Questo lungo lockdown, questa crisi prima sanitaria, poi sociale, economica e finanziaria, ha generato sicuramente bisogni nuovi, ma ha accentuato quel distanziamento nel nostro paese fra chi ha e chi non ha, fra i ricchi e i poveri, ma anche fra i territori". Lo ha affermato Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, intervenendo all’apertura della II edizione del Festival Nazionale dell'Economia Civile a Palazzo Vecchio a Firenze. Apertura scandita dalla consegna della Carta di Firenze al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Gardini ha sottolineato "la necessità di riposizionare il protagonismo nella costruzione di un bene comune che tenga insieme il Paese, che crei una nuova visione, che crei soprattutto fiducia", perché oggi "c'è un problema delle città, c'è un problema dei territori più marginali, c'è un problema di una larga parte del nostro territorio che sta soffrendo, e dobbiamo ricucire le fratture sociali che questa pandemia ha fortemente divaricato". Le risorse europee, secondo il presidente di Confcooperative, "dovranno inevitabilmente essere gestite dalla mano centrale", ma "dovranno tener conto di una visione sui territori e di una capacità progettuale che dal basso incrocia la visione che si cala dall'alto". Gardini non ha mancato di ricordare la celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Confcooperative alla quale era interrvenuto proprio il Capo dello Stato.
Il Festival terminerà
domenica 27 settembre con l'intervento del presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte.