Come ogni anno, stamattina ISTAT ha diramato la comunicazione allegata, relativa ai dati dell’indice inflattivo IPCA che rappresenta L’INDICATORE CUI FARE RIFERIMENTO PER IL RINNOVO DEI CCNL.
Il comunicato certifica:
- l’inflazione reale dell’anno 2024 e il suo scostamento da quella programmata l’anno scorso;
- la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2025-2028.
Ricordiamo che nell’Accordo interconfederale sugli assetti contrattuali siglato tra Centrali Cooperative e CGIL, CISL e UIL il 12 dicembre 2018 attualmente in vigore, si fa riferimento a questo parametro, sottolineando alcune specifiche modalità da utilizzare in sede di rinnovo contrattuale qui richiamate:
- aumento dei minimi tabellari da negoziare secondo le regole condivise nel singolo settore e in funzione, ma non esclusivamente, degli scostamenti registrati nel tempo dall’IPCA al netto degli energetici importati. Quindi, evitando che con esso si identifichino in modo automatico le dinamiche complessive e gli andamenti specifici di settore. Ogni CCNL, infatti, potrà modificare i valori minimi tabellari anche in ragione di altri fattori quali, ad esempio, i processi di trasformazione o di innovazione organizzativa;
- al momento non utilizziamo nessun meccanismo automatico di verifica dell’andamento di tale indice una volta decorsa la vigenza contrattuale.
Nella tabella che segue sono evidenziati i nuovi tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti riferite a giugno 2024.
IPCA al netto energetici importati (variazione %)
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2021
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2022
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2023
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2024
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2025
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2026
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2027
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2028
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Inflazione programmata
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0,5
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4,7
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6,6
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1,9
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2,0 (2,0)
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1,9 (2,0)
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2,0 (2,0)
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2,0
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Inflazione realizzata
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0,7
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6,6
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6,9
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1,3
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Scostamento
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0,2
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1,9
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0,3
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- 0,6
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Dai dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:
- un discreto scostamento dell’inflazione reale del 2024, più bassa rispetto alla programmata con un differenziale pari al -0,6% (si è verificato un 1,3 a fronte dell’1,9 previsto un anno fa);
- un indicatore previsionale per il 2025 e per il 2027 identico alle stime effettuate l’anno scorso (2%);
- un indicatore previsionale per il 2026 leggermente più basso rispetto a quello previsto dalla stima dell’anno scorso (1,9% in luogo del 2%);
- una nuova proiezione sull’inflazione programmata per il 2028 anch’essa pari al 2% (naturalmente non c’è alcun dato di previsione con cui confrontarlo).
Sintetizzando, rispetto alla comunicazione dello scorso anno riscontriamo un’inflazione realizzata per il 2024 in parziale ribasso rispetto alla previsionale, mentre per gli anni futuri si conferma sostanzialmente la stessa stima effettuata dodici mesi fa, con una leggerissima variazione in diminuzione solo per la nuova proiezione relativa al 2026.
Come anticipato in premessa, ribadiamo che questi valori rappresentano un punto di riferimento cui rapportarsi in modo NON automatico, stante la necessità che la dinamica retributiva legata ai rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche generali e del mercato del lavoro.
Come di consueto, per qualunque ulteriore chiarimento il Servizio Sindacale Giuslavoristico resta a disposizione.