Maurizio Gardini presidente

Maurizio Gardini presidente

Maurizio Gardini presidente

La 39esima Assemblea elegge Maurizio Gardini presidente. "Cooperative ascensore sociale per donne, giovani e stranieri". Le nostre proposte su pensioni e lavoro

giovedì 5 maggio 2016

Maurizio Gardini presidente di Confcooperative. Lo hanno eletto gli oltre 800 delegati della 39esima Assemblea Nazionale. 

 L'assemblea dei delegati delle 19.000 imprese di Confcooperative ha eletto all’unanimità Maurizio Gardini alla presidenza dell’organizzazione.

 

La nuova squadra dei vicepresidenti è composta da: Marco Menni (vicario), Ugo Campagnaro, Claudia Fiaschi, Gaetano Mancini e Diego Schelfi. 

 

Cambio anche alla segreteria generale, con la nomina di Marco Venturelli che, con quella di Fabiola Di Loreto alla direzione generale avvenuta in precedenza, completa il quadro del rinnovo cariche di Confcooperative.

SINTESI STAMPA E PRESS KIT ALLEGATO A SEGUIRE

"Protagonisti, al servizio del Paese". Una rapida sintesi dei nostri materiali. In fondo potrai scaricare tutta la cartella stampa della giornata: 1) la sintesi della relazione del presidente Maurizio Gardini; 2) i principali indicatori economici delle nostre cooperative; 3) il testo del video di saluto di Papa Francesco; 4) la relazione completa del presidente Gardini

Oltre 48.000 nuovi posti di lavoro creati tra il 2007 e il 2015 pari al +10,1% rispetto al 2007 (528.780 dicembre 2015 – 480.253 dicembre 2007), dato ancora più significati-vo se rapportato al trend nazionale. Nello stesso periodo nel Paese il numero di occupati si è ridotto del 2,4% passando da 23.048.000 a 22.492.000 (stock occupati serie storica Istat 29 aprile 2016).

Il 75% degli occupati nelle imprese aderenti a Confcooperative ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (nelle grandi cooperative saliamo all’85%). L’occupazione e la governance si tingono sempre più di rosa. È donna, infatti, il 60,8% degli occupati. Donne in ascesa anche nella governance delle cooperative dove rappresentano il 26,3% rispetto al 16% degli altri modelli d’impresa. Tra i soci le donne sono il 40%. La dinamica socioeconomica delle imprese si riflette anche nella governance di Confcooperative, che ha un direttore generale donna e due vicepresidenti su cinque. E così la cooperazione si conferma la forma d’impresa più amata dalle italiane. Oltre a essere motore di pari opportunità le cooperative si dimostrano ascensore sociale per i giovani e gli stranieri. In 1 nostra cooperativa su 3 nel cda c’è almeno un under 35, mentre gli stranieri rappresentano il 15% dell’occupazione complessiva (dati che emergono dal Bilancio di Sostenibilità di Confcooperative).

Il fatturato è di 66 miliardi di cui 5,9 arrivano dall’export, +43% rispetto agli anni precrisi a dimostrazione del fatto che le politiche di aggregazione e di crescita dimensionale hanno permesso alle imprese di utilizzare l’export come leva anticrisi. Sono 800 le cooperative che esportano abitualmente e sono concentrate principal-mente nell’agroalimentare: Centro Nord Europa, Usa, Canada, Cina, Giappone e Australia le principali destinazioni.

È, questo, il quadro macroeconomico con il quale le 19.000 imprese cooperative associate a Confcooperative si presentano alla 39esima assemblea nazionale che prevede il rinnovo delle cariche nazionali e l’elezione del presidente.

1)     PATTO PER OCCUPAZIONE: Pensioni sì alla staffetta generazionale, i costi? li paghino le imprese, noi pronti a farlo: Contrastare il 36,7% di disoccupazione giovanile è una crociata che nessuno può disertare. Da imprenditore, utilizzerei la flessibilità in uscita per promuovere la staffetta generazionale, al punto da pagare cash e anticipato per 10 anni la differenza tra la pensione piena e quella penalizzata per chi è a un anno dalla pensione. Soluzione che accontenterebbe il lavoratore in uscita, lo Stato in un’ottica di medio lungo periodo e i giovani che darebbero maggiore competitività alle imprese, darebbero una spinta ai consumi, verserebbero le tasse e i contributi previdenziali.

2)     PATTO PER OCCUPAZIONE: Costo del lavoro, insistere sulla strada della riduzione, più leggero per le imprese e più soldi in tasca ai lavoratori: La strada intrapresa dal Governo è quella giusta. Ha fatto già molto sulla riduzione del cuneo fiscale. Occorre proseguire e ridurre il differenziale tra il costo aziendale e quanto percepisce il lavoratore. Lo scarto è ancora alto (per chi percepisce un reddito lordo annuale di 16.200 euro, il costo aziendale è di 25.400 euro. Differenziale che sale notevolmente con la crescita della retribuzione: con un lordo annuale di 33.900 euro, il costo aziendale annuale è di 52.900).