"In Italia si perdono molti posti di lavoro perché le imprese sono poco flessibili. Ci sono poche leggi che aiutano l'imprenditoria, come quella cooperativa e associata, e quindi c'è poco spazio alle aggregazioni tra imprese e a gli imprenditori che vogliono fare ad esempio da soli un'impresa artigiana o cooperativa". A dirlo in un'intervista all'Adnkronos è Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi Confcooperative commentando i dati dell'XI rapporto industria della Cisl da cui emerge che in sei anni si sono persi 900 mila posti di lavoro e che altri 140 mila sono a rischio nel 2014. Nell'ambito dei servizi nella pubblica amministrazione, spiega il presidente della federazione che fa capo a Confcooperative, "il mercato è drogato da un dumping spregiudicato dove ci sono imprese non serie o spurie. Imprese che fanno prezzi molto bassi e dopo poco spariscono, facendo morire le altre di irregolarità". Una situazione che, sottolinea, richiede controlli ma anche incentivi per le imprese che lavorano seriamente. Per Stronati servono molti interventi legislativi, perché "per recuperare occupazione c'è molto spazio a livello di pubblica amministrazione ma anche nel privato". "Tenendo conto che c'è una grande spesa pubblica nei servizi e negli appalti - precisa il presidente di Federlavoro - il governo deve ancora eliminare molte stazioni appaltanti, standardizzare i costi dei servizi e dare la possibilità a imprese più strutturate di creare altri posti di lavoro". Sarebbe auspicabile, aggiunge, anche una rivisitazione dello strumento della formazione, che deve essere "per i lavoratori e non per i formatori, che vivono a volte di formazione copia e incolla". Insomma, conclude Stronati, bisogna "formare i lavoratori per le nuove necessità e per il mercato che cambia, ma bisogna farlo in maniera mirata".