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Legalitá: le proposte contro le mafie e la corruzione. Federabitazione e la riforma del terzo settore 

venerdì 10 aprile 2015

Confcooperative contro la mafia e la corruzione, le proposte presentate alla Regione Sicilia in un convegno a Catania

È un invito a una partecipazione più attiva da parte di tutta la comunità quello che Confcooperative Sicilia ha lanciato presentando a Catania le proposte per rafforzare il contrasto alla corruzione. Al convegno “Insieme contro le mafie e la corruzione le proposte di Confcooperative” si sono confrontati il presidente nazionale Gardini, il presidente di Confcooperative Sicilia Mancini (vicepresidente nazionale), il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, il vicepresidente di Libera, Davide Pati in un dibattito che ha evidenziato come il ruolo della buona cooperazione sia ancora più decisivo per isolare e allontanare i casi di criminalità e di illegalità che danneggiano le imprese oneste. 

GARDINI: "Gli scandali non interessano tutta la cooperazione ma solo 7-8 cooperative, ma in un paese che ha problemi seri di corruzione e illegalità é un problema anche di ordine sociale e democrazia. In un paese che ha problemi e grosse lacune come la legge sugli appalti, il sistema cooperativo é stato utilizzato da cooperatori "presunti veri" creando un danno enorme ai tanti cooperatori che ogni mattina si alzano e portano sulle spalle il peso di un pezzo di paese.

Allora questo richiede un impegno forte determinato. Sono presidente da poco tempo e insieme al gruppo dirigente abbiamo messo in atto una serie di misure come il codice etico, norme statutarie molto rigide contro le mafie e la corruzione. É chiaro che questo non basta ma é un segnale.

Da noi si leva forte lla condanna senza se e senza ma di quei dirigenti che travalicano la soglia della legalità. Quei dirigenti che pensano di farsi rieleggere per oltre 20 anni. Abbiamo deciso di metter in atto norme forti di ricambio della governance che garantiscano la democrazia.

Rigore nei confronti dei dirigenti che si macchiano di crimini, ma anche nei confronti di quelle cooperative che non prendono le distanze dai loro dirigenti che delinquono. Lo abbiamo già fatto di sospendere ed escludere cooperative nel caso di mafia capitale a Roma.

Alle cooperative si chiede maggior rigore. Plaudo alle dichiarazioni di Lusetti che ha detto basta al finanziamento alla politica. Forse qualcuno lo giudica un eccesso ma non si può dire quando una cooperativa finanzia una campagna elettorale per un candidato che poi diventa sindaco o assessore diventa difficile dire che potrebbe non avvantaggiarsi.

Siamo vicini e a sostegno di Cantone perche' vanno riscritte le regole in questo Paese. 

Difficile dire se e' arrivato prima il corruttore o il corrotto. Oggi ci sono metodi piú scientifici di corruzione che rischiano di allargare le maglie e quindi vanno posti correttivi, inasprite le pene. Bisogna fare presto e bisogna che ci sia insieme alle organizzazioni sindacali la costruzione di un modello anche nella pubblica amministrazione perche se io escludo un imprneditore per corruzione non bisogna difendere il dipendente pubblico corrotto.

La battaglia contro le mafie non lo vincono solo le forze dell'ordine e ripenso alle parole di Don Ciotti che lavora per costruire una cultura diffusa contro le mafie. Anche sul tema del lavoro non giustifico quei dirigenti amministratori che giustificano il comportamento scorretto dicendo che hanno difeso i posti di lavoro perché con quel comportamento hanno tolto lavoro ad altre imprese oneste e ad altri lavoratori ed hanno alla fine danneggiato anche i propri lavoratori.

La cooperazione ha un patto generazionale che ci impone di consegnare le nostre imprese cooperative alle generazioni che verranno dopo di noi come noi le abbiamo ricevute dai nostri padri cooperatori. Nelle cooperative che perdono la loro strada non c'é democrazia, non c'é mutualitá non ci sono più i valori fondanti.

«I fatti di questi giorni di cronaca che hanno riguardato le cooperative hanno tutti una caratteristica comune: alcune grandi cooperative dove si è perso il rapporto tra soci e cooperative. Uno scollamento che dobbiamo combattere attraverso la ricerca sempre della mutualità interna» ha dichiarato Mancini, spiegando che Confcooperative Sicilia ha già presentato alla Regione delle proposte concrete sull’opportunità di utilizzare i dati di revisione delle cooperative per costruire una banca dati da mettere a disposizione del sistema dei controlli di legalità.

«La lotta alla mafia e alla corruzione certamente è prevalentemente dello Stato ma tutti noi abbiamo una responsabilità di comportamento individuale. La lotta alla mafia si vince se c'è un cambio culturale della collettività» ha aggiunto Mancini.

«Abbiamo purtroppo visto che anche le cooperative possono far parte di un sistema di illegalità diffusa – ha aggiunto il procuratore Giovanni Salvi – e questo credo che ponga delle responsabilità, che devono venire discusse, che indicano una pervasività di questo male che va anche al di là di quello che forse si sospettava. Nessuno pensava che fossero immuni, però certamente oggi viene fuori qualcosa in più».

Ma è proprio sulla buona cooperazione, quella autentica, che bisogna far leva per contrastare con maggior forza l’illegalità. «Dobbiamo difendere quel patrimonio di vera e sana cooperazione, della tanta cooperazione sociale, di tipo A e B che ha aiutato molti a crescere. Ma dobbiamo anche chiedere alla politica di non fare giochi politici su questo tema» ha detto il vicepresidente di Libera, Davide Pati, aggiungendo che proprio il sistema delle cooperative ha permesso la definizione dei bandi per la confisca dei beni alla mafia.

Federabitazione, la Camera approva l'emendamento di Confcooperative: il social housing rientra tra le attività di utilità sociale

«Un ottimo risultato che premia l’impegno profuso negli ultimi tempi dalla Federazione sul piano della rappresentanza». Così il presidente di Federabitazione-Confcooperative, Alessandro Maggioni, commenta l’approvazione della proposta di emendamento presentata dalla Federazione, insieme all’Alleanza delle Cooperative di settore, all’interno della riforma del Terzo Settore che ha ricevuto ieri il via libera dalla Camera. Con il provvedimento si stabilisce l’inclusione dell’alloggio sociale, ambito nel quale operano le cooperative di abitanti, nel quadro delle attività di utilità sociale.

La Camera ha approvato inoltre un ordine del giorno che impegna il governo a prevedere, nei decreti attuativi, che le cooperative di abitanti possano realizzare, gestire e amministrare interventi di edilizia residenziale sociale in qualità di imprese sociali.

«Viene così riconosciuto il ruolo delle cooperative di abitanti in quanto operatori innovativi dell’edilizia sociale sostenibile – ha dichiarato Maggioni -, che hanno consolidato significative esperienze nel campo dell’alloggio sociale, sviluppando percorsi e programmi di abitare collaborativo».

«Queste imprese, anche nel lungo periodo di crisi, rispondono ai bisogni abitativi di persone e famiglie – ha concluso – attraverso la loro diretta partecipazione al programma edilizio e ai servizi all’abitare, favorendo il benessere relazionale e la coesione sociale».