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Agricoltura sociale: la legge necessita già di manutenzione

Agricoltura sociale: la legge necessita già di manutenzione

Guerini «Il paradosso è che chi coltiva cocomeri ha i requisiti per fare welfare, ma non vale il contrario»

giovedì 17 settembre 2015

«La legge ha il merito di porre attenzione sulla materia, ma occorre rimetterci le mani, perché l’effetto paradossale di questa legge – dice Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative – è che, ad oggi, un agricoltore potrebbe improvvisarsi operatore sociale, insegnante, formatore, pur senza le professionalità e i requisiti che deve rispettare una cooperativa sociale per aprire un centro diurno, un nido. Al contrario, si opera una selezione ed uno sbarramento tra le cooperative sociali che fanno agricoltura, rendendo possibile fregiarsi del riconoscimento di operatore nell’agricoltura sociale solo ad alcune cooperative sociali in possesso di alcuni requisiti. Insomma, l’agricoltura per legge può occupare gli spazi del sociale, attraverso una bizzarra interpretazione del concetto di connessione, mentre il sociale non può fare altrettanto. Questo è il classico caso in cui per legge di assegna un mercato ad alcuni che forse lo realizzeranno in futuro, e si tengono fuori invece quelli che lo hanno presidiato fino ad oggi».

Se ne é discusso al workshop organizzato da Federsolidarietá Confcooperative a Expo. Sono intervenuti Maurizio Gardini presidente di Confcooperative, l'on. Giorgio Zanin relatore del provvedimento alla Camera dei Deputati e Giorgio Mercuri, presidente di Fedagri Confcooperative.

«La legge – continua Guerini – contraddice anche la genesi dell’agricoltura sociale in Italia, non tiene conto delle sperimentazioni di agricoltura sociale del mondo della cooperazione sociale che, conseguentemente, continua ad essere penalizzata. Tutte le ricerche hanno dimostrato che le cooperative sociali sono tra i soggetti economici che più di tutti hanno contribuito alla nascita dell’agricoltura sociale in Italia. Si tratta di attività che utilizzano la produzione agricola per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, o di attività educative, sociali, sociosanitarie collegate alla produzione agricola». 

L’AGRICOLTURA SOCIALE SI RACCONTA – LE ESPERIENZE ALL’EXPO

Caffè UP – Caffè Letterario Umberto Palermo – Moncalieri TO

Con Federsolidarietà-Confcooperative Torino promuove per la prima volta in Piemonte un’agricoltura sociale che coinvolge 40 partners di tutt’Italia.

Caffè UP – Caffé Letterario Umberto Palermo, inaugurato lo scorso 10 giugno 2015 a Moncalieri (corso Savona 60), racchiude in un unico posto la buona tavola e l’arte (non solo quella enogastronomica ma quella musicale e attoriale attraverso un calendario fitto di eventi). Il piano inferiore è diviso in ambienti per il servizio al pubblico e per la vendita al dettaglio, che vede protagonisti i prodotti delle cooperative sociali: dalla birra prodotta con acqua di fonte dell’Appennino centrale, alle composte e confetture che sono prodotte grazie all’inserimento lavorativo di disabili fisici e psichici.

Aperto 7 giorni su 7 il Caffè UP accoglie un pubblico eterogeneo, dal mattino a colazione, passando per il pranzo con il menù mediterraneo e vegano, fino ad arrivare a cena con il menù alla carta che prevede specialità di terra e ittiche.

Da settembre il Caffè UP affiancherà all’aspetto “social”, che ha contribuito in questi mesi a renderlo noto, quello sociale con l’organizzazione di eventi culturali in cui unica protagonista sarà la solidarietà.

Basilicata – Panecotto

Il Consorzio La Città Essenziale, impegnato in iniziative di imprenditoria sociale, realizza con il progetto “PaneCotto®”, un marchio commerciale per la promozione della Basilicata nei settori dell’enogastronomia, della cultura e del turismo.

Il concetto ispiratore di “Panecotto” è quello di promuovere la cultura e la tradizione del territorio attraverso un luogo di incontro che non è solo luogo di degustazione, né un ristorante, né tanto meno bar o caffè culturale, ma uno scorcio di Basilicata da “vivere”.

