La cooperativa è l’impresa che nasce sul territorio e per il territorio. Vi resta radicata per la vita. Non delocalizza. Valorizza le potenzialità e le risorse della comunità di riferimento secondo i valori della mutualità, della sussidiarietà e della democrazia economica.
Si supera l’impostazione dello schema d’impresa padrone – lavoratore, perché la cooperativa mette al centro del suo modello il lavoratore e il socio, imprenditore di se stesso.
Non è un caso se la cooperazione anche negli anni della crisi è riuscita non solo a difendere, ma anche a consolidare i livelli occupazionali. Sono ben 132mila i posti di lavoro tra quelli salvaguardati e quelli creati dall’intero movimento cooperativo nel corso della crisi. Dati ancor più significativi se consideriamo che tra il 2008 e il 2013 sono andati persi, in Italia, 1.000.000 di posti di lavoro.
A questo va aggiunta la funzione di integrazione socio – economica della cooperazione che agisce da vero ascensore sociale se si pensa che l’occupazione femminile è pari al 52% degli occupati del movimento cooperativo (nelle imprese aderenti a Confcooperative saliamo al 59,6%). Alta anche l’occupazione di immigrati, ben il 22% e si tratta di dati Inps, quindi di buona occupazione.
Dati che evidenziano la concretezza dell’azione delle cooperative.