Sulla G.U. del 5 febbraio u.s. è stata pubblicata la delibera del Comitato interministeriale della transizione ecologica 28 luglio 2021, recante Approvazione della proposta di Piano per la transizione ecologica, ai sensi dell’articolo 57-bis, comma 3 e seguenti, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. (https://www.programmazioneeconomica.gov.it/?p=50476).
Al riguardo, si ricorda che l’articolo 4 del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, convertito dalla legge 22 aprile 2021, n.55, che, nel modificare l’articolo 57-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, ferme restando le competenze del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS).
L’articolo citato affida, quindi, al CITE l’approvazione del Piano per la transizione ecologica (PTE), al fine di coordinare le politiche in materia di:
a) riduzione delle emissioni di gas climalteranti;
b) mobilità sostenibile;
c) contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo;
c-bis) mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici;
d) risorse idriche e relative infrastrutture;
e) qualità dell'aria;
f) economia circolare;
f-bis) bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, ivi compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica e sostenibile.
Nell’ambito delle misure definite nel PNRR, il PTE individua, quindi, le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all'attuazione delle singole azioni.
Il Piano nazionale di transizione ecologica risponde, quindi alla sfida del Green Deal: assicurare una crescita che preservi salute, sostenibilità e prosperità del pianeta con una serie di misure sociali, ambientali, economiche e politiche.
Il Piano di transizione ecologica si sviluppa a partire dalle linee già delineato dal Piano di ripresa e resilienza (PNRR) proiettandole al completo raggiungimento degli obiettivi al 2050.
Nella prima parte il Piano presenta la cornice legislativa europea e nazionale entro la quale trovano fondamento i macro-obiettivi da perseguire nei prossimi 30 anni e le leve economiche e politiche per renderla possibile.
Di seguito vengono sintetizzate le principali misure.
1) DECARBONIZZAZIONE
Vengono fissati target in linea con gli impegni europei: “net zero” al 2050 e riduzione del 55% al 2030 delle emissioni di CO2 (rispetto al 1990), con obiettivi nazionali per il 2030 che verranno proposti dalla Commissione Europea nell’ambito del pacchetto di proposte “Fit for 55”.
Vengono affrontati il problema della povertà energetica e della necessaria riduzione dei consumi finali, indotti da una necessaria crescita di efficienza da concentrare, in particolare, sul patrimonio edilizio pubblico e privato e sui trasporti.
Si riconosce ruolo strategico dell’accelerazione del contributo delle energie rinnovabili e del conseguente sviluppo delle reti di trasmissione e distribuzione e degli accumuli, nonché all’utilizzo di idrogeno, bioenergie e cattura dei gas climalteranti. Si riconosce l’importante ruolo del settore agricolo e forestale per le potenzialità in termini di stoccaggio di carbonio nei suoli e di riduzione delle emissioni.
2) MOBILITÀ SOSTENIBILE
Al fine di ridurre le emissioni dei trasporti (che si attestano al 30% del totale nazionale), sia la Strategia europea che le misure nazionali coincidono nel riportare la mobilità all’interno di un quadro sostenibile, con almeno 30 milioni di veicoli elettrici in Europa e 6 milioni in Italia al 2030. Si evidenzia anche l’obiettivo “net zero” per trasporto navale ed aereo e la spinta su alta velocità e traffico merci su rotaia.
Si fissa, per il periodo successivo al 2030, un obiettivo del 50% per le motorizzazioni elettriche, con un ruolo significativo riconosciuto ad idrogeno, biocarburanti e carburanti sintetici ad impatto zero.
3) MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
Il Piano predispone una serie di misure per rispettare gli obiettivi di riduzione degli inquinanti al 2030 stabiliti dalla Direttiva National Emission Ceilings (NEC) e dal Piano Toward Zero Pollution della Commissione europea.