Un’idea tradizionale con un’immagine moderna ispirata a un modello imprenditoriale etico, poiché prevede l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati e l’investimento di risorse economiche in servizi alle persone e alle famiglie in difficoltà, con l’obiettivo di autofinanziare l’attività; promuovere il territorio e le risorse locali; favorire l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati; impiegare risorse aggiuntive nel sostegno alle azioni di welfare.

 “PaneCotto” ha la prerogativa di strutturare, attraverso il sistema del franchising, una rete di contatti con imprenditori locali per la nascita di punti vendita e degustazione, su tutto il territorio nazionale.

Veneto Insieme – Gruppo Polis

Gruppo Polis è una realtà che opera a Padova dal 1985 negli ambiti della disabilità, della salute mentale e del disagio sociale, realizzando percorsi di inserimento sociale e lavorativo attraverso centri diurni e comunità alloggio distribuite su tutto il territorio. Nel 2007 Gruppo Polis ha dato vita a Fuori di Campo: un progetto di agricoltura biologica in cui la sostenibilità ambientale si sposa a quella sociale, proponendo percorsi di inserimento sociale e lavorativo a persone con disabilità, con disagio psichico e soggetti in condizione di emarginazione sociale.

Fuori di Campo offre prodotti genuini e sempre freschi; non realizza percorsi di inserimento lavorativo veri e propri ma organizza attività riabilitative e tirocini formativi affinché le persone coinvolte acquisiscano maggiori abilità, pratiche e relazionali, necessarie per un futuro inserimento lavorativo.

Fuori di Campo conta su una superficie di 160.000 metri quadri coltivati, di cui 30.000 a vigneto (con produzione di 4 varietà di uva da vino: pinot bianco, merlot, cabernet e moscato fiori d'arancio); 3 operatori impiegati; 6 utenti inseriti nell'attività settimanale in campo e 2 utenti che svolgono la raccolta stagionale; 8 utenti inseriti nell'attività del punto vendita (aperto tutti i giorni dal martedì al sabato); 250 clienti a settimana.

 

Cooperativa Sociale il Biplano di Bergamo

La Cooperativa Biplano nasce nel 1998 a Bergamo, ma affonda le sue origini a metà degli anni 70, quando un gruppo di cittadini decidono di costituire la “Cooperativa della Comunità” per accogliere all’interno di uno stabile comunale persone disagiate e costruire percorsi di inclusione attraverso attività lavorative, compresa l’agricoltura biologica.

Con la legge sulla cooperazione 381/91 la Cooperativa della Comunità è costretta a chiudere l’esperienza dell’accoglienza, e la sua eredità viene raccolta qualche anno più tardi da un gruppo di soci che dà vita alla Cooperativa Biplano (di tipo A), che realizza il progetto “Fuori Matti”, accogliendo 5 persone provenienti dall’Ospedale Psichiatrico di Bergamo. Inoltre Biplano eredita dalla Cooperativa della Comunità l’Agricoltura Biologica.

Nel 2001, l’Azienda Ospedaliera di Bergamo affida a Biplano la gestione di percorsi riabilitativi e di propedeutica al lavoro per persone in carico ai CPS (Centri Psico Sociali).

L’esperienza di Agricoltura Sociale viene apprezzata sia dagli utenti che ne traggono beneficio, sia dai clienti per la qualità dei prodotti, dimostrando che un ambiente accogliente in un contesto di normalità può realmente contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone. Tanto che dal 2010 la Cooperativa è impegnata per fa sì che l’agricoltura sociale diventi uno strumento per incentivare lo sviluppo locale e per dare risposte innovative nell’ambito del welfare.

L’attività di Biplano coinvolge 39 persone: 5 dipendenti di cui 1 inserimento lavorativo; 4 dipendenti di cui 2 inserimenti lavorativi nella logistica/magazzino; 7 collaboratori e una dipendente come inserimento lavorativo nei punti vendita; 5 tirocini lavorativi provenienti dal carcere, da altre cooperative e dai Comuni; 3 tirocini formativi provenienti dalla scuola Agraria di Monza, da Minoprio e da altri istituti; 5 volontari che collaborano assiduamente; 10 borse lavoro per persone con disagio psichico.