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A Expo dibattitto sull'agroalimentare tra Confcooperative e Slow Food Italia

A Expo dibattitto sull'agroalimentare tra Confcooperative e Slow Food Italia

Gardini «Difendere e sviluppare l'agricoltura chi non lo fa perde l'autosufficienza»

venerdì 4 settembre 2015

«Un paese che non riesce a difendere il proprio settore primario è un paese che si condanna alla non autosufficienza. Sta accadendo di frequente in Europa. A confermarlo due fatti, due notizie molto recenti. Il primo, l'Istat che ha diffuso un dato di metà censimento che identifica delle tendenze: il forte calo del numero delle aziende agricole, il calo della PLV e l'aumento della multifunzionalità in agricoltura. Il secondo è che oggi in Francia i produttori agricoli hanno marciato sull'Eliseo contro le istituzioni. Protestando perché non ce la fanno più, perché le aziende chiudono, perché non hanno più margini e quelle più in difficoltà sono proprio quelle aziende che hanno investito maggiormente per essere produttive». Lo ha detto Il presidente Gardini intervenendo a Expo Milano 2015 a “Made in It(eat)aly l’incontro, organizzato da Fedagri Confcooperative Lombardia a Cascina Triulza.


«I dati dell’Istat e quanto accaduto a Parigi, sono due fatti, due notizie che ci fanno capire che abbiamo bisogno di atteggiamenti coerenti da parte della politica e dobbiamo porre fine alle divisioni in agricoltura. Abbiamo due facce dell'agricoltura che possono e devono convivere: una più legata alle produzioni tipiche e a denominazione ed una più proiettata al mercato che deve poter crescere dimensionalmente».


«La cooperazione deve fare uno scatto ancora maggiore per valorizzare le filiere produttive. Penso che siano obbligate ad andare all'estero, a esportare, a strutturarsi per essere competitive sui mercati emergenti. Non devono esistere limiti alla capacità di espandersi delle nostre imprese. Alle imprese cooperative possono mancare i soldi ma non il coraggio e l'ambizione di crescere».


«Sul tema del nutrire il Pianeta, tema principe di Expo Milano 2015, dobbiamo essere consapevoli che l'aumento della popolazione evidenzierà in modo forte la necessità e la domanda di cibo. Il nostro messaggio al mondo è di impegnarci sul fronte dell'innovazione, del rispetto dell'ambiente, di un minore sfruttamento delle risorse naturali per produrre di più in modo maggiormente sostenibile».


«Molte cose dette da Gardini - ha detto Lorenzo Berlendis, vicepresidente di SlowFood Italia - dati Istat e sostenibilità, mi trovano d'accordo. Altrettanto importante è il tema della redistribuzione dei costi e dei prezzi lungo la catena per non penalizzare il produttore. Uno dei nostri progetti più pregnanti è quello della biodiversità. Oggi è difficile per i consumatori ricondurre i prodotti ai tempi, alla stagionalità, ad un luogo di origine e soprattutto è difficile ricondurlo ad una persona che li produce. Occorre lavorare molto sulla consapevolezza del consumatore perché è la scelta che può dare più o meno valore ad una filiera. La biodiversità è la scelta che può salvare il mondo».


«La qualità e la distintività del Made in Italy coniugate con l’innovazione, la propensione ai mercati esteri e la concentrazione dell’offerta sono i punti di forza delle filiere cooperative evidenziati di Fedagri Lombardia (230 cooperative e oltre 3 miliardi di fatturato). La cooperazione ecita un ruolo di primo piano nella promozione e tutela delle principali Dop italiane, valorizzando non solo le produzioni ma anche i territori, un valore aggiunto che viene ridistribuito a beneficio dei soci e delle comunità». Lo ha detto Fabio Perini, presidente di Fedagri Confcooperative Lombardia.


«L'agricoltura non è più al centro della politica comunitaria. Quando noi carichiamo di aspettative il Piano di Sviluppo Rurale sbagliamo perché intanto si tratta di uno strumento assolutamente rigido che risente di una impostazione comunitaria che non tiene conto di ciò che sta avvenendo dentro le nostre imprese agricole. In Lombardia abbiamo un PSR con una buona dotazione finanziaria, ma abbiamo delle risorse che sono molto vincolate e sono le stesse nostre risorse che l'Europa ci restituisce. Il nostro latte é sempre stato un prodotto ad altro valore produttivo aggiunto e che ha trovato forme di ulteriore valorizzazione attraverso prodotti come il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano. Noi facciamo un prodotto diverso che necessita di un prezzo diverso». Così Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia nel suo intervento di chiusura ai lavori