«L’esodo dei giovani dal Sud pone una domanda secca sugli scenari futuri: quale futuro attende il paese? La fuga dei giovani dal Mezzogiorno – secondo lo studio svolto dal Censis per Confcooperative – si traduce in una duplice fuga di talenti: sia di quelli che si sono laureati al Sud e vanno a lavorare al centro nord o all’estero, sia di quelli che, dopo il diploma, preferiscono le università del centro – nord a quelle del Mezzogiorno. Un depauperamento che in 10 anni è costato oltre 5 miliardi di euro sempre secondo il Censis».
Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative commenta i dati Svimez sul rischio di desertificazione del Mezzogiorno.
«Se è fisiologica una percentuale di giovani che scelgono altri paesi per completare il proprio percorso formativo o per motivi di lavoro, è invece preoccupante un tasso crescente di fuga. Un allarme che, come ha rimarcato più volte il premier Renzi, impone – aggiunge Gardini – a tutto il sistema paese, politica e imprese, di fare molto di più per affrontare il tema della disoccupazione giovanile e per migliorare le condizioni di sviluppo. Ci sono germogli di ripresa da incoraggiare: gli EET – conclude Gardini – i giovani imprenditori che vincono la crisi sono 175.000 (studio Censis/Confcooperative), nel Mezzogiorno la quota raggiunge il 41,1%. È un segnale positivo su cui scommettere e da cui ripartire»