Il debito pubblico oscilla intorno al 150 per cento, l’inflazione mette a dura prova i bilanci delle famiglie e delle imprese come non era mai avvenuto negli ultimi 40 anni, contemporaneamente la recessione è pronta a fare danni altrettanto clamorosi mentre la guerra in Ucraina sta destabilizzando gli equilibri internazionali. In questo scenario si delinea un autunno difficile, forse drammatico, con la spada di Damocle dei rifornimenti energetici che potrebbero risultare drammaticamente insufficienti. E un inverno che potrà rivelarsi ancora più duro. Ecco perché è certamente vero che in una democrazia quando le maggioranze non reggono la scelta naturale è dare la parola agli elettori. Ma una maggioranza in Italia c’è ancora e, nonostante tutto, il governo Draghi ha saputo rilanciare il Paese ottenendo i fondi europei previsti dal Pnrr e riconquistando un ruolo centrale in Europa. Andare al voto significa aggiungere un elemento di straordinaria incertezza a una situazione difficile da reggere. In momenti come questo serve responsabilità, sarebbe saggio evitare le fibrillazioni di una campagna elettorale che inevitabilmente paralizzerà ogni scelta di governo. Per questo l’appello è che in Parlamento si trovi la soluzione per arrivare alla fine della legislatura. Poi è giusto che la parola passi agli elettori.