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Natale «Gli italiani spenderanno 2,1 miliardi per il cenone, 600 milioni meno del 2019»

Natale «Gli italiani spenderanno 2,1 miliardi per il cenone, 600 milioni meno del 2019»

Calo della spesa del 20%. La lockdown economy fa esplodere la povertà per 10 milioni di persone

mercoledì 23 dicembre 2020

Gli italiani spenderanno 2,1 miliardi per il cenone di Natale, vale a dire 600 milioni in meno dell’anno scorso, per una contrazione della spesa alimentare pari al 20% con punte del 30%. Le tredicesime pari a 41 miliardi calano di 2,3 miliardi rispetto allo scorso anno come contraccolpo del Covid sia a causa della perdita di occupazione sia per l’impatto della CIG sui redditi. 

Il numero ridotto di partecipanti, la minore capacità di spesa e la prudenza determinano il calo della spesa, ma vincerà la tradizione nella ricerca delle eccellenze agroalimentari per il menù della vigilia. Sarà una spesa improntata all'attenzione e vicina allo spreco zero, con una famiglia su tre che prenderà la cena con modalità di asporto dai ristoranti. All’Italia del rancore è subentrata l’Italia dell’egoismo e della paura. In questo clima di profonda incertezza ci si appiglia ai menù della tradizione in attesa che passi la buriana del Covid. C’è un’Italia che prova a reagire seppur in clima di profonda sfiducia tra esplosione della povertà e instabilità politica sia interna sia internazionale. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative. 

Non è un caso che chi può rimpingua i risparmi in vista di un futuro poco decifrabile. Più degli altri anni si assiste a una polarizzazione dei consumi tra l’Italia che può sostenere delle spese e chi deve fare i conti con le difficoltà quotidiane anche di beni primari. Le giornate dedicate al black friday e agli sconti sono state l’occasione per anticipare i regali di Natale e risparmiare il più possibile. Le lunghe file nei negozi in città, in concomitanza della chiusura dei centri commerciali evidenziano la tendenza alla ricerca di sconti e affari. 

I cenoni, con un ristretto numero di partecipanti, esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Le bollicine italiane, preferite a quelle d’oltralpe, si confermano le immancabili superstar dei cenoni con oltre 60 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy. 

Per il menù di Natale, in pole position le eccellenze del made in Italy: vongole e frutti di mare per i primi piatti (85 milioni di euro); pesce per i secondi piatti (330 milioni di euro); carne, salumi e uova (395 milioni di euro); vini, spumanti e prosecchi (355 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (320 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (180 milioni di euro). Non mancherà il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (90 milioni). Chiuderà il paniere il ricco carrello dei dolci composto da panettone e pandoro in primis, oltre alle tantissime specialità dolciarie regionali (335 milioni di euro). 

E se gli italiani sono concordi sul cosa portare in tavola, diverse le scuole di pensiero in cucina. Tra gli over 50 vincono le ricette tradizionali o di famiglia. Tra i più giovani spopolano blog e app per cercare la ricetta d’effetto: crudi con avocado, rombo in crosta di cacao; risotto gamberi e liquirizia; filetti di pesce con mele e uva bianca. 

Brindisi dal calice amaro per le persone scivolate in povertà per la lockdown economy che ha gonfiato l’esercito dei poveri portandolo a 10 milioni di persone. 

Resta fondamentale, per Confcooperative, individuare misure di contrasto alla povertà e politiche attive per concorrere ad affrontare una piaga che non è solo economica che rischia di minare nei prossimi mesi la concordia sociale del paese.