Nell’ambito delle riforme previste per la Missione 2, Componente 4, Riforma 3.1 del Piano nazionale ripresa e resilienza, sulla GU n.37 del 14 febbraio 2022 è stato pubblicato l’avviso di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 dicembre 2021 con cui è stato approvato il Programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico (PNCIA), ai sensi dell'art. 4, comma 3, del decreto legislativo 30 maggio 2018, n. 81 (documentazione in allegato) che contiene, tra l’altro, le misure di riduzione delle emissioni individuate per il raggiungimento degli obiettivi della NEC.
Il Programma è quindi di particolare impatto soprattutto per il settore agricolo (attività di allevamento e fertilizzazione) e per i settori relativi alla produzione di energia elettrica, residenziale e terziario, trasporti.
Al riguardo, si ricorda che la direttiva 2016/2284/UE, recepita in Italia con il decreto legislativo del 30 maggio 2018 n. 81 in materia di riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici (la cosiddetta direttiva NEC – National Emission Ceilings) prevede il conseguimento di obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di alcuni inquinanti (materiale particolato, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici ed ammoniaca), al 2020 e al 2030.
Tali riduzioni devono essere ottenute tramite l’adozione e l’attuazione di un “Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico” elaborato sulla base delle indicazioni contenute nella stessa direttiva e diffusamente illustrate nelle Linee guida allo scopo prodotte dalla Commissione Europea (“Guidance for the development of National Air Pollution Control Programmes under Directive (EU) 2016/2284 of the European Parliament and of the Council on the reduction of national emissions of certain atmospheric pollutants”, C/2019/888, pubblicata il 1° marzo 2019).
In particolare, sono stati assegnati all’Italia i seguenti obiettivi di riduzione delle emissioni
In tale contesto, il Programma contiene gli elementi minimi previsti dalla normativa e nello specifico:
• il capitolo 1 e il capitolo 2 forniscono un quadro generale del contesto internazionale, comunitario e nazionale in cui si inserisce la programmazione ai sensi della NEC ed individuano le responsabilità per la predisposizione e l’attuazione del programma;
• il capitolo 3 riassume l’analisi delle politiche finora adottate e dei risultati ottenuti in termini di riduzione delle emissioni inquinanti e di miglioramento generale della qualità dell’aria;
• il capitolo 4 descrive la metodologia applicata per la elaborazione degli scenari che sono alla base del processo di individuazione delle misure di riduzione;
• i capitoli 5, 6 e 7 descrivono, rispettivamente, i risultati degli scenari prodotti ossia quelli energetici e dei livelli di attività, quelli emissivi e quelli di qualità dell’aria, sia nella ipotesi dell’evoluzione tendenziale delle condizioni al contorno sia nell’ipotesi di adozione di misure aggiuntive; 4
• il capitolo 8, infine, descrive le misure di riduzione delle emissioni individuate per il raggiungimento degli obiettivi della NEC.
Lo scenario tendenziale relativo al 2020 prevede il rispetto di tutti gli obiettivi di riduzione stabiliti dalla direttiva mentre sono necessarie misure di riduzione aggiuntive per assicurare il rispetto dei target stabiliti per il 2030 per tutti gli inquinanti, ad eccezione del biossido di zolfo. Gli obiettivi assegnati all’Italia appaiono particolarmente ambiziosi e in particolar modo quelli riferiti al PM2,5 e all’ammoniaca.
Per quanto riguarda il materiale particolato, il settore che principalmente contribuisce ai livelli emissivi è la combustione di biomassa legnosa nel settore residenziale. Secondo quanto riportato nel Programma, negli ultimi anni il minor costo di questo tipo di combustibile, il cui massiccio utilizzo ha peraltro contribuito al raggiungimento degli obiettivi in materia di rinnovabili ed emissioni di gas serra, ne ha favorito la diffusione, causando un sensibile aumento delle emissioni di polveri in atmosfera 10 dal settore residenziale. Questo ha impedito alle emissioni totali di PM2,5 di seguire un andamento di netta riduzione, in analogia con quanto osservato per gli ossidi di zolfo ed azoto. La valutazione delle possibili misure di riduzione per questo e per gli altri inquinanti, che seppur meno problematici richiedono comunque un’attenzione, è stata svolta in collaborazione con gli altri settori coinvolti (energia, trasporti, attività produttive) ed in particolar modo con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).
Per quanto riguarda invece l’ammoniaca, inquinante prevalentemente ricondotto alle attività di allevamento e di fertilizzazione dei terreni agricoli, la valutazione delle politiche di riduzione più indicate per ridurre le emissioni è stata condotta in stretta collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (MIPAAFT).
Con riferimento alle misure di riduzione selezionate al fine di perseguire gli obiettivi di riduzione del 2030, coerentemente con quanto richiesto dalla direttiva NEC, fatta eccezione del settore agricoltura, le misure di riduzione prese in considerazione sono congrue rispetto a quelle valutate nel corso della elaborazione del Piano Energia e clima.
Sono state, pertanto, selezionate le misure utili al raggiungimento degli obiettivi nazionali stabiliti dalla SEN e in materia di fonti rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di gas serra al 2020, cui si aggiungono una serie di ulteriori traguardi individuati dalla strategia stessa per il 2030.
Tali obiettivi sono perseguiti, in particolare, tramite la dismissione delle centrali termoelettriche alimentate a carbone entro il 2025, il raggiungimento di una quota pari al 55% di fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica, la diffusione di circa 5 milioni di auto elettriche, la forte metanizzazione del trasporto merci sia su strada che navale, la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore non ETS del 33% rispetto ai livelli del 2005.
Per quanto riguarda le riduzioni di ammoniaca dal settore agricoltura, le misure sono state concordate con il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo (MIPAAFT) e sono relative alla maggiore diffusione di buone pratiche agricole. Le indicazioni fornite dal MIPAAFT sono contenute nel “Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca”, Allegato al Programma.
Nel Programma sono quindi riportate le misure obbligatorie individuate al fine di raggiungere, a livello nazionale, l’obiettivo di riduzione del 16% delle emissioni di ammoniaca. Ulteriori misure facoltative potranno essere adottate per raggiungere riduzioni aggiuntive delle emissioni o in alternativa alle misure obbligatorie qualora esse non siano realizzabili o risultino di difficile realizzazione dal punto di vista tecnico ed economico; le misure facoltative potranno essere adottate purché gli interventi scelti garantiscano, complessivamente, una riduzione delle emissioni equivalente o superiore a quella ottenibile tramite l’applicazione delle misure obbligatorie. Qualora le misure facoltative utilizzate appartengano ad una fase produttiva aziendale diversa da quella individuata per la misura obbligatoria, l’equivalenza della riduzione delle emissioni dovrà risultare dal bilancio dell’azoto aziendale.
Più nel dettaglio, in Tabella 12, Tabella 13 e Tabella 14 sono elencate le misure riferite ai settori relativi alla produzione di energia elettrica, residenziale e terziario, trasporti per tutti gli inquinanti ad eccezione dell’ammoniaca.
Le misure riferite alle emissioni di ammoniaca e, quindi, al settore agricoltura sono elencate in Tabella 15 e riguardano, l’impiego di fertilizzanti a base urea, le tecniche di spandimento delle deiezioni e gli stoccaggi.