Circolari

Circ. n. 17/2017

Comunicazione ISTAT 2017 sui tassi di inflazione programmata. IPCA AL NETTO DELLA DINAMICA DEI PREZZI DEI BENI ENERGETICI IMPORTATI.

Come noto, l’ISTAT elabora da alcuni anni l’indice inflattivo IPCA in oggetto che ha rappresentato - dall’Accordo interconfederale del gennaio 2009 sugli assetti contrattuali - l’indicatore cui fare riferimento per il rinnovo dei CCNL.

Nonostante tale Accordo sia scaduto e non sia stato sostituito - fino ad oggi - da nessun modello alternativo, l’indice può rappresentare un valido punto di riferimento, senza che con esso si identifichi in modo esaustivo il complesso delle dinamiche di settore cui riferirsi all’atto dei rinnovi dei contratti collettivi.

Ciò detto, l’ISTAT con la comunicazione (allegata) certifica:

  • la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2017-2020;

  • la registrazione degli scostamenti tra inflazione reale e inflazione programmata per gli anni passati (2013-2016).

    Al fine di agevolare la lettura dei dati ufficiali, comunque allegati, nella tabella che segue abbiamo evidenziato i nuovi tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti riferite a maggio 2016.

 

IPCA al netto energetici importati (variazione %)

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

Inflazione programmata

1,8

0,8

0,6

 0,5

1,1 (1,0)

1,3

(1,2)

1,4

(1,4)

1,5

Inflazione reale

1,3

0,3

0,7

 0,1

 

 

 

 

Scostamento

- 0,5

-0,5

0,1

- 0,4

 

 

 

 

 

 

Dai dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:

  • uno scostamento negativo e oltremodo significativo dell’inflazione reale del 2016 rispetto alla programmata pari ad un -0,4% (0,1 a fronte dello 0,5 previsto un anno fa);

  • indicatori previsionali per 2017, 2018 e 2019 tendenzialmente in linea con quelli previsti dalla stima dell’anno scorso.

    In sostanza, tutti i contratti nazionali rinnovati dopo il maggio 2016 hanno guardato ai valori dell’inflazione programmata individuando aumenti retributivi che hanno tenuto conto del dato specifico.

    Oggi risulta che la differenza tra reale e programmata è significativa e negativa di quasi mezzo punto percentuale (0,4) avvicinando l’inflazione reale del 2016 allo zero.

    Ribadendo come questi valori rappresentino - allo stato – un punto di riferimento cui rapportarsi, si pone in evidenza la necessità che la dinamica retributiva legata ai nostri rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche generali e specifiche del mercato del lavoro.

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