Credito Cooperativo alla UE «No a discriminazioni. Noi differenti da Spa»

Credito Cooperativo alla UE «No a discriminazioni. Noi differenti da Spa»

Credito Cooperativo alla UE «No a discriminazioni. Noi differenti da Spa»

Il Credito Cooperativo rischia di essere punito in Europa nonostante il prezioso apporto agli impieghi dato nel corso della crisi

venerdì 20 giugno 2014

L'Associazione europea delle banche cooperative (Eacb) si scaglia contro le regole comunitarie che rischiano di discriminare il settore. Il comitato esecutivo dell'Eacb si è riunito a Roma e ha approvato una dichiarazione in cui chiede di applicare il principio di proporzionalità nella legislazione con riferimento alla dimensione e ad altre caratteristiche delle banche, sul modello delle ultime direttive sugli schemi di protezione dei depositi (Dgs) e sulla gestione delle crisi bancarie.

«Le 3.700 banche cooperative in Europa finanziano un terzo delle piccole e medie imprese e vogliono continuare a sostenere lo sviluppo delle comunità locali. La nuova cornice regolamentare non deve, per questo, metterle in una condizione di svantaggio», afferma il membro del comitato esecutivo di Crédit Agricole, Christian Talgorn, che è stato confermato alla presidenza del comitato esecutivo Eacb. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio, è stato invece eletto vicepresidente.

«Troppo spesso regolatori e mass media non tengono conto dell'importante presenza del credito cooperativo che durante la crisi è stata preziosa» afferma il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, in conferenza stampa. Dopo l'accavallarsi di nuove norme in vista dell'avvio dell'unione bancaria, aggiunge il direttore generale Sergio Gatti, «non può che salire la ribellione perché diventa difficile fare business, per noi che non abbiamo per fine la massimizzazione del profitto. L'atteggiamento punitivo dei legislatori - conclude Gatti - si scaglia proprio sul segmento di banche che ha minore responsabilità nella crisi e nel credit crunch». (Ansa)