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#FestadelLatte: 7 bicchieri di latte su 10 sono Made in cooperativa

#FestadelLatte: 7 bicchieri di latte su 10 sono Made in cooperativa

Italia o Europa il latte é Made in cooperativa 

venerdì 29 maggio 2015
I numeri della cooperazione lattiero - casearia
Sono circa 800 le aziende cooperative che operano nel settore lattiero-caseario italiano. Esse producono il 60% del latte italiano e rappresentano, con 7 miliardi di euro di fatturato, una quota pari al 47% del valore economico del comparto, pari a 15 miliardi di euro. Il lattiero caseario si conferma fra i principali settori cooperativi per fatturato, per addetti e per valore export. Le cooperative lattiero-casearie sono prevalentemente localizzate nel Nord Italia: le principali regioni della cooperazione lattiero-casearia sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, che contribuiscono a circa il 65% del fatturato cooperativo nazionale del settore.

Ancora maggiore il peso della cooperazione lattiero-casearia della Ue. Nell’ultima pubblicazione realizzata da Cogeca sui fatturati delle cooperative agroalimentari 2014, la top-10 delle cooperative del settore lattiero-casearie compaiono è guidata dall’olandese FrieslandCampina con un fatturato che supera gli 11,4 miliardi di euro. Per trovare la prima cooperativa italiana, bisogna arrivare al 59mo posto della classifica generale, dove troviamo Granarolo con un miliardo di euro di fatturato.


LA FESTA DEL LATTE: La ‘festa del latte’ indetta oggi ad Expo si è svolta anche a 150 km da Milano, nel suggestivo scenario del lago di Garda, dove sono riuniti da ieri mattina gli esperti del latte di tutto il mondo per il Clal Dairy Forum, un summit per analizzare e discutere i principali scenari del comparto lattiero-caseario organizzato dalla società di consulenza specializzata Clal e giunto alla quinta edizione.

Alla due giorni di lavoro ha partecipato una nutrita rappresentanza della cooperazione lattiero-casearia di tutto il mondo. Presente la cooperativa indiana Amul, la neozelandese Fonterra, che si autodefinsce una farmer owned coop, cooperativa i cui proprietari sono i 10.700 soci allevatori e che produce da sola l’86% del latte della Nuova Zelanda, insieme alle principali cooperative italiane che hanno preso attivamente parte al dibattito: la Plac, rappresentata dal presidente Baldrighi e dal vice Guarneri, la Cooperlat, la Latteria Soresina con il Direttore Aldo Cavagnolo, la Sant’Angiolina, Agriform con il Direttore Generale Nisio Paganin e Fedagri-Confcooperative, rappresentata dal Direttore Romiti e dal responsabile del Settore Isaia Puddu.
Uno dei temi principali al centro del summit è stato quello del tema del post quote e la volatilità dei prezzi. La domanda mondiale di latte è destinata a crescere: si stima un +2% sino al 2023. Di contro a questo surplus produttivo – la produzione di latte in Ue si attesterà tra 10 anni sui 170 milioni di tonnellate – il deficit di latte nei paesi in via di sviluppo qual Cina e Sud Est asiatico è destinato ancora ad aumentare.
Se da un lato sarà indispensabile quindi puntare con forza sull’aumento della quota export delle aziende italiane ed europee, dall’altro occorrerà lavorare per difendere la redditività dei produttori minata specie in Italia da una stagnazione dei consumi di latte. “Il problema che sta più a cuore alla cooperazione – spiega il direttore di Fedagri-Confcooperative Pier Luigi Romiti – è quello della stabilizzazione del reddito degli agricoltori. Per far questo occorre abbiamo bisogno di strumenti idonei quali i fondi mutualistici e le assicurazioni e di comprendere al tempo stesso strumenti finanziari come options e futures. Secondo grande obiettivo è puntare con determinazionae sull’efficientamento aziendale, che è una sfida importante: in tale ambito, lo studio delle best practices imprenditoriali e agronomiche può aiutare a rendere omogenei i comportamenti delle aziende socie di una stessa cooperativa e ad abbattere al tempo stesso i costi delle cooperative rendendole più competitive”.