Donne e politiche di conciliazione «Favorire le politiche di conciliazione vita – lavoro è un indicatore di civiltà oltre che un moltiplicatore di PIL. Dobbiamo fare di più». Cosi Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative commenta i dati Istat secondo i quali sono circa 10 milioni le donne che, nel corso della vita, hanno interrotto la propria esperienza professionale. «Lisbona 2020 chiede di arrivare al 75%, siamo poco sopra il 50% per l’occupazione femminile. È chiaro che dobbiamo fare molto di più. La cooperazione su questi temi ha dato un apporto reale e misurabile – aggiunge Gardini - tra i 540.000 occupati delle imprese di Confcooperative è donna oltre il 62% degli occupati, mentre le socie sono il 40%. Anche la governance vede 1 cooperativa su 4 a guida rosa, il 24% contro il 16% delle società di capitali e delle società di persone. Negli anni della crisi, è passata dal 57% al 61%. Cooperazione sociale, sanità e produzione lavoro sono i settori a maggiore presenza femminile. Donne e cooperative – conclude il presidente di Confcooperative – risultano essere davvero un binomio che, nella realtà, fa bene al paese».
Produzione lavoro e tassa di licenziamento: «Esonerare dal pagamento del contributo sul licenziamento previsto dalla legge Fornero – lo chiede Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi Confcooperative – è una contraddizione ingiustificata. Perché determina un oneroso aumento del costo del lavoro per le imprese che sono obbligate, anzi direi condannate, a versare una tassa di licenziamento su lavoratori che, invece, vengono rioccupati senza subire alcuna interruzione lavorativa». Con la legge Fornero, nata per arginare la prassi dei licenziamenti facili, infatti, il datore di lavoro che licenzia per qualsiasi ragione, anche per crisi, è obbligato a versare all’Inps il 41% della nuova assicurazione per disoccupati, la «Aspi»: va dai 483 euro per un lavoratore con al massimo un anno di anzianità ai 1451 se il rapporto supera i tre anni. Nei casi di cambio appalto la tassa andrebbe pagata anche per i lavoratori che continuerebbero a lavorare (vedi articoli in allegato)
Cooperative sociali, IVA al 5% «Si risolve il contenzioso europeo e si valorizzata la caratteristica imprenditoriale delle cooperative sociali. La Legge di Stabilità 2016, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, contiene, infatti, novità molto importanti relative al regime IVA delle cooperative sociali e dei loro consorzi. È stata, infatti, istituita una nuova aliquota IVA al 5% per le prestazioni socio-sanitarie ed educative rese a persone svantaggiate dalle cooperative sociali e dai loro consorzi». Lo fa sapere Federsolidarietà Confcooperative nella circolare diramata ai territori e alle cooperative.
Cooperfidi Italia, positivo il giudizio di Banca Italia su solidità patrimoniale. Rilevate attività di due confidi dedicati a cooperative sociali e imprese agricole Si è tenuta a Bologna l’ultima riunione del 2015 del Consiglio di Amministrazione di Cooperfidi Italia: si chiude così il sesto anno di vita dell’organismo nazionale di garanzia fidi dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
«Quello che si avvia a conclusione è un anno importante per la società scandito da eventi che ne segneranno il futuro. Oltre al rinnovo degli organi sociali, la società ha subito da maggio a luglio la visita ispettiva dell’Autorità di Vigilanza e negli ultimi due mesi ha approvato il nuovo Piano Triennale necessario per la presentazione della domanda di iscrizione al nuovo Albo Unico degli Intermediari Finanziari previsto dalle nuove normative e messo in campo importanti operazioni straordinarie finalizzate al suo rafforzamento e sviluppo». Così il presidente di Cooperfidi Italia Mauro Frangi, traccia un sintetico bilancio del 2015.
Per saperne di più http://www.italiacooperativa.it/CONFEDERAZIONE/cooperfidi-da-banca-italia-ok-su-solidit224-patrimoniale-rilevati-due-confidi-per-coop-sociali-e-imprese-agricole
Credito, accordo Cia-Cooperfidi Italia, nuove opportunità per le imprese agricole: Intesa tra l’organizzazione degli agricoltori e il consorzio fidi nazionale della cooperazione italiana. Interessanti chances per le imprese agricole italiane in vista dei Piani di sviluppo rurale 2014-2020 che muoveranno più di 20 miliardi di euro.
Accesso al credito meno oneroso, prodotti finanziari specifici per il mondo agricolo, percorsi formativi su temi legati all’attività credizia, assistenza alle start up, specifici piani di comunicazione e un monitoraggio costante delle attività comuni. Sono i punti qualificanti dell’accordo sottoscritto tra la Cia e Cooperfidi Italia, il consorzio garanzia fidi della cooperazione italiana
«Con la convenzione sottoscritta confermiamo la volontà di candidarci ad essere, non solo il confidi di riferimento della cooperazione italiana, ma anche un partner qualificato per sostenere l’accesso al credito delle imprese agricole italiane - ha evidenziato il presidente di Cooperfidi Mauro Frangi».
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