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Cooperazione allo sviluppo

Cooperazione allo sviluppo

Il viceministro Pistelli riconosce validità della formula cooperativa. Il commento del vicepresidente Claudia Fiaschi

martedì 15 luglio 2014

«Lotta alla povertà, sicurezza alimentare, migrazioni, rispetto dei diritti umani sono tra le maggiori sfide su cui sta vertendo il dibattito dell’agenda di sviluppo post-2015. La solidarietà da sola non basta a vincere queste sfide: è essenziale un impegno condiviso tra settore pubblico, società civile e settore privato. Una moderna cooperazione allo sviluppo ha bisogno di modelli, come quello cooperativo, per sviluppare il settore privato dei paesi in via di sviluppo».

L’Alleanza delle Cooperative Italiane si ritrova in pieno in quanto ha espresso il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli che sta presiedendo l’incontro dei Ministri per la Cooperazione allo Sviluppo, a Firenze, a Palazzo Vecchio, nell’ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.

Il viceministro Lapo Pistelli ha presentato, nell’ambito del programma di lavoro del Semestre di Presidenza, gli eventi promossi dall’Alleanza delle Cooperative Italiane: una serie di roadshow su tutto il territorio nazionale da settembre a dicembre (16 settembre a Roma, Le cooperative: strumenti e indicatori per coniugare crescita e sviluppo sostenibile; 30 settembre a Trento Ong e imprese: un dialogo possibile per gli Obiettivi “post2015”; 18 ottobre a Bari Dal seme al cibo: sistema cooperativo e agricoltura sostenibile; 28 novembre a Padova, Finanza cooperativa e finanza etica per lo sviluppo; dicembre a Roma Private sector for development: evento conclusivo del road show settore privato, cooperative e sviluppo).

Claudia Fiaschi, vicepresidente nazionale di Confcooperative, presente a Firenze in qualità di presidente regionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha commentato favorevolmente il tributo offerto dal viceministro Pistelli «È importante che sia stato riconosciuto il valore specifico dell’economia cooperativa. Le nostre imprese possiedono naturalmente i cromosomi per accompagnare i processi di sviluppo dei Paesi poveri o in quelli di recente rinascita economica perché si basano su un capitale straordinario, come quello umano: radicamento nel territorio, persone, credito, reti di relazioni sono i fattori che possono creare nei Paesi in via di sviluppo opportunità per uscire dalla povertà e favorire, anche per le nostre imprese, un’internazionalizzazione dal volto umano».