«Ammonta a 1,5 miliardi di euro l’investimento delle nostre cooperative in sostenibilità. Le principali voci di investimento riguardano: il risparmio energetico e la riduzione dei consumi per il 52,3% delle cooperative; l’utilizzo di materiali di minore impatto, la formazione e le nuove tecnologie per il il 29,8%». Sono questi i numeri che sintetizzano l’impegno quotidiano delle nostre imprese piccole, medie e grandi nella transizione ambientale». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative commentando i dati del Centro Studi diffusi nel corso della Terza Giornata della Sostenibilità Cooperativa organizzata da Confcooperative che ha presentato il nuovo bilancio di sostenibilità con il direttore generale Fabiola Di Loreto e Marco Frey docente dell’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa.
Premiate 30 cooperative (file in allegato), (suddivise per area geografica, Nord Centro Sud) vincitrici del terzo Concorso Sostenibilità Cooperativa (i vincitori in foto sul portale). «La sostenibilità per le imprese è una strada obbligata. Le cooperative sul green sono pronte a investire di più. In un anno, passando dal 79 all’86%, è aumentata del 7% la quota delle cooperative che investono in green, ma costi e burocrazia – continua Gardini – restano i principali ostacoli da rimuovere».
La sostenibilità per le cooperative non è solo transizione ambientale. Puntiamo alla sostenibilità sociale ed economica «Oggi l’Istat – commenta Gardini – fotografa la povertà delle famiglie. Dati allarmanti per i quali si può parlare di insostenibilità sociale ed economica. Le famiglie in povertà assoluta superano i 2 milioni, erano 800.000 nel 2005. La povertà relativa riguarda invece circa 3 milioni di famiglie. Drammatica la situazione del 12% di italiani che nel 2022 hanno scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica. Numeri – conclude Gardini – che impongono di cambiare modello»
Ambiente, il consumo del suolo: Alla Terza Giornata della Sostenibilità Cooperativa è intervenuto anche Rattan Lal, scienziato del suolo, Nobel co-laureate nel 2007 con IPCC, ha espresso «preoccupazione per il crescente consumo di suolo e di risorse naturali nel mondo, consumo che impoverisce i fondamentali servizi ecosistemici offerti dal Pianeta e di cui la vita dell’uomo ha bisogno». Rattan Lal intravede un «futuro roseo per l’agricoltura che, grazie alla tecnologia, può continuare a sfamare il mondo pur rispettando il diritto del suolo e lo spazio vitale della natura». Anche in Italia il consumo di suolo è tornato a crescere, sfiorando i 70 km² nell’ultima rilevazione Ispra con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni. «La cooperazione di abitazione – conclude Gardini – ha dato un contributo fondamentale per contrastare il fenomeno, privilegiando interventi di recupero di aree urbane degradate o dismesse».
Il direttore generale Fabiola Di Loreto ha rimarcato la funzione di «ascensore sociale e pari opportunità svolta dalle cooperative per le donne. Non è un punto di arrivo ma di partenza per fare di più per donne e giovani». Di Loreto ha poi ricordato «il ruolo della cooperazione di comunità, nei workers buyout, nella gestione dei beni confiscati, nei servizi di cura delle persone e chiude il suo intervento soffermandosi su 4 parole: ascolto, “guardarsi all'interno del nostro paese”, cioè valorizzarne tutte le potenzialità, fare insieme e connessione
Il professor Marco Frey ha evidenziato come «Dal bilancio di sostenibilità emerga forte l’obiettivo 8 di Agenda 2030, il lavoro sostenibile, ma che sia ancora più forte l’obiettivo 17, la partnership che è il collante del fare cooperazione».
Licia Colò ha detto che «Il nostro è un Paese straordinario che coniuga bellezza, arte, natura, storia, architettura. Siamo primi al mondo per riconoscimenti dell’Unesco. Non dobbiamo concentrare gli abitanti nelle città. Abbiamo Borghi fantastici dove però mancano i servizi»
Il noto conduttore televisivo Flavio Insinna ha detto che «Montessori diceva che la parola cooperazione non si insegna a scuola. E se ne vedono i risultati. Se a scuola insegnassero la parola cooperazione già dall’asilo e poi nei cicli scolastici a seguire avremmo meno conflitti, interni e internazionali, e forse non staremo oggi a dirci che già dal 2030 rischiamo di avere un pianeta e un ambiente profondamente compromessi con animali e piante in estinzione».
Matteo Ward fondatore di Wrad ha portato la sua testimonianza su “Il successo della sostenibilità”. «Fare e fare insieme è diverso che fare da soli».