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Credito: riforma banche

Credito: riforma banche

BCC al premier Renzi: «Pronte a dare il nostro contributo di esperienze, idee, numeri»

venerdì 16 gennaio 2015

«Leggeremo con interesse i testi dei provvedimenti annunciati dal Presidente del Consiglio in materia bancaria. Se saranno orientati ad agevolare il credito alle PMI potremo dare ulteriormente il nostro contributo di esperienze, di idee e di numeri».

Così il presidente di Federcasse, l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, Alessandro Azzi, a commento delle affermazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, oggi pomeriggio nell’ambito della riunione della Direzione Pd.

Nel solo ultimo biennio le BCC hanno reso disponibile a famiglie e PMI (da sempre loro clientela di elezione) liquidità aggiuntiva per 6,3 miliardi; si sono rivelate partner affidabili delle politiche anticrisi (dal 2009 al 2013 oltre 1,5 miliardi alle PMI in partnership con Cassa Depositi e Prestiti); hanno quote di mercato rilevanti nelle piccole imprese manifatturiere e nell’artigianato (23%), nell’agricoltura (18%), nelle imprese legate al turismo (17%). Sono leader in settori significativi, come il microcredito, del quale detengono il 57% del totale degli importi erogati. Sono, inoltre, tra le banche più capitalizzate (con un Core Tier 1 medio del 16%); hanno, soprattutto, continuato a creare occupazione netta fino al 2013 e stanno cercando in tutti i modi di difendere gli attuali livelli occupazionali con importanti iniziative di autoriforma.

«Le BCC hanno confermato in pieno la loro vocazione anticiclica – ha proseguito Azzi – anche perché sono banche di comunità, possedute ed amministrate da centinaia di migliaia di imprenditori». «Situazioni di criticità transitoria – ha detto ancora il Presidente di Federcasse - sono state risolte all’interno della categoria senza chiedere un euro alle casse pubbliche, senza far perdere un euro ai depositanti, salvaguardando il bene primario dell’occupazione».

Sul tema del presunto credit crunch, Azzi ha sottolineato: «Non manca la liquidità, non manca la volontà di erogare credito che, va ricordato, è sempre risparmio affidato alle banche dai risparmiatori o dalla Banca Centrale Europea e che va comunque sempre restituito. Il vero problema è che non vi sono in giro molti progetti di investimento produttivo sostenibili». «Non solo. Chiamiamo anche ad una riflessione – conclude Azzi – sulle norme europee pensate per mettere in sicurezza il sistema bancario, pensate per quelle grandi banche estere che hanno causato la crisi e che paradossalmente colpiscono pesantemente le banche italiane soprattutto le piccole, causando di fatto un credit crunch normativo. Invitiamo a riflettere anche su parametri prudenziali che saranno sempre più rigidi con il consolidarsi dell’Unione bancaria».