 80 e 400 €. (art. 5), in ragione del numero dei componenti del nucleo familiare (cfr.  Tabella 2 del decreto).

Concretamente le domande potranno essere presentate nei primi giorni del mese di settembre – tra 45 giorni da oggi, data di entrata in vigore del decreto.

 OPERATIVAMENTE saranno i Comuni e gli Ambiti territoriali (art. 3) a ricevere le domande dei potenziali beneficiari e a gestire le relative pratiche interfacciandosi con l’INPS, che ai sensi del decreto viene investito del ruolo di soggetto attuatore della misura.

Compito dei Comuni e degli Ambiti territoriali sarà anche quello di predisporre per ciascun beneficiario un progetto personalizzato di presa in carico, finalizzato al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale (art. 6).

Nel far ciò, dovranno essere rispettate le apposite LINEE GUIDA approvate in sede di Conferenza Unificata da Regioni ed Enti Locali, già oggetto di un nostro specifico approfondimento alcuni mesi fa(2), e che, oltre a garantire una certa omogeneità di comportamento nei diversi territori, servono anche ad incentivare e sostenere una migliore integrazione tra i servizi e le politiche sociali con i servizi e le politiche del lavoro.

Il SIA, infatti, si concretizza nell’erogazione di un sussidio economico, ma anche per l’adesione dei beneficiari tramite un patto di servizio ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa, cui è di fatto vincolata la fruizione dello strumento.

Come già abbiamo avuto modo di precisare in precedenti occasioni, è rintracciabile la stessa logica di fondo introdotta con il Jobs Act, con quegli stessi meccanismi per i quali i beneficiari di trattamenti di disoccupazione e di ammortizzatori sociali – in questo caso di sostegno per l’inclusione attiva - devono presentarsi ai servizi competenti e partecipare alle iniziative di “attivazione” loro proposte, pena la decadenza dalle prestazioni.

Infatti, tra le norme relative alla c.d. condizionalità (art. 7) ritroviamo un esplicito richiamo al decreto legislativo n. 150/2015 in materia di politiche attive e servizi per l’impiego.

Sempre in merito ai progetti di presa in carico e reinserimento va sottolineato anche l’esplicito richiamo nel provvedimento (art. 6, comma 2, lett. f) all’integrazione con interventi e servizi forniti da soggetti privati, con particolare riferimento agli enti non profit e al terzo settore in generale.

Rimandando alla documentazione allegata per ulteriori approfondimenti, ricordiamo che il tema riveste per noi una particolare importanza anche perché Confcooperative è ormai da tempo un soggetto particolarmente attivo dell’aggregazione Alleanza contro la Povertà.


































































































































(1) Nostra circolare n. 1 dell’11 gennaio 2016.

(2) Nostra circolare n. 12 del 19 febbraio 2016 – prot. n. 1014.