«Non si arresta il calo dei prezzi, con la necessità di rivederli al ribasso per reggere il mercato. Sarà il Natale dai prezzi più bassi di sempre. Non migliorano le condizioni di accesso al credito che restano rigide e rappresentano un forte vincolo allo sviluppo, all’innovazione e alle aggregazioni. Sul fronte dei Debiti PA emerge un paese che a macchia di leopardo registra in alcune aree forti miglioramenti, in altre decisi peggioramenti». È questo, in estrema sintesi il quadro che emerge dalla terza nota congiunturale realizzata dal Centro Studi dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Prezzi ancora in discesa: Sul fronte dei prezzi di vendita l’80,6 delle cooperative ha mantenuto stabili i prezzi nel secondo quadrimestre dell’anno, mentre oltre il 15%, per presidiare il mercato di riferimento, ha operato ulteriori revisioni al ribasso. E non sono incoraggianti le previsioni, infatti, l’85,2% dei cooperatori, prevede prezzi stazionari, mentre l’8,7% li rivedrà, ulteriormente, al ribasso.
Frena a sorpresa anche l’export a causa della burocrazia: Il 37,8% delle cooperative che si rivolgono anche ai mercati esteri ha denunciato come principale ostacolo a export e internazionalizzazione gli impedimenti burocratici. Il 24,3% i costi e i prezzi elevati. Tra gli altri fattori, si segnala la concorrenza sleale, le restrizioni alle vendite e situazioni di embargo.
Credito: permangono richieste di rientro e spread in salita: Il 9,5% delle cooperative con finanziamenti in essere ha ricevuto richieste di rientro (anche parziali) dalle banche. Sul fronte dei tassi applicati, il 18,1% delle cooperative ha segnalato un riallineamento verso l’alto dei tassi di interesse. Per il 65,3% dei cooperatori lo spread è rimasto invariato. Per quanto riguarda le garanzie richieste sui finanziamenti in essere, solo il 2,2% dei cooperatori ha registrato un riallineamento verso il basso del sistema delle garanzie. Il 21,5% dei cooperatori ha segnalato richieste aggiuntive a garanzia dei finanziamenti erogati da parte delle banche. Per il 76,3% il sistema delle garanzie è rimasto invariato. Riguardo alle condizioni accessorie applicate dalle banche sui finanziamenti già in corso, continua a prevalere la tendenza alla maggiore onerosità. Il 22,5% delle cooperative giudica meno accomodanti le cosiddette “altre condizioni” applicate dalle banche. Il 2,2% dei cooperatori, invece, è riuscito a spuntare un alleggerimento delle condizioni accessorie. Per il 75,3% degli intervistati, non c’è stata alcuna variazione significativa nel corso del secondo quadrimestre 2014.
La liquidità: Si registra un leggero alleggerimento di tensione sulla gestione della tesoreria delle cooperative. Il livello di liquidità è considerato buono dal 36,9% delle cooperative, mentre il 16,2% ha espresso, invece, un giudizio negativo, valutando come insufficiente il livello di liquidità rispetto alle esigenze operative. Per il restante 46,9% il giudizio non va oltre la mediocrità.
Investimenti, attese fiacche a causa del peggioramento condizioni accesso al credito: Il 55,6% delle cooperative vuole consolidare ulteriormente le attività in essere. Il 17,1%, ha espresso indicazioni volte all’espansione delle attività. Il 16,8% ha segnalato come prospettiva la strada delle aggregazioni (attraverso fusione e alleanze strategiche). La prospettive legate ad un aumento della spesa per investimenti sono fiacche. Solo 2 cooperative su 10 aumenteranno gli investimenti per l’anno prossimo. La maggioranza assoluta delle cooperative, il 62,4%, manterrà stazionaria la spesa per investimenti. Il 16,6% delle cooperative, invece, ne ridurrà, addirittura, la portata.
L’occupazione: Prosegue la tendenza al deterioramento della dinamica congiunturale della forza lavoro occupata, in particolare tra le PMI. Nel complesso, sebbene il 67% dei cooperatori sia riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali anche nel secondo quadrimestre dell’anno, si mantiene sempre più alta la quota di cooperative, il 18,4%, che ha espresso indicazioni di contrazione delle risorse umane occupate rispetto a quelle di aumento, che si attestano, invece, al 14,6%. Tra le grandi imprese, invece, si segnala, seppure in misura molto contenuta, un saldo positivo nei giudizi relativi alla forza lavoro occupata.
In negativo il sentiment delle cooperative: Il perdurare della crisi e le recenti rivisitazioni al ribasso dell’andamento dell’economia italiana trovano riflesso in un peggioramento del sentiment dei cooperatori rispetto allo scenario macroeconomico nazionale di breve periodo. Scende, infatti, dal 14,7% della rilevazione precedente al 7,3% la quota di cooperative che si dichiara fiduciosa. Sale, invece, dal 18,4% al 30,6% chi considera realistici i rischi al ribasso per l’economia italiana e si aspetta un peggioramento del quadro macroeconomico nel nostro Paese. Il 62,1% delle cooperative ritiene, infine, che l’economia italiana non possa invertire la rotta, almeno nel breve termine.