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Sud, la fuga dei cervelli costa 4,1 miliardi

Sud, la fuga dei cervelli costa 4,1 miliardi

Il nuovo focus Censis Confcooperative sulla fuga dei giovani dal Sud

mercoledì 12 novembre 2025

"Sud, la grande fuga" è il nuofo focus Censis Confcooperative che fa un'analisi, dieci anni dopo il primo report, sull'esodo dei giovani dal Sud, per studiare o andare al lavorare al centro nord e all'estero. Una perdita sociale, demografica, intellettuale che pone degli interrogativi sul futuro del Mezzogiorno. A seguire un abstract, mentre il comunicato integrale è in allegato.

ABSTRACT

«C'è un treno che parte dal Mezzogiorno ogni giorno. È carico di sogni, talenti, futuro, ma non torna mai indietro. Un trasferimento di ricchezza che risale dal Sud prendendo la strada del Nord. L'esodo di 134.000 studenti verso le università del Centro-Nord non è solo una statistica: è una perdita sociale, economica, demografica, culturale. Un depauperamento silenzioso di risorse che svuota interi territori. Un pezzo della futura classe dirigente che se ne va, lasciando dietro di sé interrogativi sul destino del Mezzogiorno. Una fuga che al Sud costa oltre 4 miliardi». Lo dice Maurizio Gardini commentando il focus Censis – Confcooperative “Sud, la grande fuga” che mette i conti nero su bianco: 157 milioni di euro evaporati dalle casse degli atenei meridionali. Risorse che si materializzano altrove, nelle università del Centro-Nord, dove rette più salate (2.066 euro contro i 1.173 del Sud) hanno fruttato 277 milioni di incassi. Il conto per le famiglie meridionali? Altri 120 milioni annui di differenziale. Il Sud paga di più per vedere partire i propri figli.

Ma il dramma non si ferma qui. Sono 36.000 laureati al Sud che hanno scelto le regioni centro-settentrionali o l’estero come approdo lavorativo. Giovani ad alta qualificazione, formati con risorse meridionali, valorizzano le proprie competenze lontano dai luoghi che hanno investito nel loro futuro. Parliamo di 4,1 miliardi di euro. Soldi investiti dal Sud per formare una classe dirigente che poi sceglie di restituire altrove il proprio know how.

«La strada per invertire la rotta esiste: investire in innovazione, formare in ambiti strategici, aprire finestre internazionali. Il sistema dell'istruzione, dell'università e della ricerca è l'unica via per collocare il Mezzogiorno sulla frontiera tecnologica e restituirgli competitività. L’unica strada – conclude Gardini – per non continuare a guardare quel treno partire senza ritorno».