Circolari

Circ. n. 12/2016

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:“Linee guida per la predisposizione e attuazione dei progetti di presa in carico del Sostegno per l’inclusione attiva (SIA)”.

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato sul suo sito un documento molto articolato contenente le LINEE GUIDA per la predisposizione e attuazione dei progetti di presa in carico del Sostegno per l’inclusione attiva, c.d. SIA.

Il documento, approvato in sede di Conferenza Unificata da Regioni ed Enti Locali, rappresenta un importante passaggio della più complessiva strategia di contrasto alla povertà, come delineata nella legge di stabilità(1).

Infatti, come previsto dall’art. 1, commi 386-391, il Governo ha presentato in Parlamento la proposta di legge delega per la definizione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale che, a tendere, dovrebbe concretizzarsi sia nell’introduzione di un’unica misura nazionale sia razionalizzando strumenti e trattamenti già esistenti (Atto Camera n. 3594).

Nell’immediato, per il Sostegno all’Inclusione Attiva è previsto il rifinanziamento sul 2016 (380 milioni) e l’estensione della misura a tutto il territorio nazionale, fino ad oggi sperimentata solo in 12 città metropolitane.

Si tratta di un tema cui prestare attenzione sia perché partecipiamo all’aggregazione Alleanza contro la Povertà, sia perché il documento in esame riprende in maniera significativa i nuovi orientamenti sulle POLITICHE ATTIVE emersi nel Dlgs. n. 150/2015(2).

Il SIA, infatti, si concretizza nell’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari con minori in condizioni di povertà. La fruizione è vincolata all’adesione, tramite un patto di servizio, ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa.

Senza entrare nel dettaglio, e rimandando per questo alla lettura del documento allegato di agevole lettura, ci preme sottolineare che le linee guida ora elaborate, oltre a garantire una certa omogeneità di comportamento nei diversi territori, servono ad incentivare e sostenere una migliore integrazione tra i servizi e le politiche sociali con i servizi e le politiche del lavoro.

Tutto ciò sposando la logica di fondo introdotta con il Jobs Act, vale a dire incrociando quegli stessi meccanismi di condizionalità in base ai quali i beneficiari di trattamenti di disoccupazione e di ammortizzatori sociali – in questo caso di sostegno per l’inclusione attiva - devono presentarsi ai servizi competenti e partecipare alle iniziative di “attivazione” loro proposte, pena la decadenza dalle prestazioni.

Infatti, nel documento in commento ritroviamo tutta una serie di concetti e strumenti – il patto di servizio, la profilatura degli utenti per un loro corretto instradamento negli interventi da proporre e attivare – già presenti nel Jobs Act sul fronte delle politiche attive e che, a prescindere dal SIA, caratterizzeranno anche i futuri interventi più strutturali di lotta alla povertà.

Tutto ciò, nelle more dei decreti di attuazione del Dlgs. n. 150/2015 che dovrebbero servire a rendere operativo e concreto il quadro configurato dal Jobs Act, prima fra tutte l’istituzione della nuova agenzia nazionale ANPAL.

Tornando alle linee guida, il documento risulta essere particolarmente interessante anche per la gamma di interventi (paragrafo 5) di inclusione attiva che possono essere proposti ai beneficiari: tra questi rientrano percorsi di orientamento, di formazione, di attivazione sociale o lavorativa.

Quindi di inserimento al lavoro, ad esempio in cooperative sociali di tipo b), compresi incentivi alle assunzioni per le imprese e il supporto alle attività di lavoro autonomo e imprenditoriale.

 E’ evidente l’interesse per il nostro sistema-imprese, tanto più che nel documento si fa esplicito riferimento al contributo del terzo settore e del partenariato economico sociale attivi a livello territoriale per implementare al meglio i servizi di presa in carico e attivazione dei beneficiari del SIA.

Un’ulteriore passaggio da sottolineare riguarda il modello di GOVERNANCE adottato (paragrafo 6), che prevede l’assegnazione di una serie di funzioni e compiti ai diversi livelli (indicativamente di indirizzo e monitoraggio in capo al Ministero del Lavoro, di programmazione e gestione a livello regionale e territoriale).

Si tratta di una governance articolata e stratificata su più livelli che per ben funzionare richiede una significativa dose di cooperazione inter-istituzionale e di scambio con il partenariato, tanto più che in termini di risorse finanziarie l’indicazione è quella di utilizzare e fare sinergia con le risorse comunitarie legate ai fondi strutturali europei (PON Inclusione 2014-2020 in primo luogo, ma anche eventualmente i POR 2014-2020 delle diverse regioni).










(1) Nostra circolare n. 1 dell’11 gennaio 2016.

(2) Nostra circolare n. 49 del 25 settembre 2015 – prot. n. 4244.

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