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Natale, gli italiani spenderanno 2,2 miliardi di euro, 500 milioni meno del precovid. Poveri esercito da 10 milioni

Natale, gli italiani spenderanno 2,2 miliardi di euro, 500 milioni meno del precovid. Poveri esercito da 10 milioni

Tredicesime +8%. Partirà 1 italiano su 4. Sul Covid l’Italia si divide tra timori e sconsideratezza

lunedì 20 dicembre 2021

Per il cenone di Natale gli italiani spenderanno 2,2 miliardi: 100 milioni in più dello scorso anno, ma 500 milioni meno del Natale pre Covid, registrando un –20% rispetto agli anni della normalità pre pandemia. Salgono dell’8% le tredicesime, dai 41 miliardi del 2020 ai 44 di quest’anno grazie al recupero parziale dell’occupazione e al minor impatto della CIG sui redditi. Aumentano le spese personali e i risparmi, ma si allarga la forbice tra chi può spendere e risparmiare e chi scivola in povertà: l’esercito tra poveri assoluti e relativi conta circa 10 milioni di persone tra le proprie fila. 

 

Paese segnato da egoismo, timore e sconsideratezza L’Italia della paura e dell’egoismo, dove si polarizzano le posizioni tra chi ce la fa e chi ha problemi a sbarcare il lunario, si aggrappa alla tradizione tra timori e incertezze da un lato che portano a disertare le ampie tavolate tra familiari e amici e la sconsideratezza di altri. Infatti 2 italiani su 5 utilizzano poco, male o per nulla mascherine e gel sanificanti, 1 su 5 non teme gli assembramenti. È forte il clima di incertezza per le ondate continue di COVID, per i morsi dell’inflazione che erode la capacità di acquisto di 3 italiani su 4, il caro energia che già si fa sentire sul portafoglio delle imprese e delle famiglie e continuerà a minarne reddito e capacità di spesa. In questo clima l’Italia si aggrappa alla tradizione nel menù della tavola. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative. 

 

La spesa a tavola I cenoni, con un ristretto numero di partecipanti, nella maggior parte dei casi, esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Le bollicine italiane, preferite a quelle d’oltralpe, si confermano le immancabili superstar dei cenoni con poco meno di 58 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy. Per il menù di Natale, in pole position le eccellenze del made in Italy: vongole e frutti di mare per i primi piatti (95 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (340 milioni di euro); carne, salumi e uova (405 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (365 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (335 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (210 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (100 milioni). Chiuderà il paniere il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (345 milioni di euro).

 

Per Natale in viaggio 1 italiano su 4 Per Natale sarà 1 italiano su 4 a fare i bagagli per vivere alcuni giorni fuori dopo la serrata dello scorso anno. Tra le destinazioni vincono montagna e agriturismo, seguono le città d’arte e le destinazioni termali. Mentre una fetta considerevole partirà per raggiungere dei parenti.

 

Lo shopping a caccia tra sconti e occasioni Viaggi e risparmi sotto l’albero per se stessi e occasioni low cost per gli altri.  Le giornate dedicate al black friday e agli sconti sono state l’occasione per anticipare i regali di Natale e risparmiare il più possibile per 2 italiani su 5 che hanno sfidato i rischi degli assembramenti pur di accaparrarsi i capi scontati da mettere sotto l’albero.  

 

L’Italia di chi non ce la fa: ben 10 milioni di persone tra povertà assoluta e relativa Brindisi dal calice amaro per le persone scivolate in povertà a cassa della lockdown economy e della economy dopo che ha gonfiato l’esercito dei poveri portandolo a 10 milioni di persone tra chi vive in povertà assoluta e relativa. Resta fondamentale, per Confcooperative, individuare misure di contrasto alla povertà e politiche attive per concorrere ad affrontare una piaga che non è solo economico ma che rischia di minare sempre più la concordia sociale del paese.