«Il piatto piange. Rischiamo il punto di non ritorno per un settore che occupa direttamente 150.000 persone ed eroga quasi 1,5 miliardi di pasti all’anno. A rischio oltre 60.000 occupati e 700 milioni di pasti. Quella che può esplodere è una bomba sociale ed economica per le conseguenze sui lavoratori e sull’utenza molto spesso fragile: degenti in ospedale, in rsa e mense scolastiche. È questo il may day delle imprese e delle cooperative impegnate nella ristorazione collettiva a cui non sono riconosciuti i rincari a due cifre per i costi dell’energia, delle materie prime e dei generi alimentari. Già oggi, un pasto su tre, grava direttamente sulle casse delle imprese che stanno continuando a fare da banca allo stato. Per questo, parteciperemo alla mobilitazione straordinaria di giovedì 23 marzo a Roma, insieme alle altre sigle di rappresentanza del settore». Questo il grido d’allarme lanciato da Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci Servizi sulla complicatissima congiuntura che stanno attraversando le imprese di settore.