Confcooperative e Credito Cooperativo "Evitare nuovo credit crunch"

Confcooperative e Credito Cooperativo "Evitare nuovo credit crunch"

Confcooperative e Credito Cooperativo "Evitare nuovo credit crunch"

Gardini e Dell'Erba, contrari a linee guida della BCE sugli NPL

venerdì 6 ottobre 2017

CONFCOOPERATIVE  E CREDITO COOPERATIVO

FORTE CONTRARIETA’ ALLE NUOVE LINEE GUIDA BCE SUGLI NPL 

SCONGIURARE UN NUOVO CREDIT CRUNCH

 

Gardini (Confcooperative): “Il mondo cooperativo ha contribuito a tenere in piedi l’economia reale. Chiediamo un intervento forte perché le linee guida siano modificate”.

Dell’Erba (Federcasse): “Le norme tengano conto delle specificità dei sistemi Paese e di chi ha mantenuto un ruolo anticiclico”.

Apprezzamento per le parole del Presidente del Parlamento europeo Tajani e del Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari Gualtieri circa la necessità di prevedere correttivi.

 

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                 La Confederazione delle Cooperative italiane (Confcooperative) ed il Credito Cooperativo esprimono la loro grave preoccupazione per le conseguenze che potranno avere – sulle pmi italiane e sulle imprese in generale – le norme contenute nell’addendum della BCE, messo in consultazione il 4 ottobre, relativo alle  linee guida sui Non Performing Loans delle banche europee significant.

 

                 Linee guida che – ricordiamo – se non saranno modificate imporranno già dal 2018 alle banche di coprire, dopo due anni, con accantonamenti al 100% i nuovi crediti classificati come non performing non garantiti e dopo sette anni quelli garantiti.

 

                  Confcooperative (la maggiore centrale di rappresentanza del movimento cooperativo italiano, con 19 mila imprese associate, 528 mila occupati e oltre 3,3 milioni di soci) ed il  Credito Cooperativo (oggi un sistema di 300 banche locali cooperative e mutualistiche – BCC e Casse Rurali - alle prese con un delicato e complesso percorso di riforma che porterà, a regime, alla loro integrazione in Gruppi Bancari Cooperativi sottoposti alla vigilanza BCE, con oltre 4200 sportelli e 1 milione e 260 mila soci)  ritengono che una simile ipotesi darebbe un colpo mortale alle fragili gambe di una ripresa che inizia a consolidarsi dopo anni di enormi sacrifici dell’intero sistema economico, sociale, imprenditoriale e bancario italiano.

 

                   Per quanto riguarda le BCC, non si può non ricordare come uno Studio della Banca d’Italia (del marzo 2016) abbia dimostrato che le banche territoriali  del nostro Paese – e nello specifico proprio le banche cooperative mutualistiche - negli anni della grande crisi abbiano continuato ad erogare credito a imprese e famiglie e abbiano registrato un tasso di ingresso a sofferenza dei crediti alle piccole e micro imprese più contenuto rispetto ai concorrenti.  Ad oggi le BCC  sono tra gli interlocutori più importanti per le PMI con quote di mercato superiori al 20 per cento negli impieghi agli artigiani e oltre il 18 per cento negli impieghi alle imprese minori.

 

                  Il Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini mette l’accento sul rischio di un nuovo credit crunch: “Il quadro che disegnano le nuove linee guida sugli NPL, se confermato, determinerà ulteriori aumenti di costi per le banche e, ovviamente, una ulteriore revisione dei criteri di concessione del credito che andranno ad impattare pesantemente su famiglie ed imprese”. “Abbiamo fatto tutti – ed il sistema cooperativo in particolare – sforzi enormi per tenere in piedi il Paese negli anni più duri della crisi. Ora che si mostrano i primi confortanti segnali di ripresa sorprende come da Francoforte arrivino segnali che non tengono conto delle conseguenze dirette e reali di norme ancora più restrittive sulla vita delle persone e delle imprese” prosegue Gardini. “Siamo determinati a sensibilizzare le nostre Istituzioni  a tutti i livelli perché il pericolo di un credit crunch che sarebbe a questo punto davvero esiziale, sia scongiurato”.

 

                 “Stigmatizziamo nel merito e nel metodo la nuova procedura di consultazione avviata dalla BCE sugli NPL, materia peraltro già inquadrata nelle linee guida diffuse dalla Banca Centrale Europea appena lo scorso mese di marzo” afferma invece il Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba. “Norme che, se pur ispirate ad un obiettivo condivisibile, non tengono conto della complessità e della diversità dei sistemi economici continentali,  come anche delle oggettive difficoltà che, ad esempio nel nostro Paese, si hanno nella tempistica di escussione delle garanzie sui deteriorati. Basti pensare che in Italia la media per concludere una procedura fallimentare è di 7,8 anni” . “Chiediamo da tempo – prosegue dell’Erba – che le normative bancarie europee siano ispirate a criteri di proporzionalità, che distinguano la tipologia degli intermediari e le oggettive condizioni nei quali si trovano ad operare”. “Non si cambiano in corsa le regole su una materia così delicata sulla quale le Banche italiane stanno lavorando con risultati importanti”.

 

                       Al tempo stesso Gardini e dell’Erba esprimono il loro pieno apprezzamento e ringraziamento nei confronti del Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e del Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari Roberto Gualtieri che, rispettivamente,  oggi a Roma in occasione della “lectio magistralis” in sede Abi sulle prospettive dell’Europa e ieri a Bruxelles, hanno preso posizione sulla necessità di modificare le nuove linee guida per venire incontro alle richieste ed alle preoccupazioni dell’intero mondo bancario ed imprenditoriale italiano