«La comunità delle cooperative e dei cooperatori dovrà dare radici e ali ai suoi componenti. Radici per ancorarle ai valori della mutualità e della solidarietà, ai bisogni dei cittadini e del territorio in cui operano. Ali per lasciarle libere di seguire il loro istinto imprenditoriale e la loro curiosità verso le nuove frontiere dell’impegno cooperativo».
Sono sufficienti queste poche, poche intense battute, tratte dal suo più ampio intervento all’assemblea dei soci di Confcooperative Roma del marzo 2016, a racchiudere il concetto di cosa significasse “cooperazione” per Beppe Maggi. “Comunità”, “radici”, “soci”, “cooperatori”, “territorio”, “bisogni” non sono semplici parole. Rappresentano l’alfabeto valoriale, i punti cardinali per orientare vecchie e nuove generazioni di cooperatori, con la raccomandazione di non perdere mai di vista la differenza che passa tra essere impresa cooperativa e impresa di capitali.
La mission da portare avanti verso persone, comunità e territori. I cooperatori e le cooperative, sono costruttori di risposte e di futuro, coloro che hanno il talento di trasformare necessità in opportunità di sviluppo, di occupazione, di risposte a bisogni nel welfare, nell’agroalimentare, nel credito, nei servizi, nel consumo per citare solo alcune aree.
È un anno che Beppe Maggi ha lasciato la sua “famiglia allargata”, come amava definire Confcooperative, di cui è stato, per diversi decenni, il Direttore.
Un punto di riferimento per il territorio, per i dipendenti e per i collaboratori, per cooperative e cooperatori, per i dirigenti con cui ha avuto occasione di lavorare.
La rotta indicata a cooperative e cooperatori nel suo ultimo intervento pubblico ne rende attuale il messaggio e vivo il ricordo. È così che chi ci lascia continua a vivere, finché c’è la sua “famiglia allargata” di Confcooperative. E noi ci siamo e continueremo a esserci e a svolgere la nostra funzione che ci rende “Protagonisti, al servizio del Paese”.