Chi taglia il traguardo dei cento anni è di per sé un monumento della storia. Il senatore Giovanni Bersani, che oggi ha spento le 100 candeline, è qualcosa di più.
Una vita intensissima. Dopo la laurea in Giurisprudenza e Scienze politiche con una tesi su “Il concetto di giustizia sociale” nel 1937 Bersani è ufficiale di Fanteria durante la Seconda Guerra Mondiale. Al termine nel corso di alcuni viaggi in Europa studia dal vivo gli avanzati modelli di cooperazione agricola svizzera, svedese, danese e olandese. È lì che getta le basi per poi entrare a pieno titolo tra i “padri” della cooperazione italiana.
Tra il 1946 e il 1966 è prima presidente di Confcooperative Bologna e poi di Confcooperative Emilia Romagna. Nel 1948 viene eletto alla Camera dei Deputati. Rimarrà in Parlamento fino al 1979, prima come deputato poi come senatore.
Nel 1952 è nominato sottosegretario dal Ministro del Lavoro Rubinacci ricevendo la delega alla cooperazione: incarico che Bersani ricoprirà per due anni per poi tornare al suo lavoro di promotore attivo del movimento cooperativo.
Importante la sua esperienza come parlamentare europeo dal 1960 al 1989. Il suo impegno come presidente europeo dell'Assemblea Parlamentare tra l'Europa e 79 Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp) per 12 anni (ente di cui oggi è presidente onorario) ne fece il costruttore della Convenzione di Lomé che prese il posto della Convenzione di Yaoundé, che ha “governato” i rapporti tra la Comunità Europea e le ex colonie dei loro stati membri tra il 1963 e il 1975.
Ha operato, da protagonista attivo, in un’Italia che non c’è più per tensioni ideali, ideologiche, storiche, politiche e sociali. Resta, senza dubbio, esempio e modello da imitare e da emulare e non solo per i cooperatori. Auguri!