I 7.000 cooperatori da Papa Francesco

I 7.000 cooperatori da Papa Francesco

I 7.000 cooperatori da Papa Francesco

Gardini «Obiettivo non è tornare ai livelli precrisi, ma umanizzare l'economia e curare quei mali che hanno provocato la crisi»
sabato 28 febbraio 2015

L'udienza dei 7000 cooperatori di Confcooperative nata nel 1919, ma sciolta negli anni del fascismo festeggia il suo 70° anniversario dalla ricostituzione avvenuta nel 1945

«Il nostro compito è andare avanti e provare a cambiare l'economia, migliorare la vita della gente, mettere al centro la persona, provare che il profitto non è l'unico motivo per fare impresa e neanche quello prevalente, correggere la competizione con la solidarietà nei mercati nazionali e mondiali, dare un forte contributo a rinnovare il welfare italiano su base di sussidiarietà e di mutualità. Questo è ciò che noi pensiamo debba essere l'insegnamento di questa crisi che dura da sette anni. L'obiettivo non è tornare agli stessi livelli di prima. L'obiettivo è di umanizzare l'economia e di curare quei mali che hanno provocato la crisi». Così Maurizio Gardini, rivolgendosi a Papa Francesco in quella che il presidente di Confcooperative ha definito una «giornata storica per la cooperazione Italiana e per Confcooperative» che con 7.000 cooperatori viene ricevuta in udienza da Papa Francesco in occasione dei 70 anni dalla sua ricostituzione avvenuta nel 1945 (nata nel 1919 Confcooperative era stata sciolta negli anni del ventennio fascista).

 

«La Chiesa italiana ha svolto un ruolo importante nell'accompagnare e sostenere la crescita del nostro movimento cooperativo. È un forte motivo di gratitudine, ma oggi noi siamo rivolti alla strada che dobbiamo ancora fare. Con la nostra forza di volontà e la Sua benedizione Santità noi ci impegneremo per fare il nostro meglio e lasciare ai giovani, alle generazioni che verranno, una eredità di un mondo migliore».

 

Tra i doni al Papa al termine dell’udienza:

la bottiglia del Vino della Pace proveniente dalla Cantina Produttori Cormòns, nella doc Collio. L’uva proviene dalla Vigna del Mondo, l’appezzamento di terra dove, a partire dal 1983, sono state messe a dimora oltre 600 vitigni diversi provenienti da tutti i continenti. Dalle uve di quella vigna si produce il Vino della Pace (bianco) che, ogni anno, dopo essere stato abbellito con le etichette realizzate dai migliori artisti italiani e stranieri, viene inviato a tutti i capi di stato (civili e religiosi), con un forte richiamo al biblico Noè, ma soprattutto come messaggio alla necessità di unione, fratellanza e convivialità tra i popoli della Terra.​ I prodotti agroalimentari su indicazione dell’Elemosiniere del Papa sono stati destinati a una casa di accoglienza.

 

«È in questa Italia ferita che le 380 BCC avvertono oggi, ancor più che in passato, la responsabilità e l’urgenza di essere banche di persone. Attente ai bisogni reali, attraverso un uso responsabile e differente del denaro. Abbiamo la volontà e il dovere di continuare a essere “fabbriche di fiducia”. È con questa responsabilità che proveremo ad assumere le decisioni più sagge e più coerenti in queste settimane nelle quali il Credito Cooperativo italiano deve scegliere una strada di auto-riforma». Così Alessandro Azzi, presidente delle Banche di Credito Cooperativo nel suo saluto al Papa.

LE ESPERIENZE COOPERATIVE RACCONTATE AL PAPA DAI COOPERATORI

COOPERATIVA CASSIOPEA (Boves, Cuneo) Estratto del messaggio di Paola Bernardi a Papa Francesco “La Cooperativa Cassiopea svolge inserimento lavorativo di persone che vivono in situazioni di disagio sociale, nel settore delle pulizie fin dalla sua costituzione nel 2004. Si occupa anche di agricoltura sociale, con diversi progetti intersettoriali con la cooperazione agricola. Uno dei nostri progetti che sintetizza maggiormente tutto questo è quello degli Orti Solidali e Sociali avviato nel 2012, che ci consente di affrontare le nuove povertà e i disagi di molte famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Mettiamo a disposizione della popolazione più fragile, lotti di terreno per la coltivazione ad orto. I privati cittadini concedono l’area coltivabile, i centri di ascolto Caritas parrocchiali individuano i destinatari degli orti e ridistribuiscono le coltivazioni in esubero. Le famiglie che coltivano i terreni, donano alla parrocchia parte del prodotto coltivato, come forma di ringraziamento e anche come parte integrante del progetto. In questo modo, condividendo i frutti del raccolto, viene dato il giusto valore all’opportunità ricevuta, all’insegna della gratuità. Sono coinvolte famiglie italiane, nordafricane e dello Sri Lanka. Durante la giornata dedicata il raccoglimento spirituale Salvaguardia del creato, nel rispetto reciproco, è stato letto dai fedeli cristiani un passo dalla Bibbia, dai fedeli islamici un brano dal Corano ed intonato canti di lodi e ringraziamento di entrambe le fedi. Per tutti noi presenti è stato un momento davvero molto coinvolgente, indipendentemente dal “credo” di ciascuno”.

COOPERATIVA LINCOOP (Bertinoro, Forlì Cesena) Estratto del discorso di Roberto Morgagni a Papa Francesco: Workers buyout: l'azienda chiude? A Bertinoro gli operai sono diventati imprenditoridi se stessi. Un gruppo di dipendenti rimasti disoccupati hanno rilevato l’attività della loro ex azienda, salvando il proprio lavoro e aggiunto nuovo mercato al vecchio. È questa la storia di Lincoop: che oggi conta 20 lavoratori di un'azienda di segnaletica stradale di Bertinoro (in provincia di Forlì-Cesena) si sono organizzati così per poter continuare a lavorare e sono riusciti anche ad assumere anche qualche giovane in cerca di un'occupazione. Siamo nati dalle ceneri di una azienda che ha chiuso. Potevamo scegliere di andare ognuno per conto suo o provare a fare qualcosa insieme. Alla fine abbiamo scelto questa seconda strada supportati da Confcooperative. Siamo partiti con un solo contratto, ma in pochi mesi la nostra squadra ha trovato commesse in diverse parti d’Italia.

COOPERATIVA LA PARANZA (Napoli) Estratto del discorso di Don Antonio Loffredo e Susy Galeone a Papa Francesco “Più di 50 giovani che si sono auto-organizzati in cooperative sociali. Alcuni si prendono cura delle Catacombe e delle Basiliche del Rione Sanità, dalla manutenzione alla valorizzazione, altri si sono preparati e accompagnano i pellegrini e i visitatori provenienti ormai da tutto il mondo. Altre cooperative sociali ancora si dedicano all'aggregazione e alla crescita dei più piccoli, aiutandoli nello studio e contagiandoli col valore della bellezza attraverso la musica, il teatro. La cooperazione sociale per noi non è solo una forma giuridica: è un'esperienza, la sola che possa invertire la dinamica del pregiudizio e della rassegnazione. È cosi che nel Rione Sanità di Napoli la memoria del passato e la cooperazione tra tanti giovani oggi cominciano a disegnare l'immagine quasi profetica di una nuova storia. Una storia di Umanità e di Speranza quella della parrocchia di Sanità che ha scommesso sui giovani che per alcuni erano gli ultimi tra i giovani di Napoli. Per aggregarli è bastato dare loro la responsabilità di gestire dei beni comuni per costruire così il loro futuro. È bastato dare fiducia a questi ragazzi, dentro un quadro di regole, per vedere liberata una effervescente vitalità e una concreta possibilità di crescita e di riscatto che non smettono di sorprendere”.