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Appalti, Confcooperative a confronto con Anac e Governo

Appalti, Confcooperative a confronto con Anac e Governo

«Dalla riforma effetto benefico sul PIL fino al 3%» 
giovedì 31 marzo 2016

«La riforma degli appalti può determinare subito una crescita del Pil pari al +1% l’anno che una volta a regime potrà salire fino al +3%». Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative stima la spinta che la riforma del codice degli appalti potrebbe avere sull’economia del Paese. Gardini ne parla in occasione di “Appalti: trasparenza, responsabilità e sviluppo”, un confronto in corso a Roma con il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, con Sandro Gozi sottpsegretario alla presidenza del Consiglio e le Federazioni di Confcooperative impegnate anche nel settore degli appalti pubblici (Federlavoro e Servizi, Federsolidarietà, FederazioneSanità e FederCultura Turismo Sport). 

 

«Gli appalti sviluppano un controvalore economico che sfiora i 250 miliardi di euro pari al 15% del Pil. La riforma, così come concepita – continua Gardini –  ordina e regolamenta il settore e trasforma l’equazione appalto = spesa, in appalto = investimento in sviluppo. Un nuovo rapporto che ottimizza la delicata relazione tra spesa pubblica e rigore dei conti. Una buona normativa in materia di appalti ha un valore, non soltanto tecnico-giuridico, ma soprattutto produttivo e sociale che può determinare un aumento della domanda interna».

«Questa riforma abbatte la selva legislativa precedente – aggiunge Massimo Stronati, presidente Federlavoro e Servizi Confcooperative – riduce il numero di articoli da quasi 700 a 200 e introduce importanti novità sul fronte della semplificazione che, se pienamente attuate, porterebbero a un notevole alleggerimento del carico burocratico, senza far venire meno i necessari controlli, anzi intensificando la vigilanza laddove necessario».

 

«Tra i punti favorevoli del nuovo impianto normativo c’è il miglioramento del rapporto tra pubblico e privato. Bene la riduzione del numero delle stazioni appaltanti che – dice Stronati –  rende più agevole il lavoro del committente e più semplice la vita delle imprese concorrenti grazie a regole chiare e poco interpretabili che daranno vita a una selezione omogenea che da un lato contrasterà i fenomeni distorsivi e dall’altro migliorerà la competitività delle imprese».

 

C’è ancora qualche punto da migliorare «Fissare una quota al subappalto che non può essere totale, altrimenti assisteremo al paradosso di chi può aggiudicarsi un appalto senza aver partecipato alla gara o addirittura avendola persa. Dalla riforma – conclude Stronati – ci aspettiamo un miglioramento sui tempi di pagamento e anche una riflessione sulla necessaria abrogazione definitiva della cosiddetta tassa sul cambio d’appalto».