Gardini "Workers buyout e startup anche così #italiariparte"

Gardini "Workers buyout e startup anche così #italiariparte"

Gardini "Workers buyout e startup anche così #italiariparte"

Il nostro modello di rappresentanza non é lobby corporativa, ma sviluppo sul territorio. Così #Italiariparte
lunedì 3 novembre 2014

"Workers buyout in cooperativa per sfidare la crisi. É il protagonismo dei cittadini che avanza, che si autorganizza e traduce un bisogno in una risposta. Un impegno questo che non solo riafferma il ruolo dell'art. 45 della Costituzione, ma consente a pezzi di paese di intravedere un percorso di futuro e di speranza". 


Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative intervenendo a "Futuro presente" libro che raccoglie 24 storie di workers buyout nate negli ultimi anni due anni in Emilia Romagna per un totale di oltre 700 persone occupate. Tra le cooperative c'é chi organizza spettacoli teatrali, chi fa segnaletica stradale, chi produce birra artigianale, chi è attivo nell’accoglienza e mediazione culturale, oppure nella ricerca scientifica, nel cohousing solidale, nel design sartoriale, o, ancora, nella carpenteria, nelle costruzioni, nei servizi informatici. 


"Esempi dai quali emerge la forza e l'intersettorialitá del modello cooperativo che punta alla valorizzazione economica e sociale del territorio. É il nostro modo di fare rappresentanza. In settimana lanceremo Coop Up - aggiunge Gardini - il progetto di startup giovanile in cooperativa. Innescare sviluppo sul territorio. É così che #italiariparte. É il nostro modo di fare rappresentanza. Generare sviluppo e accompagnare i giovani nel loro percorso imprenditoriale. Papa Francesco chiede espressamente di affrontare la prima emergenza del paese: lavoro e giovani che per noi vuol dire dare risposte concrete, non solo dare lo stipendio, ma  disegnare modelli di sviluppo permanenti"

 

Per chiudere un invito a investire in Italia, Gardini lo fa al mondo dell'impresa."Il ministro Padoan al termine dell'incontro con le parti sociali ci ha detto. Ora tocca alle imprese. Credo che le imprese debbano tornare a essere realmente Made in italy: lavorando in Italia, prodotto Italiano, con manodopera italiana per poi fare export e internazionalizzazione".