Come
noto, l’ISTAT elabora da alcuni anni l’indice inflattivo IPCA in oggetto che ha
rappresentato - dall’Accordo interconfederale del gennaio 2009 sugli assetti
contrattuali - l’indicatore cui fare riferimento per il rinnovo dei CCNL.
Al
momento però, l’Accordo è scaduto e non è stato sostituito da nessun modello
alternativo e condiviso con le OOSS per cui, nonostante l’indice possa
rappresentare un punto di riferimento, non andrà inteso in modo esaustivo del
complesso delle dinamiche di settore cui riferirsi all’atto dei rinnovi dei
contratti collettivi.
Ciò
detto, l’ISTAT con la comunicazione (allegata)
rende disponibile:
-
la previsione dell’inflazione per il periodo 2016-2019;
-
la registrazione degli scostamenti tra inflazione reale e
inflazione programmata per gli anni passati (2012-2015).
Al fine di agevolare la
lettura dei dati ufficiali, nella tabella che segue abbiamo evidenziato i nuovi
tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti.
IPCA
al netto energetici importati (variazione
%)
|
2012
|
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
2017
|
2018
|
2019
|
Inflazione programmata
|
3,0
|
1,8
|
0,8
|
0,6
|
0,5 (1,1)
|
1,0
(1,3)
|
1,2
(1,5)
|
1,4
|
Inflazione reale
|
3,2
|
1,3
|
0,3
|
0,7
|
|
|
|
|
Scostamento
|
+0,2
|
-0,5
|
-0,5
|
0,1
|
|
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Dai
dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:
-
uno
scostamento minimo dell’inflazione reale
del 2015 rispetto alla programmata pari ad uno 0,1% (0,7 a fronte dello 0,6
previsto un anno fa);
-
indicatori
previsionali per 2016, 2017 e 2018 significativamente inferiori a quelli
previsti dalla stima dell’anno scorso.
Ribadendo
come questi valori rappresentino - allo stato – un punto di riferimento cui
rapportarsi, si pone in evidenza la necessità che la dinamica retributiva
legata ai nostri rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli
andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche e
del mercato del lavoro.