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Natale, gli italiani spenderanno 2,5 miliardi, 300 milioni in più dello scorso anno, ma 200 meno del Natale pre Covid

Natale, gli italiani spenderanno 2,5 miliardi, 300 milioni in più dello scorso anno, ma 200 meno del Natale pre Covid

Sale il numero delle persone a tavola da 6 a 8. Si allarga la forbice della diseguaglianza: un esercito di 10 milioni di persone povere

 

mercoledì 21 dicembre 2022

Per il cenone di Natale gli italiani spenderanno 2,5 miliardi: 300 milioni in più dello scorso anno, ma 200 milioni meno del Natale pre Covid, registrando così un – 10% rispetto agli anni della normalità pre pandemia. L’impennata nella spesa, rispetto allo scorso anno, è determinata, però, non dai maggiori consumi, ma dagli aumenti generalizzati dei prezzi. Salgono del 4% le tredicesime, dai 44 miliardi del 2021 ai 45,7 di quest’anno grazie al miglior andamento dell’occupazione, al minor impatto della CIG, ma perdono terreno le retribuzioni e l’aumento delle tredicesime non basta a far fronte all’inflazione a due cifre. Primeggiano le spese personali, si erodono i risparmi a causa dell’inflazione a due cifre e all’impennata della bolletta energetica. Continua ad allargarsi la forbice tra chi può spendere e risparmiare e chi scivola sempre più in povertà: l’esercito tra poveri assoluti e relativi conta circa 10 milioni di persone tra le proprie fila. 

Paese segnato da egoismo, difficoltà economiche e polarizzazione delle diseguaglianze: L’Italia della paura e dell’egoismo è segnata dalla polarizzazione delle posizioni tra chi ce la fa e chi ha problemi a sbarcare il lunario. È forte il clima di incertezza per i morsi dell’inflazione che erode la capacità di acquisto di 3 italiani su 4, per il caro energia che pesa sul portafoglio delle imprese e delle famiglie per le quali e continuerà a minarne reddito e capacità di spesa. In questo clima l’Italia si aggrappa alla tradizione nel menù della tavola. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative. 

La spesa a tavola: il cenone vedrà aumentare il numero di partecipanti. In media si passerà dai 6 agli 8 componenti che, nella maggior parte dei casi, esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Le bollicine italiane, preferite a quelle d’oltralpe, si confermano le immancabili superstar dei cenoni con poco meno di 60 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy. Per il menù di Natale, in pole position le eccellenze del made in Italy: vongole e frutti di mare per i primi piatti (105 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (390 milioni di euro); carne, salumi e uova (455 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (415 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (380 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (250 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (130 milioni). Chiuderà il paniere il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (375 milioni di euro).

Per Natale in viaggio più di 1 italiano su 4 Per Natale saranno 17.000.000, vale a dire più di 1 italiano su 4, a fare i bagagli per vivere alcuni giorni fuori dopo la serrata dello scorso anno. Tra le destinazioni vincono montagna e agriturismo, seguono le città d’arte e le destinazioni termali. Mentre una fetta considerevole partirà per raggiungere dei parenti.

Lo shopping a caccia tra sconti e occasioni Viaggi e risparmi sotto l’albero per se stessi e occasioni low cost per gli altri.  Le giornate dedicate al black friday e agli sconti sono state l’occasione per anticipare i regali di Natale e risparmiare il più possibile per 3 italiani su 5 che si sono accaparrati i capi scontati da poter regalare.  

Non dimenticare l’Italia di chi non ce la fa: ben 10 milioni di persone tra povertà assoluta e relativa Brindisi dal calice amaro per le persone scivolate in povertà a cassa della lockdown economy e della economy dopo che ha gonfiato l’esercito dei poveri portandolo a 10 milioni di persone tra chi vive in povertà assoluta e relativa. Resta fondamentale, per Confcooperative, individuare misure di contrasto alla povertà e politiche attive per concorrere ad affrontare una piaga che non è solo economico ma che rischia di minare sempre più la concordia sociale del paese.