«Concordiamo con la proposta del Garante di separare, con nettezza, il ruolo di regolamentazione e quello di produzione dei servizi. Riteniamo, infatti, oltremodo urgente che le istituzioni del Servizio sanitario escano dal modello di governo amministrativo del sistema, che affida tutto (la strategia, la committenza e la produzione dei servizi) ad apparati burocratici, largamente, inadeguati e comincino a ri-pensare, concretamente, lo sviluppo del proprio ruolo di programmatore e regolatore a tutela dei diritti della cittadinanza».
Lo dice Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità – Confcooperative condividendo le proposte per la sanità elaborate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
«Siamo convinti, e tutti i dati ufficiali diffusi in questo periodo lo confermano, che i maggiori problemi del nostro sistema sanitario nazionale non risiedano nel suo finanziamento, ma nei modelli organizzativi esistenti e nella obsoleta prassi amministrativa di governo della sanità».
«Aggiungiamo al riguardo che il ruolo della responsabilità della “produzione” dei servizi debba essere affidata a soggetti del privato non profit selezionati sulla base di rigorosi requisiti professionali, tecnici ed organizzativi tali da garantire la qualità dei servizi integrati. È questa la strada maestra per risanare e rivitalizzare il tessuto organizzativo del nostro SSN – e lo abbiamo ampiamente argomentato nel volume Cooperazione e Nuovo Welfare – e per costruire nuovi modelli di governo e di gestione più aperti all’azione sussidiaria dell’economia sociale a tutto vantaggio anche del rafforzamento delle capacità di governare da parte pubblica la domanda e l’offerta di servizi di tutela della salute».
«L’auspicio è che Governo e Parlamento tengano in debito conto le proposte dell’Autorità garante e che il Servizio sanitario nazionale sia messo in condizione di potersi riorganizzare, facendo leva sulla capacità e l’esperienza maturata negli anni dalle nostre imprese. L’obiettivo è quello di contrastare i drammatici fenomeni emergenti di inaccessibilità alle cure, di frammentazione dei servizi, di diseguaglianza e di inappropriatezza delle cure che ricadono sui nostri cittadini».
«Si tratterebbe a tal fine, come indicato dallo stesso Garante, di incentivare altresì lo sviluppo di strutture sanitarie efficienti e di consentire l’accesso al mercato anche a nuovi operatori, prevedendo criteri oggettivi e non discriminatori per l’accreditamento al SSN di strutture private».
«Piena condivisione, infine, sulla proposta circa la garanzia per i cittadini di poter accedere alle informazioni sui dati riguardanti l’attività medica svolta e sulla qualità del servizio erogato dalle strutture sanitarie pubbliche e private. A questo aggiungiamo anche la richiesta di dare ai cittadini la possibilità di esprimere un gradimento rispetto al servizio ricevuto, come già succede, ad esempio, in Inghilterra».