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Lavoro e intelligenza artificiale: nuove opportunità oltre il gap generazionale

Lavoro e intelligenza artificiale: nuove opportunità oltre il gap generazionale

Al Festival dell'Economia il panel sul lavoro con un focus su donne, giovani e trasformazione digitale

lunedì 26 maggio 2025

Lavoro e alchimie digitali: dal deserto del mismatch all'eden delle opportunità per la generazione invisibile

L’Italia vive un paradosso occupazionale. Da un lato registra il più alto numero di occupati da quando esistono le serie storiche, dall’altro sconta un gap strutturale che la separa dall’Europa e un mismatch tra domanda e offerta di lavoro che costa all’economia nazionale oltre 27 miliardi di euro, pari all’1,5% del PIL. Una contraddizione che richiede una riflessione profonda sui meccanismi che regolano il mercato del lavoro e sulle sfide che la trasformazione digitale pone al sistema produttivo italiano.

L’intelligenza artificiale: opportunità o minaccia?

L’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta uno spartiacque per il mondo del lavoro. «Dobbiamo affrontare la nuova sfida dell'intelligenza artificiale, che rischia di sostituire 6 milioni di lavoratori, e che sarà integrata nel lavoro di 9 milioni di persone» ha detto il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini.

«Serve un nuovo patto tra sindacati e associazioni datoriali. Noi ci siamo a rivendicare alle nostre imprese per riparare le fragilità. Il governo ci ha anticipato l’apertura di un tavolo sul tema della sicurezza sul lavoro, che spero si possa affrontare con i sindacati in modo non ideologico» ha aggiunto.

Il peso del mismatch: numeri che fanno riflettere

«Se avessimo lo stesso tasso di occupazione della media dell’Unione Europea avremmo 3 milioni di occupati in più.  Abbiamo 1,8 mln di neet e un mismatch che pesa per oltre 27 mld: l’1,5% di Pil. C’è una competizione tra territori e un forte calo demografico da affrontare. Bisogna trovare un equilibrio tra tecnologia e innovazione, che corre troppo velocemente rischiando di lasciare indietro imprese e persone ha spiegato Andrea Toma del Censis.

La questione femminile: progressi e nodi irrisolti

Il mercato del lavoro femminile mostra segnali incoraggianti ma persistono criticità strutturali. «C'è stato un rimbalzo dell’occupazione femminile, ma il carico di cura è ancora a carico solo delle donne – ha detto Alessandra Rinaldi, della Commissione Donne Cooperazione di Confcooperative –. Un tema che si intreccia drammaticamente con quello della violenza di genere, alimentata dalle diseguaglianze economiche. La cooperazione è un motore trasformativo che genera connessioni e investe nel sociale. I numeri sembrano confermare questa vocazione inclusiva, con un tasso di occupazione femminile nelle cooperative del 61% e una presenza delle donne nella governance del 27%».

I giovani e il futuro del lavoro

«Serve più connessione tra università e mondo del lavoro. Dobbiamo mettere i giovani in condizioni di acquisire le competenze necessarie per accedere al mondo del lavoro» ha evidenziato Andrea Sangiorgi, presidente Giovani Imprenditori di Confcooperative.

«Saper ragionare sulle soft skill e sulle relazioni tra le persone diventa cruciale in un'economia sempre più orientata ai servizi e all’innovazione. Bisogna arrestare la fuga all'estero e creare le condizioni per favorire la nascita di nuove imprese, ostacolata dalla burocrazia e dalle difficoltà di accesso al credito» ha concluso.