Viene riconosciuta un’attenzione particolare all’impiego di biomasse e bioenergie neutre dal punto di vista climatico ma potenzialmente dannose per la salute e ad una progressiva riduzione delle emissioni del settore agricolo (come l’ammoniaca). Gli obiettivi al 2050 prevedono il rispetto dei valori molto più cautelativi stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Misure verranno prese anche per il contrasto dell'inquinamento indoor.
4) CONTRASTO AL CONSUMO DI SUOLO E AL DISSESTO IDROGEOLOGICO
L’obiettivo del Piano è arrivare ad un consumo zero netto entro il 2030, sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste.
Il Piano, inoltre, fissa l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio rafforzando la governance ed un sistema di monitoraggio avanzato nell’ambito di un programma nazionale di prevenzione e contrasto.
5) TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE E DELLE RELATIVE INFRASTRUTTURE
Il Piano fissa l’obiettivo di miglioramento del sistema delle acque destinate agli usi civili, industriali e agricoli con riferimento alla qualità, alla sicurezza di approvvigionamento ed alla riduzione delle perdite di rete.
6) RIPRISTINO E IL RAFFORZAMENTO DELLA BIODIVERSITÀ
In linea con la strategia europea si prevede un consistente potenziamento delle aree protette (dal 10 al 30%), l’adozione di “soluzioni basate sulla natura” per il ripristino degli ecosistemi degradati e una forte spinta nel monitoraggio a fini scientifici su habitat e specie a rischio, nonché una digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette. Un ruolo strategico è riconosciuto alle foreste, che coprono il 40% della superficie del Paese e che possono contribuire in modo cruciale alla decarbonizzazione e allo stato della biodiversità.
Il Piano prevede inoltre il rafforzamento della biodiversità nelle 14 aree metropolitane attraverso un programma di forestazione urbana (con la piantagione di 6,6 milioni di alberi) e di ripristino degli habitat degradati.
Anche i fiumi verranno interessati da massicci interventi di rinaturalizzazione, a partire dal Po, per garantire la loro funzione essenziale di corridoi ecologici.
7) TUTELA E LO SVILUPPO DEL MARE
Primi essenziali provvedimenti del PNRR investono nelle attività di ricerca e osservazione dei fondali e degli habitat marini, anche attraverso il potenziamento di una flotta dedicata.
Gli obiettivi di conservazione prevedono di portare al 30% l’estensione delle aree marine protette, di cui il 10% con forme rigorosa di protezione entro il 2030. Altre misure al 2030 riguardano il contrasto della pesca illegale, azioni coordinate con altri Paesi per la minimizzazione dei rifiuti marini (marine litter) e la promozione del turismo sostenibile.
8) PROMOZIONE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, DELLA BIOECONOMIA E DELLA AGRICOLTURA SOSTENIBILE
Il Piano richiama la imminente pubblicazione della nuova “Strategia nazionale per l’economia circolare”, incentrata su eco-progettazione ed ecoefficienza, in cui verranno definiti nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, la responsabilità estesa del produttore e del consumatore, la diffusione di pratiche di condivisione e di “prodotto come servizio”.
L’obiettivo è di promuovere una economia circolare avanzata e di conseguenza a una prevenzione spinta di scarti e rifiuti (-50%) entro il 2040.
Il Piano individua la necessità di potenziamento della bioeconomia circolare e della valorizzazione delle biomasse di scarto, dei rifiuti organici urbani, delle colture non alimentari e delle colture in secondo raccolto per la produzione di energia, di bioprodotti e di biocarburanti, con chiari benefici produttivi, ambientali e climatici.
Si richiama, quindi, la necessità di procedere, anche con il contributo delle misure definite nel PNRR, all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale (aumento della raccolta differenziata, degli impianti per il riciclaggio meccanico e chimico e la minimizzazione dello smaltimento in discarica) per rispettare gli obiettivi europei al 2030-40 per imballaggi, plastica, tessuti, carta, alluminio, rifiuti da demolizione, rifiuti elettrici ed elettronici e per ridurre lo spreco di acqua e alimenti.